AMORE DI MEZZA ESTATE...

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Il cielo quella mattina di mezza estate, era di un tale splendore! Il sole che faceva capolino dalle nuvole che lo accerchiarono ancora per un pò, si mostrò in tutta la sua straordinaria bellezza, emanando quel tepore che soltanto i suoi raggi riuscivano a trasmettere.

Ermal era disteso comodamente sul divano, con lo sguardo rivolto alle pagine di un libro,che odorava di nuovo. Sfogliava con la punta delle dita,ogni pagina , immerso completamente nella sua avventura letteraria. Nel frattempo il suo compagno, Fabrizio Moro osservava il cielo chiaro, inalando il fumo, proveniente dalla sigaretta che pendeva dalle sue labbra, secche e carnose. Osservando ancora un pò lì fuori, dalla finestra gli balenò un'idea che avrebbe potuto stravolgere positivamente la giornata di entrambi. Una leggera brezza mattutina sfiorò il suo viso ricoperto di lentiggini, per poi posarsi su quello del giovane disteso sul divano. Chiuse la finestra e si avvicinò lentamente ad Ermal, accarezzando la chioma folta di riccioli.

"Piccolè te voglio proporre na cosa. Invece de starte qui a leggè sto libro, perchè non te prepari e annamo al lago? C'è un sole che spacca le pietre, e non me va proprio de restà chiuso in casa, co te che non me caghi di striscio."

Il riccio, sospirò e chiuse delicatamente il libro, poggiandolo sul tavolo di legno e si alzò in piedi. Estese le labbra , mostrando uno dei suoi tanti sorrisi luminosi, e incontrando lo sguardo del romano, premette le labbra rosee e ben delineate su quelle di Fabrizio, che istintivamente strinse i fianchi del giovane, premendo con foga le labbra su quelle dell'altro, intrecciando poi le loro lingue in una danza ardente. Ermal pensò di staccarsi un attimo dal suo amato, ma lo desiderava ardentemente e i suoi muscoli ardevano di piacere in quell'istante che se avesse voluto, lo avrebbe denudato e avrebbe assaporato ogni parte marcata d'inchiostro del suo compagno.

"Fabbri andiamo dove vuoi, ma non ti nascondo che in questo momento preferirei avventurarmi sulla tua pelle tatuata, e ardente di passione. Voglio tuffarmici completamente e inebriare le mie narici, del tuo sapore intenso che scalda la mia bocca e non soltanto. Ah Fabrizio quanto ti amo!"

Le gote di Fabrizio assunsero un colorito purpureo, immaginando il corpo del più giovane incollato al suo, immersi in una danza passionale che non avrebbe avuto fine. Si ricompose poco dopo, aver staccato le labbra da quelle del riccio e incontrò il suo sguardo languido e desideroso

"Ermal te confesso che se fosse pe me te scoperei adesso, più tardi, in ogni momento de la giornata. Ma voglio goderme l'aria fresca che sta giornata c'è regala, e poi magari potemo scopà sull'erba, e dar da mangiare agli struzzi. Io te voglio tutto pe me, oggi. Niente cellulari, e niente libri. Solo io e te"

Così dopo averne parlato, entrambi prepararono la tovaglia da picnic e uscirono dalla loro abitazione, dopo aver controllato che fosse tutto a posto. Entrati in macchina, Ermal situato al posto guida, accese l'aria condizionata e fremette per un istante quando il romano, poggiò una mano sulla sua coscia, stringendola e lasciandola poco dopo. Durante il tragitto, la musica della radio, li tenne compagnia. Fabrizio indossò gli occhiali da sole e sbottonò la camicia, lasciando fuoriuscire leggermente il suo petto tatuato. Ermal guardò dinanzi a lui, per evitare incidenti stradali, ma in alcuni momenti con la coda dell'occhio, scrutava l'uomo seduto accanto a sè, che osservava fuori dalla finestra,incuriosito dal maestoso paesaggio che gli si presentava dinanzi. Con il movimento della mano, strinse i suoi fianchi, sorridendo nel vederlo sobbalzare e venne accolto dal suono più bello che avesse mai sentito, la risata del suo Fabrizio,di cui era intensamente innamorato.

Una volta arrivati al lago, Fabrizio scese dall'auto e per un istante tolse gli occhiali osservando il paesaggio e iniziò a correre, come un bambino felice verso il lago,circondato da alcun cigni. Ermal rimase fermo, accanto alla macchina guardando il suo uomo dall'aria apparentemente burbera, scorazzare nel prato colto e colmo di fiorellini appena sbocciati. Chiuse la macchina, e con le mani nascoste nelle tasche dei pantaloni si incamminò verso il lago, passandosi una mano tra i riccioli e poi si sedette sul prato. Poco dopo Fabrizio lo raggiunse e si sedette accanto a lui, poggiando la testa sulla sua spalla e lasciando umidi baci sul suo collo scoperto. Il riccio sorrise e accarezzò dolcemente i capelli del moro, inebriandosi del suo profumo. Il romano strofinò il viso sul petto di Ermal che con le punta delle dita, alzò il suo mento e premette con forza le labbra su quelle del romano, che addentrò le sue mani tra i ricci e si distese su di lui, senza staccare per un istante le loro labbra. Lentamente tolse la giacca del riccio, e con le dita sfiorava quella sua pelle diafana e fresca. Il riccio non si mosse di un centimetro, lasciandolo fare e pochi secondi dopo venne privato della sua t-shirt blu, denudando il petto liscio e con quel poco di peluria e le labbra secche del suo Fabrizio, si posarono su di esso baciando ogni zona, senza tralasciare un minimo strato di pelle. Il riccio si spostò di poco, sbottonando la camicia del romano che sorrise e continuò a baciarlo, e poi portò le mani su quel petto ricoperto interamente di tatuaggi. Scendendo lentamente verso il basso e giocherellando con la cintura dei pantaloni. Fabrizio bloccò i suoi movimenti e con delicatezza, liberò le gambe del riccio, giocherellando con l'elastico dei suoi boxer e lo baciò sulla sua intimità, facendolo gemere. Il romano tolse i suoi pantaloni, gettandoli accanto a quelli del riccio e premette sull'erezione gonfia e pulsante del suo compagno,che si morse il labbro trattenenendo il più possibile la sua eccitazione,che fremeva in ogni parte del suo corpo nudo.

Improvvisamente Fabrizio voltò il riccio, e carezzò le natiche morbide e sode del compagno che mugolò, e tracciò piccoli disegni prima con le dita e poi con la lingua. Ermal si mosse sotto il romano che gli sussurrava di restare fermo e continuò a baciare il suo sedere, palpandolo di tanto in tanto e senza alcun avviso lo penetrò completamente, facendo gemere il riccio, ansimante sotto di lui.

"Oh Ermal, ho così tanta voglia di te. Non sai quanto me piace scoparte su questo prato, sei tutto quello che voglio. Adesso e per sempre. Non me devi lascià mai, perchè io appartengo a te e tu a me. Ricordatelo cespugliè, io so innamorato de te, me fai impazzi d'amore."

Dagli occhi brucianti di lussuria, fuoriuscirono alcune lacrime di felicità e voltandosi, Ermal incontrò lo sguardo lucido del romano che con la punta della lingua scacciò quelle lacrime incollate sul volto del giovane, e con delicatezza carezzò la sua guancia, beandosi di quella meraviglia posta sotto il suo sguardo, passionale e amorevole.

"Fabrizio, io non ho occhi per nessu altro, se non per te. Io sono innamorato di te, del tuo sorriso ingenuo come quello di un bambino, dei tuoi occhi nocciola che riscaldano le mie giornate. Sei il senso di ogni cosa, per me sei tutto quello di cui ho bisogno per vivere. Amore mio, voglio essere tuo in ogni momento, per citare la tua canzone, sei l'infinito tra tutti i miei desideri. Non ti lascerò mai, perchè io e te siamo due satelliti che gravitano vicino. TI AMO."

Il suono della sua voce risuonò nell'aria calda, e danzò leggiadra in compagnia di alcune farfalle che svolazzarono intorno ai loro corpi nudi e impregnati di passione. Il loro amore, era ovunque. L'emblema della lussuria, dell'amore idilliaco, portava i nomi di Ermal e Fabrizio. 

DISAGIO #METAMORO PT.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora