Guardo il mio riflesso allo specchio, sono truccato da pagliaccio e mi sforzo di stendere le labbra in un sorriso, ma niente, non ci riesco. Sospiro mentre sento una voce che richiama la mia attenzione, mi stanno chiamando per lo show, così trascinando i piedi vado nell’arena,per fare il mio numero da clown. Una marea di gente applaude sonoramente ed io sento un peso sul cuore che devo cercare di tenere a bada, per il bene di quei bambini che mi stanno applaudendo, con tanti bei sorrisi dipinti sui loro volti. Inizio a giocherellare e man mano che scorre il tempo, quel peso diventa ancora più grande, si estende su tutto il corpo e una lacrima mi scivola sul viso. Un clown che piange, non è una cosa da tutti i giorni. Non so cosa fare, ho un vuoto totale e così inizio a inventarmi cose che non c’erano nel copione e guardo gli occhi della gente che sorride sempre meno.
Inizio a ridere come un folle e inizio ad urlare a tutte quelle persone “questo è il grande circo, da qui non si esce più.” Già, è proprio così. Uscire da questo circolo vizioso è impossibile, fingere di essere felice per far ridere gli altri, quando tu invece vorresti soltanto startene seduto in un angolo a piangere, perché sei tutto tranne che felice. Non ne posso più di indossare una maschera, per gli altri. Io voglio essere felice, per una buona volta vorrei non dovermi truccare, vorrei toglier via questa maschera e mostrare quello che sono veramente. Ma qui, non puoi, perché gli altri pagano per vederti fare lo scemotto e farli ridere, e il bello è che qui non c’è proprio niente da ridere. Cosa ne sanno loro di quello che si cela dietro questo show, un dolore che neanche se ti lavi più di una volta, se né va.
Una volta aver finito il mio insulso show, ritorno in camerino e vengo spinto bruscamente al muro e rabbrividisco. Chiudo gli occhi per non incontrare quello sguardo che mi uccide e poi inizio a sentire il dolore pervadere la mia pelle. Sii forte, mi ripeto ma non ci riesco. Mentre vengo colpito ripetutamente come un mantra mi ripeto di non crollare, dinanzi a quel mostro. E invece sono accasciato a terra con le lacrime che mi rigano il volto, sporcandomi il trucco e lavo via quella maschera che ho indossato finora. Voglio scappare via di qui, se solo ci fosse qualcosa o meglio qualcuno a cui aggrapparmi, sarebbe molto meglio. E come se le mie preghiere fossero state esaudite sento dei passi e una mano che si posa sulla mia spalla. Ho paura, non voglio aprire gli occhi, non voglio guardare quel viso che mi somiglia così tanto, ma poi sento una voce, profonda e rauca e capisco che non è lui,e lentamente alzo lo sguardo verso quello del mio eroe. Lui è bellissimo, mi sorride e mi tende la mano per aiutarmi a rialzarmi. Non so chi sia, non riesco a dire una parola e lui semplicemente mi stringe in un abbraccio.
“E’ tutto finito, adesso ti porto via con me.”
Da piccoli la mamma ci raccomandava di non andar via con gli sconosciuti, ma adesso sono grande e sento che di lui mi posso fidare, che non tradirà le sue parole e infatti dopo un po’ mi trovo all’interno della sua auto, e fugge via da quel posto, ed io che credevo che non si potesse mai uscire dal grande circo. La mia vita è stata una messinscena, una vera e propria commedia. Non ho fatto altro che ridere, indossare una maschera per far contenti gli altri, quando invece custodivo il mio dolore, che come una bomba ad orologeria minacciava di esplodere da un momento all’altro ed io ho resistito per tutto questo tempo, ma adesso sono stanco e piango a dirotto, davanti a quell’uomo che mi porta via da questa realtà che mi fa male. Non dice nulla, finché non ci fermiamo in un parcheggio. Mi asciuga le lacrime e mi sorride ancora una volta, ed io non capisco. Non c’è niente da ridere, io sono distrutto, io voglio sparire.
“Hai pianto abbastanza, non credi? Dovresti sorridere, perché so che hai un sorriso che ti lascia senza fiato. Lo faresti per me?”
Io non so chi sia, ma come un automa eseguo i suoi desideri e un sorriso timido spunta sulle mie labbra e vedo i suoi occhi illuminarsi.
“Lo sapevo, hai un sorriso che sprigiona una luce immensa. Ora siamo giunti fin qui, e non ho neanche detto il mio nome. Io sono Fabrizio, e sono uno dei pochi che ti guardava da lontano e vedeva quello che si nascondeva dietro quel trucco. Un clown che sorride in quel modo, mi dà tanto di falso. Ho sempre saputo che quello non era un sorriso autentico, era così spento.. Dovresti sorridere di più da adesso in poi, ma non per far ridere gli altri, ma per te stesso. Sorridi per sprigionare la tua essenza, per liberarti da tutto questo dolore che si è accumulato nel tempo. Ne so qualcosa,sai? Non sono capitato per caso, ho sentito il tuo richiamo, la tua voce ed eccomi qui. Sei pronto per vivere la TUA vita? Non devi fingere, non devi sorridere se non ne hai voglia. Ma hai un’altra occasione, per ricominciare. Devi vivere, io sarò qui a sorreggerti se ne avrai bisogno. Anche io come te ho vissuto a metà, se adesso sorrido è perché ho lasciato che il dolore evaporasse, che andasse via il più lontano possibile da me, e ti avviso. Farà tanto male all’inizio, dovrai confrontarti con Lui, dovrai affrontarlo a testa alta e se ci credi, riuscirai a scacciarlo via, nel tempo. Allora, sei pronto a volare?”
Io ero basito, annuì e abbassai lo sguardo, riflettendo sulle parole di Fabrizio. Aveva pienamente ragione, dovevo affrontare i miei demoni e vincere, per vivere davvero. Fino ad ieri ero un clown che piange, adesso sono soltanto Ermal,un vento di montagna, pronto a spiccare il volo.
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DISAGIO #METAMORO PT.2
RandomEccomi qui! Non è una nuova storia, semplicemente è sempre quella del disagio MEtamoro ma wattpad mi ha comunicato di aver raggiunto il limite dei capitoli, perciò mi tocca creare una storia a parte.. che du palle ahhah! Perciò continuate a disagia...