L'AMORE NON È VIOLENZA

57 5 5
                                    

Ermal passeggia tra le strade di Roma, col sole che gli illumina il volto e mentre si incammina verso casa di Fabrizio sente qualcuno poggiargli una mano sulla spalla e si volta, incontrando lo sguardo di un suo caro amico e collega Cristian Bugatti, in arte Bugo. Il giovane lo stringe affettuosamente in un abbraccio, e il ricciolino ricambia, senza rendersi conto che qualcuno li sta osservando. Cristian prende il volto di Ermal e in un attimo le sue labbra combaciano con quelle del riccio che arrossisce violentemente, contrastando il colorito naturale della sua pelle. E in quell’istante tutto cambia, Fabrizio il compagno di Ermal si avvicina a loro due e sferra un pugno in pieno viso al giovane che si tasta il  naso sanguinante, dopodiché lo tira a sé per il colletto della camicia e lo sbatte contro un muro, posso sentire i battiti dei loro cuori accelerati. Ermal resta inerme ad osservare quella scena, traumatizzato dal momento, odia la violenza e vedere il suo amato Fabrizio utilizzarla, lo terrorizza. E’ proprio vero, pensa, tutti hanno una parte oscura dentro di sé. Ha paura e si rannicchia su se stesso, mentre le lacrime scivolano copiosamente sul suo volto etereo. Solo poco dopo il romano ripresosi dall’attimo di sfuria nei confronti di Cristian, si avvicina ad Ermal e gli si stringe il cuore nel vederlo in quello stato. Si china su di lui e cerca di accarezzarlo ma il riccio ha molta paura e ritrae la sua mano, tremando.
“Vattene Fabrizio, lasciami da solo qui. Non ho bisogno di te!!”
Quelle parole fanno male, e si sente un mostro per aver reagito in quella maniera solo per un bacio. Sospira e si siede accanto a lui, cercando di tendergli la mano nonostante l’altro la rifiutasse. Non vuole perderlo, non avrebbe dovuto comportarsi in quel modo,ma ormai il guaio è stato fatto. Si morde nervosamente il labbro, non sapendo cosa dirgli ma con la voce tremante lo guarda in quegli occhi lucidi e spenti e gli prende il viso tra le mani, e il riccio questa volta lo lascia fare, anche se ha ancora paura e vorrebbe chiudere gli occhi in quel momento.
“Io ti amo piccolè, so stato violento co l’amico tuo, o ‘so. So che nun te piace a violenza e neanche a me, ma vederti co quello che ti baciava, m’ha fatto male. Nun te voglio perde, o capisici? Me dispiace un botto per essermi comportato così, ma te chiedo scusa, spero che tu me possa perdonà.”
Ermal non sa come comportarsi, ha imparato a conoscere il Fabrizio dolce e sensuale, ma quella parte violenta non l’aveva mai vista prima e lo terrorizza. Ha bisogno di un po’ di tempo per riprendersi, lo ama con tutto il cuore e anche se fa male lo ha perdonato perché il vero amore va oltre ogni cosa, anche se si stratta di qualcosa di violento. Lo bacia sulle labbra ruvide e lentamente si rialza.
“Io ti ho già perdonato Bizio. Ma ora se non ti dispiace vorrei starmene solo, ti chiamerò quando starò meglio.”
E così senza aggiungere altro si incammina verso la stazione, lasciando Fabrizio lì da solo con le nocche dolenti e le lacrime che bruciano sulla sua pelle lentigginosa, in attesa che un giorno, non molto lontano il suo Ermal torni da lui.

DISAGIO #METAMORO PT.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora