ABBI CURA DI ME

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NOTA AUTRICE:
"Ciao miei cari lettori, ho trovato una piccola storia scritta tempo fa e mi sento in dovere di farvela leggere, io mi auguro che possa piacervi e emozionarvi"

Guardai fuori dalla finestra e ammirai la luna splendere nel cielo dipinto di stelle e mi portai le mani tra i capelli, sospirando. Il silenzio incombeva tra le pareti della stanza, l'unico rumore udibile era il battito del mio cuore che pulsava dentro il petto.  Accesi una sigaretta e la portai alle labbra, formando cerchi di fumo nell'aria, addentrandomi in alcuni pensieri che libravano nella mente e senza rendermene conto una lacrima scivolò sulla mia pelle diafana. Quanto può far male l'amore? Ricordai quel viso lentigginoso con un accenno di barba e strinsi la mano in un pugno. Maledetto! Mi hai fatto innamorare di te e adesso sono nella mia stanza a incenerire ancora una volta i miei polmoni.
Quando ebbi terminato l'ennesima sigaretta, indossai il cappotto e uscì di casa incamminandomi tra le strade di Milano, cercando il più possibile di non pensare a lui, di lasciare perdere quel dolore che si diffondeva in ogni parte del mio corpo. Mi strinsi nel cappotto, rabbrividendo ed estrassi il cellulare e mi morsi il labbro quando vidi lo sfondo che ancora non avevo avuto il coraggio di cambiare, ritraeva me e Fabrizio durante il suo concerto all'Olimpico.
Quanti ricordi ben impressi nella mia mente che non sarei mai riuscito a cancellare, necessitavo di colmare quel vuoto lasciato da lui, da quando aveva preso la decisione di lasciarmi in balia della solitudine. Mi fermai dinanzi ad un locale e dopo essermi seduto sullo sgabello ordinai un drink alcolico, pensai che magari avrebbe allegerito la mente da tutti questi pensieri. Volevo dimenticarmi di ogni cosa che lo riguardasse, per il momento volevo godermi quel momento ma il cellulare prese a vibrare e risposi senza guardare chi fosse e il mio cuore ebbe un fremito Quando riconobbi quella voce ruvida e bassa. Mi morsi il labbro fino a farlo sanguinare trattenendo le lacrime minacciose di scendere copiosamente sul volto, ma il tentativo di fermarle fallì Quando lui iniziò a parlare tutto ad un fiato
"Ermal o'so che sei incazzato co me, ma avevo bisogno de chiamarte e de senti a voce tua. Me manchi in ogni momento, no sai quanto sto male pe' quello che è successo tra noi, so stato un codardo ad abbandonarti, a rifiuta il tuo Amore ma a verità è che avevo paura. Si avevo paura se non esse alla tua altezza, io so un romanaccio che nun è capace de amà na persona bella come te. Io ho bisogno de te, nun te volevo lascia. Ti amo!!"
Chiusi per un istante gli occhi e li riapri Poco dopo, scesi dallo sgabello e dopo aver pagato uscì dal locale barcollante e mi dovetti appoggiare al muro, mi infilai in una stradina e mi accasciai a terra. Cosa avrei dovuto dirgli? Non sapevo cosa pensare, in quel momento la mia mente era vuota, non penso sarei riuscito a dire qualcosa di sensato ma le parole fuoriuscirono dalla mia bocca, fluttuando nell'aria
"Fabrizio Moro ma ti rendi conto di quello che hai appena detto?! Mi hai chiamato a quest'ora per ricordarmi che sei un codardo o uno stronzo che mi ha soltanto illuso? Tu non sai quanto io abbia sofferto a causa tua, hai frantumato il mio cuore un mille pezzi e non te ne sei reso conto, vero? Perché tu non c'eri quando il mio cuore sanguinava mentre si frantumava. Io l'ho sentito quel suono lacerante e poi non ho sentito più nulla. Volevo dimenticarti, odiarti ma non ci sono mai riuscito. Adesso non Puoi venire a chiedermi scusa, tocca a te adesso sentire il tuo cuore che si distrugge e potrai capire come io mi possa sentire, soprattutto adesso che sento la tua voce, dopo un tempo che mi è sembrato infinito. Non Puoi permetterti di distruggermi ancora!"
Un conato di vomito mi prese alla sprovvista e vomitai tutto l'alcool ingerito e mi asciugai la bocca con il dorso della mano, volevo soltanto tornarmene a casa e stendermi sul letto. Mi alzai nonostante le gambe mi facevano male e a passo lento mi allontanai da quella stradina buia e stretta e tentai di intraprendere la strada di casa, ma sentivo la testa girare vorticosamente e fui costretto a fermarmi ancora una volta. Sospirai e mi sedetti su una panchina, guardando alcune auto che scorrazzavano tra le strade della città e ricordai che dall'altra parte del telefono c'era ancora lui che ripreso a parlare,  avverti il tremolio nella sua voce e il suono sei singhiozzi. Sentí una morsa allo stomaco, provai quella sensazione di mancanza e ciò che desideravo in quel momento era correre da lui e stringerlo a me, sfiorando la sua pelle ruvida e incontrare il suo sguardo per poi perdermi dentro di esso.
"Cazzo Ermal mi manchi davvero tanto. Non ho fatto altro che pensarti in ogni istante e di quanto tu abbia sofferto a causa mia, non volevo ferirti ma so consapevole che non posso tornare indietro per rimedià ai miei errori, ma vorrei ricomincià co te, Voglio amarti adesso è sempre. Per favore lasciamelo fare, mi farò perdonare ma non voglio abbandonarti ancora una volta, voglio guarire le ferite che t'ho procurato."
Si adesso avrei voluto assolutamente stringerlo forte, e fanculo tutto! Nascosi il viso tra le mani e piansi come un bambino che aveva bisogno di essere amato e lui poteva farlo. Lui avrebbe avuto cura di me. Feci un respiro profondo e ritrovai il coraggio di rispondergli.
"Sei un vero stronzo Fabrizio!! Ti amo anche io e ti odio allo stesso tempo, ma l'unica cosa che vorrei in questo momento è essere dentro il tuo letto, accoccolato a te mentre tu mi accarezzi e mi canti una Delle tue canzoni. Vieni a prendermi Fabbri!"
E così dopo alcune ore mi ritrovai sdraiato sui sedili posteriori della sua auto, lui era lì sopra di me con la sua giacca da pescatore e avverti il suo sguardo fisso su di me, nonostante fossi mezzo addormentato. Dopo non so quanto l'auto si fermò e lui mi aiutò a scendere e mi portò dentro casa e mi stese sul letto. Aprì gli occhi e lo vidi accanto a me che mi accarezzava la guancia e giocava con i miei riccioli
"Piccole adesso io avrò cura di te e non ti lascerò mai più"
Lo tirai a me con le poche forze che avevo e portai le mie labbra al suo orecchio e sussurrai quelle parole che avrei detto e ridetto all'infinito
"Fabbri abbracciami se avrò paura di cadere. Che siamo in equilibrio sulla parola insieme, abbi cura di me sempre"
E lui mi strinse a sé, mi accarezzò e senti le lacrime che solcavano il suo volto, così mi girai verso di lui e gli accarezzai i capelli
"Shh Bizio, sei qui adesso è mi stai curando"
Ci baciammo calorosamente, nascosti sotto le coperte a curare i nostri cuori infranti che adesso battevano all'unisono.

DISAGIO #METAMORO PT.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora