Se già ci apparteniamo poi dopo che succede?Vorrei scavarti l'anima, raccontarti che si vede
-Cesare Cremonini-CAPITOLO 2
AGNESEPRESENTE
<<Sicura che non vuoi che entri con te?>>
Papà ha appena parcheggiato sotto casa di Quantico, il padre di Bruna, la sua compagna e la madre di mio fratello Tommaso. Mi ha accompagnata perché non ho la patente e sono ancora debole per camminare da sola per tanti chilometri. Inoltre, dopo quello che mi è successo otto anni fa, papà non vuole più mandarmi da sola.
''Sono in punizione a vita!''
Quantico è un tipo strano e un po' m'intimorisce...un po' tanto. Già il nome è particolare tanto quanto il suo aspetto fisico. L'ho visto una sola volta e quello sguardo che mi ha lanciato, quell'atmosfera quasi surreale intorno a noi, mi ha provocato strani brividi che tuttora sto avendo.
Mi sento viva.
Eppure adesso, non è come la prima volta che l'ho visto. E' tutto diverso. Non sono nuda e o avvolta da un telo, non c'è Bruna a terra morente e Quantico non si trova sul corpo della figlia tentando di fare qualunque cosa purché si svegli, mentre io li osservo.
Mentre io osservo lui come se qualcosa nella mia testa mi dicesse di non staccare mai lo sguardo da quell'uomo.
Mi sono svegliata dal coma e la mia mente, tre mesi fa, non faceva altro che ripetere il suo nome: Quantico. Non l'avevo mai visto prima del giorno dell'incidente e sono sicura che la colpa sia stata di mio padre perché, durante il mio lungo sonno, l'ha spesso nominato, soprattutto nell'ultimo periodo. Diceva che doveva dividere il suo studio con un collega che non gli stava affatto simpatico e che presto o tardi lo avrebbe mandato a quel paese.
Quando sono riuscita a dare un'immagine a quel nome per me sconosciuto, tutto sembrava essersi aggiustato.
In quell'istante in cui ho incrociato il suo sguardo gelido, tutto sembrava essere perfetto.
Non dimenticherò mai il rumore del vento che spazzava le poche foglie autunnali sull'asfalto, né il profumo di Novembre nell'aria. Intorno era scoppiato il caos, c'erano poliziotti ovunque ma per me c'eravamo solo io e lui.
Da quel momento non l'ho più visto anche perché lui si è occupato di Bruna e di suo nipote, nonché mio fratello. C'è solo Tommaso che ci lega. Doveva esserci anche Bruna ma papà ha dimenticato di sposarla, quindi non siamo parenti e comunque non lo saremmo.
<<No papà, ce la faccio. Non mi mangiano mica>>commento sarcastica.
A casa con Quantico c'è anche l'avvocato che mi difenderà durante il processo contro la Triade balcanica. Dovrebbe chiamarsi Samuel Gersi e pare essere il migliore di tutta Roma. Non è lui a farmi paura bensì quell'uomo grande e grosso, muscoloso e dall'aspetto rude che mi aprirà la porta di casa. Quando mi ha guardata quel giorno, quel paio di occhi non volevano dirmi nulla di buono. Quindi sì, ho paura di quel rinoceronte.
Ha l'età di mio padre, anzi, a essere precisi è più grande di qualche anno. Ha un taglio di capelli giovanile, nonostante l'età che ha e quel colore risalta molto i suoi occhi chiari. Ha la barba folta e bianca, proprio come i capelli. Sulle mani ha infiniti tatuaggi che si diramano lungo le braccia, tatuaggi che non ho avuto modo di vedere perché quando l'ho visto indossava la divisa da poliziotto.
Sono belli ma intimoriscono quanto lui.
''E' così...tenebroso...e sposato. E' soprattutto sposato quindi devo evitare di fantasticare troppo su di lui. Non ho più quattordici anni e le cotte di questo tipo non sono ammesse.''