37-Spray al peperoncino

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CAPITOLO 37
AGNESE

L'ho capito subito che qualcosa non andava. Papà al cellulare può sembrare opprimente ma chiama in continuazione solo se è successo qualcosa di grave e me lo sentivo. Non riuscivo neanche a chiamare, una volta che Quantico ed io siamo tornati dentro casa. Le dita mi tremavano. Per fortuna ci ha pensato lui, ha compreso che non potevo reggere quella situazione e ha contattato sua figlia al posto mio.

Alla domanda''E' grave?'', mi è caduto il mondo addosso. Nella mia mente, in quell'istante, si sono palesate le immagini peggiori. Papà morto, papà il giorno del suo funerale...papà che non avrebbe visto nascere sua figlia né crescere Tommy.

Se non fosse stato per Quantico, per le sue carezze, per i suoi baci sul viso e per le sue braccia possenti che mi stringevano come se fossi un tesoro prezioso, sarei scappata di corsa verso l'ospedale. Lui è riuscito, con il suo tocco e con i suoi sguardi dolci a farmi tranquillizzare. In una situazione di pericolo come questa, è riuscita addirittura a farmi dormire per qualche ora. Mi sono svegliata in quel letto caldo, sotto un paio di lenzuola profumate e un piumone massiccio. Mi sono guardata intorno ed ho ricordato ogni attimo della notte trascorsa insieme.

Sono stata divinamente sotto la luce luna, sotto il bagliore delle stelle e accanto al fuoco. Quantico ardeva di più, il suo corpo era molto caldo e voglioso di me. Non può dire che è stato solo sesso, c'è qualcosa di più e questo viaggio lo aiuterà a riflettere. Sarà difficile stare senza di lui per due settimane, soprattutto dopo aver trascorso l'intera notte con lui.

Vorrei trascorrerci altre infinite notti. Lo amo, sono innamorata pazza di lui. Lo trovo sexy in ogni suo movimento. Adoro il modo in cui si veste, in cui cammina, in cui gesticola. Lo amo...forse troppo.

Lo amo..e devo tenere per me questo sentimento perché la persona qui di fronte, inerme in un letto d'ospedale, non ne sarebbe affatto felice.

Bruna è uscita un'oretta fa, è andata a comprare qualcosa di speciale per papà. Siccome sta facendo brutti sogni, la sua bambolina ha pensato di regalargliene uno per appenderlo sopra il suo letto. La presenza e l'amore di Bruna lo faranno svegliare in breve tempo. La sua bambolina è rimasta tutta la notte con lui. I dottori l'hanno rianimato tempestivamente poiché aveva perso molto sangue. Ha preso una bella botta alla schiena ed ha un trauma cranico oltre che un paio di costole rotte. I dottori l'hanno sedato perché questa notte, dopo aver ripreso conoscenza, farfugliava cose senza senso. Stava dando di matto, così l'hanno addormentato.

Nel frattempo io gli tengo la mano, per tutte quelle volte che l'ha tenuta lui a me e mi ha parlato della sua vita, rendendomi partecipe di ciò che accadeva nel presente mentre ero bloccata nel mio limbo fatto di luce.

Papà, quanto vorrei parlarti di me e della vita, quanto vorrei aprirti il mio cuore e chiederti dei consigli, ma tu non capiresti e mi chiuderesti in casa. Andrebbe così, lo so già, sei troppo geloso di me. Nessun genitore sarebbe contento di sapere che la propria figlia è innamorata di un uomo molto più grande di lei.

<<Come hai fatto otto lunghi anni senza di me? Io non ce la faccio a vederti così, mi fa troppo male. Non voglio che passi ciò che ho passato io. Tu hai Bruna, hai Tommaso e hai la bambina. Hai da poco scoperto che sarà una femminuccia e sei al settimo cielo. Hai addirittura scelto anche il nome. Svegliati amore mio...non vedo l'ora di riabbracciarti>>

Resto così, accanto a lui, a sfiorare le sue nocche, a baciare le sue mani e a sussurrargli quanto gli voglio bene. Mi accoccolo con la testa accanto alle sue gambe e chiudo gli occhi. Provo a riposare e a non pensare, anche se è difficile perché la mia vita è complicata e soprattutto segreta.

Quantico-L'ombra di leiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora