CAPITOLO 36
QUANTICONon mi sembra vero che Agnese sia tra le mie braccia, accoccolata a me, ancora avvolta nel suo giubbotto rosa cipria.
Sono completamente impazzito senza vederla. Se non fosse stato per il lavoro al distretto che mi ha tenuto parecchio occupato, sarei corso a cercarla il giorno seguente alla mia fuga dalla sua camera.
''Non la chiamerei fuga. Alla fine sarei dovuto andare via altrimenti Stuart ci avrebbe beccati.''
Le ho detto che non ci avrebbero visti e così è stato. Ludmilla non ha parlato perché sa che potrei farle una multa salata e Costanza, pare non si sia fatta vedere. Tutto tace ed è proprio quando nulla accade che bisogna preoccuparsi. So che quella stronzetta bionda verrà fuori prima o poi e dirà ad Agnese, qualcosa che non vuole proprio sentirsi dire, qualcosa che ha a che fare con Rexan.
Agnese...la mia piccola. E' una bambolina, infreddolita e impaurita, non da me per fortuna. Ha il terrore che possa, un giorno, avere il cuore a pezzi.
Forse sarò proprio io che glielo spezzerò. In questo rapporto, siamo entrambi consapevoli di ciò che accadrà: lei lo sa che quando Sabrina e Skyler torneranno, sarà come se non fosse mai esistita. Sabby è mia moglie e non si può competere contro di lei. Ogni cosa che c'è con Agnese, al ritorno di mia moglie, terminerà o probabilmente anche prima, se sarò abbastanza bravo da riuscire a starle lontana.
''Coglione, vuoi che ti ricordi come sei stato questa settimana? Hai pensato addirittura di farla convocare in commissariato con una scusa banale, pur di vederla. Oppure devo ricordarti quando hai pensato di chiamare la tua squadra ed effettuare un controllo nella clinica dove fa riabilitazione, solo per poterla incontrare? Ah, vogliamo parlare del barista che hai picchiato perché non aveva la birra che Agnese ti ha fatto bere,l'Adelscott, quella che ti ricorda di lei? Sei andato in tutti i bar della zona ma solo all'Ivana Club ce l'hanno. Ti sei incazzato come una bestia perché volevi assaggiarla, berla, ubriacarti di quel liquido ambrato perché ti ricorda fottutamente lei, la tua mora.''s'intromette la mia coscienza.''Sarebbe bastato chiamarla e dirle che sentivi il bisogno di vederla, di parlarle anche solo cinque minuti, senza intervenire con manette, pistola e divisa, senza il terrore di essere giudicato come un uomo che prova emozioni e che avverte la mancanza di una ragazza...di una donna.''continua imperterrita.''Hai voluto vedere fino a che punto avresti resistito ed eccoti qui, a scodinzolare per lei, a gioire dentro di te perché adesso è tua. Lei è felice di essere tua ma ce la farai a lasciarla andare? Sei consapevole che un giorno, quando Sabrina tornerà, Agnese avrà il diritto di rifarsi una vita? Perciò, se ti manca, diglielo ed evita di farla sentire ancora più usata di quanto sia già. Cercala, non ridurti all'ultimo giorno e non fare il pazzo che la tempesti di chiamate.''
Vorrei dire alla mia coscienza che no, Agnese non credo sarà di un altro perché quando ami qualcuno con tutto te stesso, sei e resterai sempre di quella persona. Se mi ama come dice, gli altri non saranno mai importanti quanto lo sono io.