9- Sono un codardo

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CAPITOLO 9
QUANTICO

SETTE ANNI PRIMARoma

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SETTE ANNI PRIMA
Roma

Questa mattina sono corso in commissariato, non volevo leggere negli occhi di Sabrina il dispiacere provocato dal mio gesto, anzi, dal mio rifiuto. Mi sento come uno di quegli uomini codardi che scappa davanti alle situazioni importanti della vita, ai bivi da prendere. E' come se ieri sera mi fossi trovato a scegliere tra chi potrei essere e chi sono, scegliendo, ovviamente, l'uomo che sono adesso.

Sabrina voleva baciarmi quanto lo volevo io e sono certo che stavamo provando le stesse cose ma averla così vicino, avere il suo corpo spiaccicato al mio e le lingue aggrovigliate, unite dal calore della passione che è divampata, mi ha portato a fare un passo indietro.

Di solito, i baci così roventi, non li concedo nemmeno durante un amplesso. Reputo più importante un bacio di un rapporto sessuale. Puoi scopare chiunque con le dovute precauzioni, però il bacio è qualcosa di molto intimo che implica anche un contatto visivo. Non sempre invece fisso gli occhi di chi scopo.

Di solito sono contente quando avvertono il mio arnese sconquassarle l'utero. Qualcuna vuole anche attorcigliare la propria lingua alla mia ma non sono molto propenso a farlo. Preferisco più scopare che baciare.

Mi sono frenato in tempo, o forse no, perché ciò che ho provato è come una droga che vorresti provare ancora, tutti i giorni, anche adesso mentre sono nel mio buco di ufficio a imprecare contro me stesso e contro la mia natura da idiota patentato da oltre un ventennio.

Non sono pronto a darle qualcosa in più, quel qualcosa che non ho concesso a nessuna né tantomeno ho mai pensato di concedere. La mia famiglia è molto unita ma ho sempre visto quel tipo di rapporto come una sorta di arma tagliente. In ogni caso, ti farai male, soffrirai ed io non credo di essere nato per soffrire e per patire. Sono sentimenti che non concepisco.

In soli due giorni questa ragazza ha stravolto la mia vita e devo ancora capire come ci si sente a essere così.

E' come se il mondo ti piacesse, come se tutto ciò a cui fino a poco fa non avevi badato o a cui non avevi dato importanza, tutt'ad un tratto, fosse diventato limpido e bello.

''L'amore! Ma l'amore è tutto, è un diamante, è il tesoro di una fanciulla! Per meritare quest'amore c'è chi è pronto a buttar via l'anima, ad affrontare la morte.'', recita Dostoevskij. Ecco, io non sono pronto a buttare qualcosa, a cedere una parte di me. Sono conscio di non voler dare ma non sono stupido da voler ricevere. So di non poterlo pretendere perché a parte il cazzo non cedo altro.

In quella frazione di secondo, la reazione che ha avuto il mio corpo al bacio, mi ha fatto riflettere ed ho capito che non sono pronto a sentirmi così sballato, per il resto della mia vita.

Questi sono gli effetti di quel sentimento che rende schiavi i ragazzi del ventunesimo secolo, quelli che a differenza mia, sono schiavi di emozioni e vivono in virtù di esse. Ci sono situazioni che vanno troncate al nascere e l'amore, sì proprio quello, è una di queste.

Quantico-L'ombra di leiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora