CAPITOLO 40
AGNESESENTIMENTI CHIUSI AL BUIO
Quantico non risponde da giorni alle mie chiamate. Sono nervosa e nello stesso tempo abbattuta perché mi manca, ho voglia di sentirlo e di parlare con lui, di sapere cosa sta provando e cosa la sua testa e il suo cuore gli stanno dicendo. Avrà pensato a noi e alla notte di passione che abbiamo trascorso? Avrà capito che non gli sono indifferente? Tornato dal viaggio di lavoro in America, vorrà darmi una possibilità? Vorrà dare una possibilità al nostro rapporto?
Ho troppe domande nella testa a cui solo lui può rispondere, se solo lo volesse, il punto è che non vuole perché è un vecchio dispettoso. Dopo quella sera è come se fosse scomparso ed io ho la strana sensazione di essere osservata. E' come se ci fosse qualcuno intorno a me, poi mi volto e non c'è più nessuno, non vedo nessuno.
Non è Dimitar, lui non avrebbe problemi a farsi vedere e dopo la serata che abbiamo trascorso insieme, non l'ho più visto. Credo che si sia arrabbiato con me per via della decisione che ho preso. Mi dispiace per sua madre ma credo che debbano risolversi da soli i loro problemi perché io ne ho già troppi.
''Ricapitolando, Quantico non mi parla, Dimitar non mi parla e Samuel non mi parla.''
Ho detto a papà di ciò che è accaduto con l'avvocato e mi ha risposto di stare tranquilla ma di attendere Quantico prima di prendere una decisione. D'altronde, è Quantico che si sta occupando in prima persona del processo e secondo papà, spetta a lui trovarmi un altro avvocato, possibilmente competente. Non che Samuel non lo fosse ma si era preso una cotta per me e questo era un bel problema.
Esco dalla clinica e frugo nel mio zaino il cellulare che come al solito, è buttato alla rinfusa. Non c'è pericolo che Quantico mi cerchi perché ho recepito forte e chiaro il suo messaggio. Si farà vivo quando lui tornerà a Roma, ma non è giusto perché ho bisogno di sapere se ha scoperto qualcosa su mio figlio. Gliel'ho scritto un'infinità di volte e anche a caratteri cubitali che voglio sapere tutto della sua missione, ma non ho ottenuto risposta.
Se non avessi saputo dalla figlia che si sta godendo il mare e il sole delle Cayman con tanto di cappello panamense in testa, avrei pensato che fosse morto. Bene, Quantico chiama mio padre per accertarsi delle sue condizioni di salute, chiama Bruna così oltre a parlare con sua figlia riesce a sentire anche il nipotino, ma non chiama me. Stronzo.
Non posso pensare che si sia arrabbiato a tal punto da farmi questo. Dannazione, gliel'ho spiegato, lo sa che non amo utilizzare i dispositivi elettronici e che quella sera non potevo mancare di rispetto al mio interlocutore ma lui non ha voluto sentire ragioni. Anzi, gli interessava solo sapere con chi fossi stata in compagnia.
Lui ed io non siamo fidanzati, in teoria e in pratica non devo dargli conto di tutto e soprattutto, non c'è bisogno che mi ricordi LUI di rispettare i MIEI sentimenti. Se amo qualcuno, non vado a fare la zoccola in giro, anche se questa persona non mi ricambia perché ho rispetto di ciò che provo e di ciò che sento io! Quantico però non ragiona, si fa prendere solo dalla follia. ''Ok, ho perso qualche passaggio fondamentale dell'adolescenza ma la legge non cambia: se non sei fidanzata con un ragazzo, non devi dargli troppe spiegazioni e anche se fossi fidanzata, non vedo perché dovrei farlo a prescindere. La fiducia dovrebbe essere alla base di ogni rapporto.''