CAPITOLO 53
AGNESEIn amore vince chi fugge eppure, nonostante la mia corsa senza freni, lontano da questo hotel, ho appena perso l'uomo che amavo. Nulla lo farà rinsavire...nulla potrà cambiare le sue parole agghiaccianti. Non si è mai fidato di me e neanche mi ha concesso il beneficio del dubbio. Avrei dovuto raccontargli dell'omosessualità del fratello, ma accecato dall'odio com'era, neanche a quelle parole avrebbe creduto.
Ho fatto un passo indietro, impaurita e spaventata dai suoi occhi iniettati di sangue ma mai avrei pensato che in sala sarebbe riapparsa lei, il suo angelo...sua moglie. Papà gli ha sferrato un sacco di pugni contro e si è fermato solo alla visione di quella donna bellissima e di sua figlia. Quantico è corso verso di loro ed ha scelto loro, com'è giusto che sia...In fondo, sapevamo tutti che sarebbe finita così, con loro due insieme che chiudevano il cerchio di questa storia improbabile.
Mi sarebbe solo piaciuto se per me un attimo, Quantico avesse esitato e si fosse voltato verso di noi, verso me e suo figlio, ma come avrebbe potuto se crede che il bambino nel mio ventre sia di Dimitar? Almeno, quel momento di esitazione mi avrebbe fatto sentire considerata e invece per lui sono stata solo una nullità, un passatempo. Le parole uscite dalla sua bocca, quelle che pensavo fossero dettate dall'odio, forse le pensava davvero.
Ci saremmo potuti lasciare in modo diverso, nonostante fosse tornato ugualmente dalla moglie. Insomma, me lo sono augurata per lungo tempo un finale che non vedesse me come la poverina lasciata e usata, perché è così che mi ha fatta sentire Quantico. Sapevo che sarei stata io la non scelta ma tutta quella cattiveria non l'avevo messa in conto. Fa terribilmente male.
Corro per questo immenso vialone fino ad uscire fuori, in strada, ma succede una cosa strana. Il mio corpo si riempie di brividi e la vista inizia a sfocarsi. E' notte e non vedo bene e non perché non ci sia luce. Non riesco a mettere a fuoco gli oggetti né tantomeno le persone, ma il suo odore, quello della ragazza che un tempo era la mia migliore amica, lo riconoscerei ovunque.
Al peggio non c'è mai fine e quando tutto sta per andare male, potrà accadere qualcosa di ancora più terribile, questo l'ho appreso nel corso della mia misera e miserabile vita. Oggi è un giorno schifoso e domani potrà esserlo ancora di più. Infatti, all'appello mancava solo lei, Costanza.
Quello che le mie pupille riescono a captare è solo una chioma bionda e un corpo mingherlino come il suo. Vedo che si avvicina a me che sono sul ciglio della strada, non passano auto, non passa un cazzo di nessuno da qui. Nonostante la mia paura di andare in macchina con uno sconosciuto, dato che lo stupro è avvenuto in un'auto, giuro che adesso mi fionderei nella prima vettura del primo passante, affinché mi conduca il più lontano possibile da qui, dall'amore non corrisposto di Quantico, dall'odio di mio padre e dalla delusione inferta alla mia famiglia.
Stuart questa sera mi ha guardata in un modo che non dimenticherò mai. Credo che non mi perdonerà tanto facilmente. Questa volta l'ho combinata grossa...e in più sono incinta. Non mi terrà a casa con sé, mi vorrà fuori dalla sua vita. Non solo per questo motivo non mi vorrà. Ora è a conoscenza anche di Ron...mi odierà a morte.
Porto le mani alle tempie, i pensieri mi faranno scoppiare la testa. Il respiro diventa affannoso e sbando, nel tentare di allontanarmi da lei che piuttosto, si fa sempre più vicina a me.
<<Agnese>>dice.<<Ti devo parlare>>
Mi sento come se mi trovassi all'interno di una gabbia. Non riesco a scappare. Dei piccoli puntini luminosi riempiono la mia testa e offuscano quel poco di vista che è rimasta. Non so se il mio sia un attacco di panico, so solo che è terribile non vedere niente.