31-Chi va a Roma, perde la poltrona I PARTE

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CAPITOLO 31

CAPITOLO 31

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AGNESE

La musica rimbomba per tutto il locale. Sono andata alla consolle per abbassare il volume ma molti ragazzi mi hanno chiesto di alzarlo. Always somewhere degli Scorpions rimbomba all'Ivana Club, allietando giovani e adulti. E' la sera dell'inaugurazione e c'è un mucchio di gente. Lo staff sta lavorando molto ed io, oltre che a mettere le cannucce nei drink, non posso fare altro.

Papà ha ordinato ai baristi di non farmi stancare e loro sembrano essere intenzionati ad obbedire al grande capo, senza alcun tentennamento. Credo che nessuno in Italia svolga questo mestiere, quello di depositare delle fottute cannucce di colore nero in bicchieri pieni d'alcool per i maggiorenni e in bottigliette di succo o d'acqua per i minorenni.

''C'è davvero chi beve l'acqua con la cannuccia? Bah.''

Stuart voleva acquistare dai fornitori acqua in bottiglie di plastica ma sappiamo che la plastica, nonostante la raccolta differenziata che ne permette il riciclo, impiega cento anni prima di decomporsi. La bottiglia di vetro ne impiega molti di più, è vero, quasi quattromila, però nel nostro quartiere, la raccolta del vetro è ben organizzata e ho dato a mio padre il consiglio di limitare l'uso della plastica, materiale troppo inquinante per l'ambiente.

Questo locale è molto bello, sembra più una discoteca a dire il vero che un pub, perché c'è tanta gente che sta ballando e che sta bevendo che pare non dar fastidio a chi invece, sta consumando un grosso hamburger di angus con patatine annesse. Gli Scorpions, scelti da papà che ha gusti molto rockettari, accontentano tutte le fasce d'età.

All'angolo del bancone, con in mano un malloppo di cannucce, guardo questi ragazzi pieni di vita, con un'esistenza normale, più fortunata e meno complicata della mia. Si divertono, ridono e ballano e un po' li invidio, anche se vorrei tornare a casa mia e rifugiarmi sotto un plaid di lana, bere una tazza di cioccolata calda che papà mi prepara con amore-perché non sono capace di farla nonostante le istruzioni dietro la confezione- e studiare così da terminare il programma di storia e poter passare a quello di chimica.

Mi piacerebbe tanto che sotto quella calda coperta, ci fosse anche il mio bambino, stretto a me. Purtroppo, l'unico che poteva darmi una grossa mano era Quantico il quale però, non crede alla mia versione dei fatti. Di sicuro se ne sarà dimenticato di questa storia, altrimenti ne avrebbe fatto accenno.

Sognavo così tanto di uscire in questi mesi, di mettere piede fuori di casa e di tornare a respirare aria nuova ma tutto questo caos mi sta dando alla testa. E per aria nuova, intendo non la puzza di clinica riabilitativa o l'odore di libro, per quanto possa piacermi. E invece, non vedo l'ora di tornare a casa mia, nel mio mondo.

Papà mi ha chiesto gentilmente se, almeno la sera dell'inaugurazione, avrei potuto dargli una mano e non potevo tirarmi indietro. Non mi avrebbe mai lasciata da sola e dopo tutto ciò che è successo nelle ultime due settimane, non me la sono sentita di negargli la possibilità di essere presente e di poter vedere Bruna, ammesso che venga a trovarci con Tommaso, questa sera.

Quantico-L'ombra di leiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora