CAPITOLO 3
QUANTICOPRESENTE
<<La tua storia è davvero interessante. Potremmo scriverci un libro sai?>>
Quest'avvocatuccio dei miei stivali continua a dare fiato alla bocca.
''Come si spegne questo Samuel Gersi?
Dio santissimo, ha commentato ogni cosa che gli ho spiegato del mio incontro con Sabrina e tra poco verrà quella stupida di Agnese e spero che non sia chiacchierona come mia figlia Bruna o come mio nipote, altrimenti questa sera mi toccherà fare un tuffo nell'Oki prima di andare a dormire, altro che bicchiere.''
<<Tieni a bada le mani Leopardi e fai un po' di silenzio>>
Comincio a essere teso. Non riesco più a stare attaccato al bordo della cucina.
<<In verità, Leopardi era un poeta>>commenta saccente, volendo mostrare la sua intelligenza e i suoi studi.
''E sti cazzi.''aggiungerei.
O sei poeta, o sei scrittore, siamo lì insomma.
Ma quello che sta dicendo non mi importa più. Ho sentito il rumore del Suv di Stuart.
Gli ingranaggi si stanno muovendo.
Devo darmi una bella calmata o lei finirà per capire chissà che cosa.
Spero che non s'invaghisca di me perché le si spezzerebbe il cuore.Suppongo quindi, vista la reazione del mio corpo, che la piccola Campbell sia appena arrivata fuori casa mia.
Ohoh diamo inizio ai giochi.
Mi affaccio alla tendina della finestra che da sulla veranda e su parte della strada e vedo quell'auto nera, super costosa, che quasi sfigura accanto alla mia bellissima Volvo.
<<Stai zitto un po'. Studia piuttosto il caso altrimenti perdi il processo>>dico, con lo sguardo appiccicato alla finestra.
Se scopi in un'auto del genere, non si appannano neanche i vetri. Non c'è gusto e poi è tutto oscurato. Non riesco a leggere il labiale e a capire cosa si stanno dicendo. Per caso si stanno confessando?