CAPITOLO 29
AGNESE
Sento solo il rumore di una porta che viene sbattuta e le grida di Tommaso.
Mio fratello ha assistito al litigio avuto con Quantico, nonché suo nonno. Ammetto che, detta così, fa strano anche a me ma solo adesso che ci penso, per il resto, non ci penso mai.
Ci siamo dimenticati del bambino e avevamo promesso a papà e a Bruna che sarebbe andato tutto per il meglio.
E tutto questo perché quel rinoceronte me ne ha combinata un'altra delle sue, per non parlare del modo in cui mi ha ricordato che ho perso un bambino. Che stupida che sono stata, ho pensato addirittura che stesse capendo e si stesse sforzando di trovare le parole giuste. E invece...alla fine ha detto ciò che moriva dalla voglia di dire.
Come possono dire vicino a una madre che è meglio che il proprio figlio non sia nato? Quanto coraggio devono avere lui e mio padre? Sarebbe davvero il mio bene questo?
Questo pomeriggio, Quantico mi ha completamente evitata. Mi domando se ricorda cosa abbiamo fatto stanotte, cosa sia successo ieri sera a casa mia oppure se i neuroni nel cervello gli si siano completamente bruciati.
''O non ricorda oppure fa finta di non ricordare e credo vivamente che faccia finta.''
Come fanno gli uomini a mentire a loro stessi? Io non ci riesco. Per me è stato chiaro sin dall'inizio che Quantico mi piacesse. Ho provato anche a darmi del tempo e pareva aver funzionato, ma mi sbagliavo. Dalla prima volta in cui l'ho visto, dal nostro primo sguardo, mi ha perforato l'anima, senza neppure avvisarmi.
''Adesso, è lecita la domanda: Qualcuno ti avvisa quando sta per fotterti anima e corpo?''
Qualcuno dice che avverte il momento esatto in cui qualcosa nella tua vita sta per cambiare. Un po' come quando, al termine di un anno pieno di sventure, senti che il prossimo sarà migliore, sarà proprio il tuo di anno, quello in cui ti prenderai tutte le rivincite e farai ricredere un po' di persone ma in primis te stessa. Non so come sia possibile ma succede. A me, personalmente, non è successo. Anzi, se lo avessi saputo, mi sarei preparata psicologicamente a combattere contro questi picchi di emotività.
Mi sembra come di stare sulle montagne russe. Sono felice quando quegli occhi tetri mi fissano intensamente, poi triste, quando con le parole rovina ciò che di bello fanno i suoi occhi e le sue mani. Mi sento piena d'energia se so che devo vederlo, il mio cuore batte forte, i miei occhi e i miei sensi funzionano meglio quando c'è Quantico nei paraggi. Insomma, se quando avevo quattordici anni, quello che provavo pensavo fosse amore, ora posso dire che era solo paura di uscire da una situazione che concepivo come un labirinto.
A mio padre, purtroppo, non sto pensando. Sono una figlia sbagliata, lo so. Vorrei essere perfetta lo giuro, ma non puoi fingere di essere ciò che non sei, o almeno, non puoi farlo a lungo.