51-La festa-Fidarsi del proprio istinto

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CAPITOLO 51
QUANTICO

Tutto è nelle mani dell'uomo e tutto esso si lascia portar via sotto il naso, solamente per vigliaccheria .
-Dostoevskij-

La nicotina non ha calmato la mia ira o forse, più che di ira, dovrei parlare della delusione che ho provato nel vedere come, la ragazzina che professava d'amarmi incondizionatamente, in verità si stesse consolando con mio fratello.

Sono sempre stato un tipo scettico, titubante, poco fiducioso degli altri. Ho preferito, nel corso della mia vita, dare ascolto ai miei pensieri e alle mie sensazioni. Rare volte ho sbagliato e anche in questo caso, avrei dovuto fare appello ai miei sensi e non credere a quella finta luce che abbagliava i miei occhi.

Non ho mai concesso seconde possibilità nella mia vecchia vita, ma dopo aver conosciuto Agnese, dopo averle concesso l'esclusiva, ho cominciato a vedere tutto con occhi diversi e la vita dentro quella bolla, quasi mi stava piacendo. Ho risparmiato Dimitar alla cava, lasciandolo vivere, ho concesso ai miei genitori la possibilità di scusarsi e forse, andare a trovare mia madre è stata l'unica cosa che rifarei volentieri e non perché me lo abbiano chiesto, ma perché lei mi ama davvero e non ha mai smesso d'aspettarmi e soprattutto di crederci.

Se potessi tornare davvero indietro, porterei più rispetto a mia moglie e a Skyler e lascerei perdere quella grande cazzata delle emozioni provate. Non scopavo, sarà stato quello il motivo per il quale mi sono incantato dinanzi a quel paio di occhi chiari a quel corpo sbocciato da poco e giovane. Dovevo farmi gli affari miei e adesso mi trovo così, qui, a questa festa a cui per forza devo presenziare, con indosso la divisa ufficiale e in mano l'ennesimo bicchiere di whiskey che tracanno in un solo sorso.

Non lascio passare molto tempo, ne prendo subito un altro che però non bevo immediatamente. Mi guardo intorno, oggi sono parecchio su di giri, mi sento strano e non è solo per le sigarette oppure per l'alcool. Sento che deve succedere qualcosa. Spero solo che Agnese non si faccia vedere, non sopporterei né lei né suo padre. Li voglio fuori dalla mia vita, peccato che quello stronzo sia il padre di mio nipote e mi toccherà vederlo, sfortunatamente. La cosa buona però, è che non vedrò quella scozzesina. Dio sia lodato.

Ho promesso a me stesso che sarei ritornato sulla retta via, perciò, così sarà. Sono parecchio concentrato su mia moglie. Voglio riportare lei e nostra figlia a casa, al più presto e sento di essere vicino alla soluzione del caso e ho un dubbio...il dubbio che forse, Ettore c'entri in tutta questa storia.

Nessuno riesce più a trovarlo, non abbiamo notizie di lui e probabilmente, si sarà nascosto da quale parte. Perché è fuggito? Cos'ha da nascondere? Non ci credo che qualcuno lo abbia fatto fuori. E' immischiato in qualcosa di losco, forse proprio in quei traffici di contrabbando nell'America Latina.

M'intrattengo con qualche collega, felicemente sorridente accanto alla propria compagna, mancano solo la mia Sabby e la mia Skyler e sarebbe tutto perfetto. Ammetto che sono invidioso perché tutti hanno la propria famiglia mentre io no, mi è stato spezzato il cuore qualche anno fa e...qualche giorno fa, ci ha pensato una signorina a farmi del male.

Devo scacciarla dai miei pensieri.

Proprio mentre sono impegnato a conversare con i poliziotti di altri distretti, avverto strani movimenti. L'uomo con il quale stavo scambiando quattro chiacchiere, si è improvvisamente voltato lasciandosi sfuggire un fischio d'apprezzamento.

Stringo il bicchiere con forza, manca poco che si spacchi. Mi volto verso l'ingresso di questo salone, all'interno dell'hotel in cui siamo e la vedo, lei, la traditrice, quella che mi ha riempito la testa di frasi sdolcinate, salvo poi rivelarsi una grande menzogna.

Quantico-L'ombra di leiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora