I primi di Settembre.

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Tutte le situazioni sembrano controllabili quando non si ha l'ansia di doverle affrontare.

La vita di ognuno sembra bella quando non la si vive in prima persona.

Ogni cosa ha una soluzione, i problemi si risolvono.

Tutti i problemi non sono poi così tanto difficili, se a risolverli non sei da solo.

La vita non è così tanto complicata, se qualcuno ti da una mano gestirla.

E io sono sempre solo.

Quando ero bambino avevo spesso delle crisi respiratorie, che poi sono diventate meno frequenti col passare degli anni fino a sparire completamente 7 anni fa.
Da quando i miei hanno ripreso a litigare, quando avevo circa 15 anni, sono riapparse, anche se più leggere.. ma nulla che non riuscissi a gestire da solo, senza l'aiuto dei miei. Mi prendevo qualche minuto per respirare profondamente e di rado mi aiutavo con l'inalatore, ed era tutto a posto.
A 16 anni i miei hanno divorziato, io sono andato a vivere con mia madre in città, mio padre è rimasto in paese.
Quell'anno ho perso tutte le amicizie che mi ero fatto da quando ero bambino, nonostante la città dove ero andato ad abitare distasse solo 40 minuti dal mio paese Natale.
Avevo cambiato scuola, avevo cambiato palestra, avevo cambiato tutto, e pian piano ero riuscito a farmi degli amici.. non che per me fosse difficile socializzare, ma ci mettevo molto per fidarmi di qualcuno.
Un mese dopo i 18 mia madre decide di farmi un regalo, proprio il più bello della mia vita e proprio quello che mi serviva: ci saremo trasferiti di nuovo.
Non potevo di nuovo cambiare tutto, ero appena riuscito a fidarmi di qualche persona, ero appena riuscito ad ambientarmi.. e stava per ricominciare tutto.
Ma non era l'unico regalo: ci saremo trasferiti a Modena praticamente dall'altra parte della penisola, dal suo compagno, che tra l'altro avevo visto solo due volte e come se non bastasse avrei dovuto condividere la stanza con suo figlio, un ragazzo più o meno della mia stessa età.
Contrariamente a cosa si possa pensare, il fatto di aver già una base da dove partire, ovvero questo ragazzo, mi confortava.
Avevo vissuto la mia vita senza contare su nessuno, dentro di me gioivo al pensiero di poter avere una spalla.. mamma diceva fosse un bravo ragazzo, io ci avevo creduto, ma man mano che si avvicinava il giorno della partenza per Modena non ero poi così tanto sicuro di poter contare su di lui come un vero fratello, neanche sapevo se lui ne avesse la minima intenzione.. ma avrebbe potuto inserirmi nella sua cerchia di amici.. portato alle feste con lui.. speravo solo non fosse un nerd asociale.

Si chiamava Federico Zambelli, lo avevo cercato un po' su tutti i social ma le uniche foto che aveva erano di gruppo. Fortunatamente una era al suo compleanno e sono riuscito a riconoscerlo solo perché era davanti alla torta.
Non sembrava uno sfigato a dirla tutta.. perlomeno aveva degli amici.

Compio gli anni a giugno, se fate due calcoli, siamo ai primi di settembre.

Questa stanza è molto grande, c'erano già due letti in precedenza non c'è stato bisogno di fare cambiamenti. Non ho badato molto al colore delle pareti, non mi interessa nulla del contorno in realtà.
La stanza ha un balcone bello ampio, fin da subito avevo fatto 40 progetti per come sfruttarlo alla meglio. Forse è l'unica cosa che veramente aveva attirato la mia attenzione.

Il mio bel fratellastro non si era degnato di rivolgermi la parola, mi aveva stretto la mano il primo giorno e già avevo capito che non voleva avere niente a che fare con me.

Una mattina mi sono messo a strimpellare la chitarra.. non sapevo che fare, lui era sveglio dalle 10, aveva preso il cellulare e non si era mosso dal letto, io mi ero svegliato poco prima, ma guardare la home di Instagram piena di gente in vacanza mi metteva di mal umore. Evitavo ogni tanto.

Mi chiamo Benjamin Mascolo, e questa è la storia di come è cambiata la mia vita.

Ti dedico tutto. // fenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora