Erasmus

875 70 19
                                    



Quando tornammo a casa Zambo crollò come un sasso sul suo letto ancora vestito, inutile dire che io non chiusi occhio.
Non sapevo definire ciò che era successo.. ci aveva provato con me? Mi aveva solamente provocato? Era troppo ubriaco per capire quello che faceva?
Perché tutto quello al posto di infastidirmi, al contrario, mi aveva eccitato?

Verso le 4:40 accesi il cellulare e andai su Instagram a cercarlo. Aveva perlopiù foto da solo, una sola a Marzo con una ragazza distesi in un parco, c'era un cuore come didascalia, stavano insieme immagino. Poi a Maggio con un'altra ancora.
Niente che facesse pensare che fosse gay.
Ed ero sicuro, avevo controllato 4 volte.

Su internet qualcuno col mio stesso problema aveva fatto la stessa domanda
Le risposte?:
1. Ammettilo frate sei gay
2. Probabilmente sei in astinenza da molto
3. Forse sei bisex
4. È solo una fase
Scossi la testa, volevo parlarne con qualcuno.
Ma chi? Non avevo nessuno.

L'unica persona con cui avevo tenuto una conversazione negli ultimi giorni si chiamava Federico Rossi, avevamo parlato di quando dalla Germania si era trasferito in Italia con sua mamma a 6 anni, sebbene conoscesse l'italiano perché suo padre è italiano, si sentiva comunque in un altro mondo.
Lui però era un bambino e aveva saputo ricominciare, io avevo paura di non riuscirci.
Mi aveva rassicurato.
Ora però Federico era in Germania.. e non avevamo poi così tanta confidenza da parlare di cose così intime.
Lui neanche era mio amico.

"Ben, sei sveglio?!" La mamma mi svegliò due ore dopo che avevo chiuso occhio

"mh?" Dissi soltanto.

"Noi siamo fuori, c'è dell'insalata di riso in frigo. Basta per 10 persone non finitela tutta a pranzo."
Mi diede un bacio sulla tempia e chiuse la porta.

Aprii gli occhi, erano le 12, Zambo ancora dormiva nella stessa posizione. Gli tirai un cuscino in faccia, pensavo fosse morto.

Saltò: "Ma che cazzo?" Si domandò.

"buongiorno, stai dormendo da ieri nella stessa posizione pensavo fossi morto" gli dissi.

Si guardò intorno "ah? Ah si grazie del pensiero" era ancora stordito.

"Che ore sono?" Chiese 10 minuti più tardi.

"Mezzogiorno, mamma è passata qualche ora fa dicendo che sono fuori e c'è il riso già pronto."

Annuì "tua mamma cucina bene lo sai?"

Sorrisi "perché credi che stia ancora con lei?"

"Come ti senti?" Chiesi ripulendo il tavolo.

"Stordito, a che ora siamo tornati?"

"Relativamente presto, immagino. Insomma non faccio queste cose di solito." Risposi sincero.

Dopo pranzo aprì un barattolo di gelato e si sedette sul divano, lo guardai con la coda dell'occhio mentre mettevo a posto la tovaglia, poi mi avvicinai a lui, mi guardò un attimo pensieroso:

"Prendi il cucchiaio" mi disse

"Non volevo il gelato" si stranì

"Ah..no?" Probabilmente non sapeva cosa dire

"Volevo dirti che.. anche se non è mio solito farlo ieri è stato inevitabile sentirti mentre parlavi con i tuoi amici della tua ex fidanzata" volevo trovare un pretesto per parlargli di ciò che mi stava succedendo.

Io avevo bisogno che qualcuno mi ascoltasse.

Io avevo bisogno di parlare.

Io avevo bisogno di un amico, di un fratello.. e in quel momento era l'unica persona che si avvicinava a quella figura.

"Ehm." Abbassò lo sguardo "è abbastanza imbarazzante." cercò di infilzare il cucchiaio nel gelato

"Non lo è, sei ancora innamorato.. l'amore è un sentimento puro non credo che debba essere motivo di imbarazzo." Forse lo spiazzai.

Allargai le braccia sullo schienale del divano e feci per accavallare le gambe:
"Ti ascolto."

Mi guardò per una manciata di secondi
"È che.. per me più che un tradimento da parte sua.. per me è stata come una sorta di abbandono. Il secondo."

Rimasi in silenzio.

"Siamo stati insieme 3 anni, è stata la prima figura femminile a essermi così vicina dopo che.. dopo che mamma è morta."
Gli si spezzò la voce.

Decisi di continuare a tenere il silenzio.

"Non so se lo sai, ma non credo. Era incinta, era una femmina. Avrei avuto una sorella.. avevamo tinteggiato la camera di giallo perché non era né troppo femminile né troppo maschile" sorrise.

"Poi papà aveva comprato un nuovo letto oltre che alla culla.. per questo ce ne sono due, in camera."

Provò di nuovo a inserire il cucchiaio nel gelato ancora troppo ghiacciato.

"A 8 mesi e mezzo mamma mi disse di dover andare a ricoverarsi perché il parto sarebbe stato abbastanza difficile e sembrava molto vicino. Io pensavo, tutti pensavano, che addirittura sarebbe nata prima, figurati.
E invece non è mai nata.
E mia mamma non è mai più tornata."

Calò il silenzio.

Mi si strinse il cuore, io pensavo di aver sofferto le pene dell'inferno con il divorzio di mamma e papà, ma è meglio averli separati che non averli.
Meglio non aver mai avuto una sorella, che perderla poco prima di vederla per la prima volta.

"Mi dispiace" dissi.

"Non preoccuparti, ormai è superato da parecchi anni. È la mia ex ora il motivo del mio tormento, come ti ho detto, mi sembra di essere stato abbandonato per la seconda volta. Sto facendo di tutto per far ritornare come prima una relazione che ormai non andava. Sto sbagliando io." Riuscì ad inserire il cucchiaio nel gelato, finalmente.

"Non so in che modo potrei aiutarti, ma se hai bisogno ti basta chiedere. Non ho mai avuto un fratello ma immagino ci si debba aiutare, ti aiuto nel modo che posso."
Cercai di essere gentile.

"Puoi farla ritornare dalla Spagna?"
Chiese sarcastico.

"Spagna? Non credo, perché è spagnola?"

"Erasmus"
Rispose ovvio.

"Ah, e l'altro tipo è spagnolo?"

"Esattamente"

Gli misi una mano sulla spalla "fidati fratello, se è stata con uno spagnolo e continua a chiamarti, sei meglio tu."

Alla fine, il pomeriggio passò tra una chiacchiera e l'altra, non accennai a niente di quello che era successo la sera prima.
Forse era meglio così.

Devi aiutare se vuoi essere aiutato.

Ti dedico tutto. // fenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora