Perso.

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Stava andando tutto troppo veloce.

Non capivo più da che parte stesse la ragione, da quale parte il torto.. l'unica cosa che sapevo era che se Gesine aveva intenzione di separarci, inconsapevolmente lo stava già facendo.

Chiudete gli occhi e provate ad immaginarvi in una stanza bianca piena di gente, piena di cose, piena di suoni ma senza la persona più importante per voi.
Tante facce, tante voci ma nessuno sembra appartenervi davvero.

Era così che mi sentivo io.

Perso.

Ricordo quelle ore: una serie di insulti, accuse, parole forse pensate davvero, forse no.
Ci urlavamo di tutto.

Ero nervoso perché non riuscivo a capirlo, non riuscivo a leggere i suoi occhi, non riuscivo a vedere di fronte a me lo stesso Federico di sempre.

L'orologio segnava le 3 di notte quando decisi di alzarmi dal divano e tornare in stanza.
Gli occhi distrutti dalle lacrime, il cuore ancora mi batteva tremendamente forte.

"Mi fai un po' di spazio?" Gli sussurrai.

Era ancora sveglio.

Non me lo aspettavo ma mi accolse tra le sue braccia, non potei fare a meno di abbracciarlo e stringerlo più forte che potevo.

Io ero così debole nei suoi confronti, avrebbe potuto anche ammazzarmi con le parole, ma sarei ritornato sempre e comunque da lui.

Stavo così bene, quanto mi ero pentito di essergli stato lontano, ma forse ci aveva solo fatto bene riflettere in compagnia solo di noi stessi.

"Come stai?" Gli chiesi mentre ancora lo stringevo.

"Meglio." Rispose, lasciandomi un bacio tra i capelli.

Di nuovo il silenzio calò, ma non era un silenzio negativo.. sentivo che stargli accanto senza dire una parola fosse la cosa migliore da fare.

A volte non fare niente è la soluzione migliore, me ne ero convinto.

Ci addormentammo proprio così: prima lui, poi io, come era di solito.

Quella notte mi aiutò tanto, così tanto che il mattino dopo, appena aperti gli occhi, sapevo già cosa volessi e dovessi fare.

Non potei certamente fare a meno di baciargli il viso freddo, mi strinse forte le braccia attorno al busto portandomi sopra di lui, gli baciai le labbra, lui mi accarezzava dolcemente la schiena nuda, io, come mio solito, gli infilavo e sfilavo lentamente le dita tra i capelli.
Mi rilassava.

Poggiai le labbra su di un suo orecchio:

"Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata."

Mi allontanai per guardarlo, sorrise.

Poi mi avvicinai di nuovo all'orecchio.

"Voglio aiutarti in questo momento, amore. E per aiutarti posso fare solamente una cosa.."

Lo guardai ancora, voleva che continuassi.

Questa volta lo guardai negli occhi:

"Devo andare via. Devi arrivare ad un punto d'accordo con la madre di tuo figlio.. e devi fare tutto ciò senza la mia influenza."

Non sembrava molto convinto.

"Io ci sono, Federico. In qualsiasi momento hai il mio appoggio, non ne dubitare mai."

Scuoteva la testa.

"Hai bisogno davvero di restare da solo e riflettere, non ci puoi riuscire con me tra i piedi."

Mi spostai sdraiandomi su di un lato accanto a lui.

Sospirò, per qualche minuto non parlò.

"Hai ragione. Forse.. forse si. Dobbiamo allontanarci per un po'."

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Ciao! Sono tornata!
Mi scuso per l'attesa, vi aspettano tanti capitoli belli❤️

Ti dedico tutto. // fenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora