Non riesco a crederci.

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Non facevo che pensarci.

Zambo tornò circa un'oretta dopo di me, probabilmente la ricerca per loro fu più difficile.

Entrò in camera più esaltato che mai.

"Lo adorerai, lo adorerai ne sono sicuro."

Lanciò la giacca sul letto.

"Dimmi cos'è!"

"Scordatelo! Ah, ti aspetta giù, lo avevo dimenticato scusa."
Disse lanciando le scarpe da qualche parte.

Mi alzai dal letto e uscii.

Mi aspettava appoggiato alla portiera con le braccia incrociate, voleva fare il duro ma non lo era, era solo incredibilmente adorabile.

"Ciao!" Esclamò.

Gli diedi un bacio a stampo.

"Che hai fatto oggi?"
Mi chiese.

Alzai le spalle, ero uscito senza coprirmi e cercai di inserire le braccia nel suo giubbotto per stare più caldo.
"Sono uscito con Giovanni."

Aggrottò la fronte.

"Non ti dico niente solo perché Zambo mi ha detto cosa dovevi fare."
Avvertì.

Risi.
"Altrimenti?"
Gli chiesi con le labbra sulle sue.

Lui mi baciò, poi si staccò tenendomi il viso tra le mani.

"Ti voglio portare in un posto, entra."
Mi disse e mi aprì la portiera.

Ci fermammo poco più avanti, in una piazzetta di solito vuota la sera.

Sospirò, con gli occhi bassi.

Mi guardò una manciata di secondi più tardi:

"A te piace la tua vita? Tu sei felice di quello che hai concluso in 18 anni?"

Rimasi abbastanza spiazzato.

"Perché me lo chiedi?"
Non trovavo un nesso con niente.

"Dico.. se.. la tua vita dovesse finire in questo momento, tu saresti soddisfatto? Avresti dei rimorsi?"

Ma perché la vita sarebbe dovuta finire?

"Abbiamo 18 anni, non ci ho mai pensato.."
Scossi la testa.

Lui si aspettava una risposta.
Misi insieme qualche idea.

"Beh diciamo.. non sarei sicuramente soddisfatto perché ho fatto veramente poco... insomma ho vissuto una vita monotona, però.. però.. tutto sommato non credo che potrei essere più felice di come quando sto con te. Quindi se dovessi morire adesso, perlomeno morirei con la consapevolezza di aver passato gli ultimi giorni della mia vita con te, e si.. questo mi basta."

Non ci avevo mai pensato, ma man mano che parlavo trovavo la risposta.

Sentii di avere qualche certezza in più su di me, su di noi.

"Tu?" Chiesi a mia volta.

Lui, che fino a quel momento mi guardava negli occhi come se fossero pozzi talmente tanto profondi da dover cercare bene la fine, abbassò lo sguardo.

"Io.. ho fatto tante cose.. però.. no, non sarei soddisfatto, il problema è che vorrei essere soddisfatto ogni giorno. Se fossi morto dopo l'incidente, io non sarei stato soddisfatto di niente, e non faccio altro che pensarci."

Volevo sapere cosa gli stesse succedendo, più di ogni altra cosa.

"Posso aiutarti in qualche modo? Dimmi che cosa c'è.."

Annuì, sorprendentemente.

"Puoi aiutarmi scusandomi perché parto. Almeno saprei che non ti lascio infelice, solo questo."

Rimasi qualche secondo a pensarci.

Lui non era mai stato così.

"Va bene. Davvero, Federico, per me va bene. Tanto ci sentiamo sempre, non è un problema.."
Cercai di tranquillizzarlo, e finalmente sorrise.

"Non credo ci sia molto da vedere."
Scherzai, qualche minuto più tardi, rivolgendo lo sguardo alla piazza.

"Lo so, volevo che fossimo solo io e te."
Tolse la cintura di sicurezza e si girò verso di me.

Prese una busta dal sedile posteriore.

"Tieni."

Lo guardai incuriosito.

"Che cos è?"
Chiesi imbarazzato.

"Apri!" Mi incitò a farlo.

Aprii.
Due biglietti per Parigi.

Non stavo capendo niente.

"Fede?" Chiesi, emozionato.

Si morse le labbra.
"Partiamo il 24 mattina e torniamo il 26 mattina, sono solo due giorni, poi vado ad Amburgo, ma credo che saranno molto intensi, anzi ne sono sicuro!"

Il mio cuore stava scoppiano.

Mi aveva regalato un viaggio per Parigi, la capitale dell'amore, solo io e lui.
Avremmo passato Natale insieme.
Insieme io e lui.

Scoppiavo di felicità.
Gli saltai addosso e lo abbracciai.

Gli diedi una decina di baci, forse di più.

"Non riesco a crederci!"
Dissi guardando di nuovo i biglietti.

Lui mi osservava soddisfatto.

"Non pensavo nemmeno che fossi rimasto!"
Esclamai.

"Ben, amore.. non devi avere dubbi su quanto ti amo e quanto io desideri stare con te, ma ci sono delle cose che in un certo senso mi obbligano a passare lì le vacanze, solo non vorrei che tu pensassi che sto con te controvoglia. Saranno i giorni più belli della tua vita, te lo prometto."

Preso dall'euforia mi concentrai solo su di noi e non su tutto il resto, andava bene così.

"E i tuoi? Glielo hai detto che li raggiungi più tardi?"

Sospirò.

"Sì, e ho detto anche a tua madre del viaggio, sa già tutto, devi solo fare la valigia!"

Ti dedico tutto. // fenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora