Fin da sempre ero stato abituato a pensare solo a me. Non avere fratelli, non avere amici, non avere un punto fisso, non avere dei genitori presenti.. era stato come se la vita mi stesse spingendo a prendermi cura di me soltanto.Non ero mai stato abituato a capire le persone, né a scovare a fondo nelle loro motivazioni.
Non avevo mai pensato a niente che non fosse la mia inutile vita.
Ero egoista, ero veramente molto egoista.
Rimasi sveglio tutta la notte.Non potevo credere di averlo fatto, io non lo volevo nemmeno.
Volevo capire meglio, non lasciarlo.
Forse la sua accusa di essere egoista un po' mi fece arrabbiare, ma era quello che in realtà ero.
Avevo pensato solo a me stesso anche questa volta, non mi ero nemmeno preoccupato del fatto che Federico avesse speso dei soldi per portarmi ad Amburgo, tra l'altro.
Volevo in qualche modo rimediare alla cazzata fatta, ma non sapevo come ritornare sui miei passi.
Ero certo però che qualsiasi cosa avessi fatto, Federico mi avrebbe accolto a braccia aperte. Di quello ero sicuro.
Alle 4:00 mi arrivò una notifica, tolsi il cellulare dalla carica e lo portai nel letto mentre continuava a vibrare:
F: vorrei tanto ritornare a Parigi, sotto la tour eiffel illuminata di notte, dirti che ti amo più di ogni altra cosa, e dirti che non riesco a vivere senza di te.
F: e vorrei chiederti se ti andrebbe di condividere il mio cuore con un'altra persona, che non sarà mai al tuo posto, e tu non sarai mai al suo, perché vi amo in due modi completamente diversi.
F: e poi vorrei dirti che l'aereo è per Amburgo, e che ti porto a conoscerlo come ti porto a conoscere tutta la mia famiglia.
F: che ti farei da traduttore, e che poi magari ti insegnerei qualche parola in tedesco.
F: e vorrei tanto che tu mi dicessi che non vedi l'ora di farlo, che mi ami così tanto che non ti spaventa la reazione di nessuno.
F: però non posso tornare indietro.
F: se me lo concedi, possiamo provare ad andare avanti e fare esattamente tutte queste cose.
F: non riesco a dormire, vorrei tanto che tu fossi qui con me.
Bloccai il cellulare lasciandolo tra le coperte.
Portai le mani agli occhi costringendoli a non piangere, ma non potei fare altrimenti.
Cominciai a singhiozzare e faticavo a trattenermi per non farmi sentire da Zambo, respirai profondamente e ripresi il cellulare tra le mani.
B: Ritorneresti con un'egoista come me?
F: non ti lascerei mai.
B: lo sai che ti amo, vero?
F: lo so, lo sento.
Le lacrime ripresero di nuovo a scendere, mi sentivo veramente male.
Presi il cellulare, andai verso la cucina, che sapevo fosse il luogo più lontano dalle camere da letto.
Digitai velocemente il suo numero.
"Hey.."
Piangeva, potevo quasi vedere le sue lacrime nascoste da un finto sorriso.
"Mi dai un po' di tempo per pensare?"
Andai diretto.
"Tutto quello che vuoi, Ben, tutto il tempo del mondo."
Mi sforzavo per non fargli capire quanto anche io in realtà stessi soffrendo, ma non potevo riuscirci.
"Mi manchi da morire."
E lì singhiozzai. Non avevo intenzione di dirglielo ma fu veramente spontaneo.
"Non sai a me quanto manchi, quanto mi manca il tuo sorriso, i tuoi occhi.."
Chiudevo gli occhi e lo vedevo in lacrime, non volevo più sentirlo parlare.
"Buonanotte, Fede."
Un po' mi calmai.
Respirò profondamente, poi rispose.
"Sì.. buonanotte Ben."
Non riuscivo a riattaccare, come immagino nemmeno lui.
Alla fine lo feci io.
Ritornai in camera, una nuova notifica:
F: ti sento un po' più vicino al cuore.
Mento se dico di non aver sorriso.
Riuscii a dormire almeno un po'.
Mi svegliai verso le 10, feci colazione sotto gli sguardi curiosi di Zambo.
"Beh?" Chiesi.
"Vi siete visti ieri?" Aspettava solo che io gli dessi corda.
"Sì."
"E?"
"L'ho lasciato."
"Coooosaa? Ma tu sei impazzito? Cioè si e fatto in 4 per te, per passare il Natale con te, per prenotare l'hotel disponibile più bello di Parigi, l'aereo per Amburgo, ha portato qua suo figlio e tu lo lasci?"
Mi sentivo ancora più di merda.
"Si ma poi stanotte ci siamo sentiti su whatsapp.. in un certo senso gli ho detto che ci avevo ripensato e che.. volevo solo un po' di tempo."
Allontanò la sua tazza e incrociò le mani sul tavolo.
"Ascoltami bene, fratellino, hai pianto come non so cosa questa notte. Ti sentivano anche i gatti sul soffitto. Se tu vuoi stare con lui, fallo, Ben. Non pensare ad altro che all'amore che provi nei suoi confronti.. io sono certo che risolverete tutto."
Lo ascoltai senza dire niente.
"Dai, fatti abbracciare."
Lo abbracciai."Noi stamattina andiamo da lui, portiamo un regalo al bambino dato che è la prima volta che lo vediamo. Tu che fai?"
Mi chiese speranzoso.
Scossi la testa.
"Non mi va."Non mi andava ancora.
Forse vedere lui si, forse mi andava vedere Federico, però vedere lui con suo figlio.. no, non ci riuscivo.Io volevo stare con Federico, no ero certo, ma volevo davvero stare con un ragazzo con un bambino di mezzo?
Questo non lo sapevo, a questo volevo pensare.
Speravo che Federico mi avesse dato più tempo possibile.
Quando fu di ritorno Zambo mi mostrò delle foto che avevano fatto, tra cui una sua con Mathias in braccio.
"Ben, è minuscolo, e poi sembra di guardare Federico, fa spavento quasi. Menomale che non ha preso dalla madre." Rise mentre scrollava le foto.
"Perché, è brutta?"
Chiesi."No.. solo che.. non è bella come Federico."
Alzò le spalle."Hey vacci piano."
Gli diedi un finto pugno sulla spalla."Che fai il geloso?"
Si incuriosì."No.. cioè.. si, guarda la tua Flora, insomma!"
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Ti dedico tutto. // fenji
FanfictionNon sentirsi mai nel posto giusto e non avere nessuno su cui appoggiarsi tormentava Benjamin da tutta la vita. Benjamin Mascolo ha da poco compiuto 18 anni e si trasferisce insieme a sua madre a Modena. È di nuovo costretto a ricominciare da capo co...