Non so come iniziare a spiegarvi gli istanti successivi:Federico era la felicità in persona, mi chiese di fare un giro in auto e gli dissi di sì.
Non smetteva di sorridere come del resto anche io, non mi ero mai sentito meglio.Zambo mi chiamò al cellulare, gli avevo detto che li avrei avvisati dopo cena per vederci tutti insieme, ma in quel momento avevo solo voglia di stare con Federico tutta la sera.
Mi inventai una scusa senza neanche chiedere a Federico se lui invece volesse vedere gli altri, ma ero convinto che anche lui aveva voglia di stare solo con me.Dopo circa 20 minuti ci fermammo a fare rifornimento e io rimasi in auto ad aspettarlo.
Incredibile come non sentirlo per due minuti esatti mi avesse fatto sentire così tanto la sua mancanza, tanto che quasi gli saltai addosso quando rientrò.Mi guardò per una manciata di secondi senza dire una parola, semplicemente mi guardò. Poi parlò:
"Andiamo a casa mia? Ti va?"
Mi chiese e sapevo cosa intendesse.
Annuii e basta, lui mise in moto.
Chiuse la porta di casa alle sue spalle, io tolsi il giubbotto poggiandolo sul divano.
Stavo per sedermi fin quando non mi prese per il bacino tirandomi a se, sorrise poggiando immediatamente le labbra sul mio collo, prima di torturarne una piccola porzione.
La pelle mi si tinse subito di rosso, così come le guance, lo avvertivo, erano letteralmente un fuoco, come io ardevo di desiderio e passione.Posai le mani sulla sua schiena, lui tirò indietro le braccia sfilando la sua giacca con noncuranza.
Ansimai quando la sua lingua leccò leggermente le mie labbra, sgranai gli occhi per guardare Federico, era così bello.
Spostai in dietro il suo ciuffo biondo, nel contempo lui liberava il nostro corpo dai vestiti inutili.
Sembra strano ma non avevo alcun pudore, volevo che lo facesse più di ogni altra cosa al mondo.Mi prese in braccio tenendomi stretto al suo petto portandomi fino alla sua camera al piano superiore, facendo attenzione a non sbattere contro le pareti dure e fredde.
"Vuoi farlo, no?" mi chiese in un sussurro come se anche lui dovesse convincersi.
Annuii incapace di formare una frase di senso compiuto, il che mi rese ancora più tenero ai suoi occhi.
Mi accarezzò i capelli facendomi sdraiare delicatamente sul letto morbido al centro della stanza.
Iniziò a baciarmi il petto, ero molto impacciato, come se improvvisamente avessi dimenticato tutto.Agitai le mani sulla schiena accarezzandolo su e giù.
Ridacchiò.
"Sei nervoso, amore?"
Di nuovo quella parola, pronunciata da lui, era così bella.
Chinai il viso in avanti catturando le sue labbra in un bacio dolce e casto, che ben presto si trasformò in un urlo disperato di attenzioni.
Il nostro intimo finì per terra, con una lenta ed agognante tortura da parte del biondo che si divertiva a vedere il mio corpo contorcersi, ed io gemevo già di piacere mentre Federico muoveva e scontrava sinuosamente i fianchi contro i miei spingendo con delicatezza e molta sicurezza.
Sapeva il fatto suo, sapeva quali punti toccare come se avesse studiato ogni centimetro della mia pelle.
Sentivo la carne bruciare, come se quel contatto provocasse mille scintille incandescenti.Lasciavo sul suo petto baci languidi e pieni di ardore, era veramente bellissimo con la luce soffusa e la fronte imperlata di sudore.
La sua bocca cercava disperatamente la mia, dando vita a baci diversi da quelli precedenti, le nostre lingue si muovevano all'unisono.
Ero sovrastato dai brividi, era tutto così perfetto ed incredibile.
Le gambe iniziarono a tremare ed il mio respiro si fece pesante, intuì che fossi quasi al culmine.Strinsi tra le mani i suoi glutei invitandolo a spingere più forte, anche lui era allo stremo delle forze ma assecondò la mia richiesta ed aumentò la velocità delle spinte.
Gettai indietro la testa schiacciandola forte contro il cuscino, mi abbandonai in pochi minuti al piacere più totale, sensazioni che solo con lui riuscivo a provare.Si accasciò stanco sul mio petto, io mi affrettai ad abbracciare il suo corpo nudo.
Ero pieno di dubbi, non sapevo se questa storia fosse giusta oppure no, se stessimo correndo troppo.. ma avevo un'unica certezza in quel momento: io ero suo, e Federico era mio.
Non volevo tornare a casa, non volevo per niente al mondo allontanarmi di un solo millimetro dal suo corpo.
Mi riempiva di piccoli baci il volto ancora accaldato mentre teneva strette le mani dietro alla mia schiena.
Le coperte leggere ci coprivano dal gelo di quella stanza semi buia, io riuscivo comunque a vedere i suoi occhi brillare.
"Stai bene con me?" Gli sussurrai qualche attimo dopo.
Lui non rispose, non sembrava avesse intenzione di dirmi qualcosa in verità.
Mi sorrise, annuì e mi baciò le labbra.
"Sei la mia persona."
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Ti dedico tutto. // fenji
FanfictionNon sentirsi mai nel posto giusto e non avere nessuno su cui appoggiarsi tormentava Benjamin da tutta la vita. Benjamin Mascolo ha da poco compiuto 18 anni e si trasferisce insieme a sua madre a Modena. È di nuovo costretto a ricominciare da capo co...