La cosa più bella del mondo.

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"No! No! No! Federico!"

Erano le tre di notte, Federico si era messo in testa di farmi impazzire.

Avevamo passato tutta la serata fino a quel momento a chiacchierare, semplicemente a chiacchierare.
Io con la mia tuta grigia, lui con solo i pantaloni del pigiama blu a quadretti, sotto le coperte a coccolarci.

"No, ti prego, Federico!"

Aveva cominciato un po' per caso a darmi baci sul collo, poi mi aveva sfilato la t shirt bianca contro la mia volontà, e ora stava continuando a scendere, sempre di più.

"Benjamin, dai, lo abbiamo fatto quasi sempre da me e loro erano nella stanza accanto!"

Creò un contatto visivo con me.

"Si ma non sapevano niente! Ora ho l'impressione che siano con le orecchie tese! Non farmi arrabbiare, ti prego!"

Lo tirai fuori dalle coperte sotto cui si era nascosto.

Sbuffò mettendosi a sedere incrociando le braccia al petto.

Sorrisi alla scena.

Improvvisamente scese dal letto e mise la felpa e le scarpe.
Tirò il piumone dal letto piegandolo alla meglio.

"Ma che stai architettando?"
Gli chiesi.

"Chiudi gli occhi."
Mi chiese a sua volta.

"Ma cosa?"

"Chiudi gli occhi!"
Mi ordinò.
Lo feci.

Mi sentii sollevare per poi ritrovarmi appeso come un sacco di patate su di lui, stavamo uscendo dalla stanza.

Volevo dargli un calcio per farmi scendere, ma alla fine non lo feci.

Mi sarei fatto portare ovunque.

Velocemente ma silenziosamente prese le chiavi della macchina, aprì la porta e uscimmo.

Ero seminudo, scalzo e con -10 gradi, volevo ammazzarlo sul serio, ma mi fece la gentilezza di portarmi in braccio fino a dentro la macchina, mi lasciò la coperta sulle gambe e mise in moto.

"Dove stiamo andando?"
Domandai divertito per la terza volta.

"In un posto dove i miei non possano sentirci."
Rispose, finalmente.

"Stai guidando da 10 minuti credo che anche se fossimo rimasti in auto fuori casa non ci avrebbero sentiti.."

Tolsi la cintura di sicurezza e iniziai ad avvicinarmi per quanto potevo, tracciando con il pollice il contorno dell'orecchio, poi passai a dargli baci sulla spalla, si mordeva le labbra senza dire una parola.

Svoltò bruscamente in un vicolo cieco, anche abbastanza buio, spense il motore.

"Non è per niente romantico." Mi imbronciai guardando fuori.

Tolse anche lui la cintura di sicurezza.

"Ohw, e invece io dico di sì."

Iniziò di nuovo a baciarmi il collo con foga.

Ridacchiai.

"Non ho mai fatto sesso in auto."
Commentai.

"Si sta un po' scomodi, però..."
Abbassò lo schienale della sedia mentre si posizionava sopra di me.

"E se ci vedono?" Chiesi, mi piaceva tantissimo vedere il suo viso quasi sofferente mentre cercavo di distrarlo.

"Non mi interessa niente."

"Niente?"

"Niente."

In un modo o nell'altro ci ritrovammo sui sedili posteriori.
Ricordo benissimo tutti i particolari di quelle ore: i suoi occhi liquidi, i capelli troppo lunghi per stare per stare fermi, la pelle d'oca, i morsi sul collo, ai lobi delle orecchie.

Ricordo il suo respiro pesante, la mani forti che mi stringevano il bacino, i graffi sulla schiena, le mani contro i vetri del finestrino..

Tutti quei "ti amo" sussurrati un po' a caso senza neanche pensarci, quando i nostri sguardi si incrociavano e non sapevamo fare altro che dirci quanto ci amavamo, quanto tutto quello fosse solo l'espressione di un sentimento così dolce, così forte, così potente.

Lo sentivo mio, lo sentivo totalmente mio.

Non mi ero accorto di quanto fosse in realtà frenato prima di sapere di suo figlio, prima di conoscerlo sul serio.

Io pensavo che il vero sentimento fosse già ciò che avevamo prima di Natale, ma più quella notte passava più mi stavo rendendo conto che anche solo una settimana dopo aver fatto l'amore per l'ultima volta si era stravolto tutto, ma in senso positivo: mi sentivo completamente diverso, sentivo di appartenergli in ogni modo, sentivo di stare facendo tutto ciò che avevo sempre desiderato con la persona che inconsciamente avevo sempre ricercato in tutti.

"Fede ...amore, mi fai.. ah.. mi fai male così.."
Sussurrai tra i gemiti.

Sembrò non sentirmi.

C'era quasi, lo lasciai fare.

Effettivamente arrivò all'orgasmo un attimo dopo.

Era forse la terza volta in quelle poche ore, era stremato, lo vedevo, ma era felice.
Non perse nemmeno un minuto per riprendersi che iniziò a massaggiarmi l'erezione.

Mi riversai sulla sua mano.

Lo pregai di non farlo ma alla fine lo fece, la leccò.

Ve l'ho detto che quella notte stava cercando di farmi impazzire.

Restammo per più di mezz'ora stretti in un abbraccio, avvolti nella coperta.

Non avevamo detto una parola ma leggevo nei suoi occhi le stesse emozioni che avevo provato io.

Non desideravo altro.

Passò l'indice sulla mia clavicola spostando lì lo sguardo.
"Mi sa che tutto questo diventerà viola nei prossimi giorni.."

Sussurrò.

Sorrisi, gli toccai un punto preciso del collo.
"Devo aver esagerato, a te e già quasi viola, è possibile?"

Ridacchiò.
"No.. sarà la scarsa luce, forse è solo rosso."

"Abbiamo mai fatto qualcosa di più bello, Fè?"
Decisi di chiederglielo, solo per sapere se avesse provato la mia stessa sensazione.

Lui annuì inaspettatamente.

Speravo non mi parlasse del sesso nella doccia dell'hotel a Parigi, probabilmente lo avrei preso a schiaffi.

"Ci siamo conosciuti, ci siamo scelti fra sette miliardi di persone. La cosa più bella che abbiamo mai fatto.. Ben.. è stata sceglierci."

Non ero pronto a quella risposta, non risposi.

Si spiegò meglio:

"Per me aprire gli occhi la mattina e sapere che hai scelto di essere mio è la cosa più bella del mondo. Noi siamo la cosa più bella del mondo."

Ti dedico tutto. // fenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora