Ho paura, Zambo.

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Quello che sto per raccontarvi non l'ho mai detto a nessuno, neppure a Fede.

Io e lui ci siamo incontrati per la prima volta anni fa e in quel momento mi sono reso conto che la mia vita era cambiata.
Avevamo scambiato solo due parole, eppure mi sentivo come se fosse stato il destino a farci incontrare.

Ogni mio traguardo, ogni mio gesto, ogni mio sorriso, ogni mia lacrima, ogni mio respiro sono per te.
Ti dedico tutto.

Nonostante avessi dormito tutto il pomeriggio alle 10 ero già a letto, ero stufo di continuare a pensarci, volevo per un momento togliere la spina ai pensieri.

I ragazzi andarono via prima di cena, li sentivo commentare le foto dalla camera da letto mentre cercavo di studiare qualcosa.

Federico non lo sentivo.

Zambo mi aveva fatto un sorriso quando andai a cena, e aveva cercato di mantenere alta tutto il tempo l'attenzione su di lui mostrando le foto della sua festa ai nostri genitori.

Tornammo in camera velocemente, io continuavo ad essere silenzioso.

"Gli altri vanno al cinema, ho detto che non saremo potuti andare perché doveva venire una mia zia per darmi il suo regalo. Ho pensato non volessi uscire."

Mi disse, annuii.

"Non voglio chiederti cosa è successo, se non hai voglia di parlarmene puoi stare tranquillo, davvero, però se hai bisogno di un abbraccio io ci sono."

Sembrava preoccupato per me, non doveva.

Sorrisi e lo abbracciai, fece lo stesso.
Per me lui era come un fratello, lui era mio fratello.

"Siete ancora amici e basta?" Chiese retorico, sedendosi sul mio letto accanto a me.

Alzai le spalle, lo guardai:
"Diciamo un amico che bacia bene." scherzai.

Sorrise fingendo di darmi uno spintone.
"Credo che tu gli piaccia molto."
Ammise.

"Si?"

"Non l'ho mai visto così angosciato però. Mi ha anche chiesto di dirti di raccontarmi cosa è successo!"

"Questo te lo sei inventato!"

"Lo ammetto, ma sul serio era molto angosciato. Sono sicuro che risolverete."

"Non lo so."

"Hai visto le foto di ieri?"

Scossi la testa.

"Meglio che lo fai, ti mangiava con gli occhi."

.

Erano all'incirca le tre di notte quando il cellulare di Zambo cominciò a squillare insistentemente.
Io dormivo, lui dormiva, non ci accorgemmo delle prime due chiamate.

Poi una terza volta, il suono era sempre più martellante, ci svegliammo insieme, lui si allungò per prendere il cellulare dal comodino, io mi andai a sedere sul suo letto accanto a lui.

Le telefonate di notte mi spaventavano, nessuno avrebbe chiamato alle 3 se fosse stata una sciocchezza.

Rispose.
"Giò? Che è successo?"
Domandò con la voce impastata.

Avevo il cuore che andava a mille.

"Un casino, un casino Zambo!"

Riuscivo a sentirlo anche io per quanto urlava.

"State bene? Dove diavolo siete?"
Si agitò.

"Siamo andati a bere una cosa dopo il cinema e mentre.."

Ti dedico tutto. // fenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora