"Mi vedo con Giovanni" dissi a Zambo mentre uscivo.Mi guardò, anzi, mi fissò per un po'.
"Ah ok" aveva detto, non gli avevo spiegato ancora nulla ma ero convinto che dopo glielo avrei raccontato, sicuramente.
Respirai profondamente più volte mentre lo aspettavo.
Poi arrivò:
"Hey" mi disse, con una sigaretta tra le labbra e una busta in mano.
"questa è tua" continuò, passandomi la busta."Ciao."
Gli dissi semplicemente, passandogli la sua di busta.Si sedette di fronte a me e spense la sigaretta nel posacenere.
"Volevo dirti che poi dopo ci ho parlato, con Simone. Dice che voleva solo avvisarti di non fare il galletto."
"Bel modo per avvisarmi" ricordai.
"Già, ma sta tranquillo. Ha avuto due pugni nello stomaco senza fiatare. Non ti tocca più."
Non sapevo se ringraziarlo, se annuire e basta.. che dovevo fare?
"Si, comunque grazie, mi avrebbe mandato all'ospedale se non fossi arrivato. Non mi so difendere."
Confessai.Lui sorrise "qualsiasi cosa, conta su di me."
"Certo" risposi sorridendo a mia volta.
Si accese un'altra sigaretta.
"Per quanto riguarda gli altri, non ho detto niente a nessu.."
"Tu ti ricordi quello che è successo a casa tua?"
Lo spiazzai, mi spiazzai.Buttò fuori il fumo.
"Vagamente. Cioè si so che ti ho, cioè, non ti ho messo a tuo agio. Lo so."
Non mi guardava.Io lo fissavo.
"Nel senso, non so cosa mi sia preso.. a me non è mai successo di fare una cosa del genere, non con un ragazzo."
Tentò di guardarmi ma abbassò lo sguardo.
"Non me la sono presa" gli dissi, ed era vero
"Mi hai solo.. non so, confuso."Non gli avrei spiegato il perché.
Non volevo dirgli di essermi eccitato.
Non volevo neanche dirgli che provavo attrazione nei suoi confronti.
E non poteva sapere per nessun motivo al mondo che lo pensavo ogni tanto, forse spesso.
Ma non mi aiutava se prendeva a pugni qualsiasi minaccia per me.
E non mi aiutava per niente sorridendomi e facendomi occhiolini."Teniamoci a distanza, per favore."
Lo pensavo sul serio. E non perché avevo paura di lui, ma avevo paura di me stesso."Ohw, ehm.. scusa." Sembrò davvero dispiaciuto.
Ma io non volevo che si dispiacesse,
Non volevo che capisse che il problema era lui.
Non mi ha capito."Ci vediamo a scuola." Mi salutò e andò via
Non riuscii a dire altro.Fermo immobile nel letto nella mia stanza aspettavo che la sveglia suonasse per alzarmi.
Di solito io mi svegliavo sempre qualche minuto prima, non ho mai capito il perché.Era ormai una settimana che avevamo iniziato, eravamo ancora tutti un po' sconvolti per il ritorno tra i banchi.
Speravo quella settimana di riuscire a parlare un po' di più con Giovanni, da quando gli avevo detto quella cosa cercava di evitarmi. Volevo dirgli che era tutto apposto e che non mi importava.
Glielo avrei detto."Buongiorno" dissi guardando Federico, e sedendomi al mio posto.
"Ti ho sognato stanotte." Andò diretto lui, senza nemmeno salutarmi.
"Wow ti stai innamorando di me" scherzai tirando fuori il cellulare dalla tasca.
Scosse la testa ridendo.
"Allora oggi vieni da me?" Mi chiese
Avevo del tutto dimenticato il lavoro di biologia da fare.Portai una mano alla fronte sgranando gli occhi "ti prego dimmi che è fattibile in un pomeriggio" lo implorai.
Alzò le spalle "se non ti distrai."
Alle 15 in punto ero da lui.
Lo avevo chiamato 6 volte al cellulare ma partiva la segreteria.
Bussai il campanello e nel frattempo pregavo qualche santo in cielo che mi avesse aperto lui.Ma non me ne andava bene una.
"Salve, sono un amico di Federico. Dobbiamo vederci per studiare!"
Cercai di risultare simpatico.Sua mamma era bionda, molto bionda e chiarissima di pelle.
La guardavo negli occhi e ci rivedevo Federico.
Sembrava glieli avesse strappati e messi sulla sua faccia.
Neanche fotocopiati sarebbero stati così simili.
Quell'azzurro era meraviglioso.Sto divagando.
"Ben!" Lo vidi scendere le scale velocemente.
Disse qualcosa in tedesco alla madre che mi sorrise.
Poi mi invitò a salire.
Lo seguii."Scusa ho visto adesso le chiamate." Stava mettendo a posto velocemente la scrivania.
Mi guardai intorno curioso.
Qualcuno una volta mi ha insegnato che dalla camera di una persona riesci a capire l'80% di come è fatta.
Ma in camera sua non c'era altro che vestiti in disordine e libri sparsi.
Due foto attaccate alle pareti.
Mi avvicinai per osservarle con lo zaino ancora sulla spalla."Che fai?" Mi chiese, sembrava infastidito.
"Scusa volevo vedere le foto"
"Non importa. Iniziamo?"
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Ti dedico tutto. // fenji
FanfictionNon sentirsi mai nel posto giusto e non avere nessuno su cui appoggiarsi tormentava Benjamin da tutta la vita. Benjamin Mascolo ha da poco compiuto 18 anni e si trasferisce insieme a sua madre a Modena. È di nuovo costretto a ricominciare da capo co...