Er ist Benjamin.

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Approfittai del tempo in cui Federico riportò Mathias dalla madre per chiamare la mia di mamma:

"Ben?"

"Mamma, sono ad Amburgo, scusami mi sono appena liberato, ho avuto solo il tempo di mangiare qualcosa."

"Tutto bene? Sei arrivato tutto intero? Il borsone con l'inalatore?"

"C'è."

"Bene cosi."
La sentivo strana.

"Benjamin.. forse non è il momento, ma io davvero non riesco a non pensare.."

"Mamma, per favore. Sono grande e vaccinato decido io se voglio stare con un ragazzo con figlio, ok?"

"Benjamin... ma che dici.. tu sei un ragazzino! Ascolta, io non so come sia successo tutto questo a Federico, ma tu non ti puoi assumere tutte queste responsabilità, non sei pronto.."

"Mamma smettila, io non ho alcuna responsabilità, non è mio figlio, e poi questo bambino ha una madre che non gli fa mancare niente, vede Federico appena lui può, io sto solamente con suo padre, fidati, non c'è alcun problema!"

Cercai di tranquillizzala.

"...mh, vabbè, mi fido di te. Però mi raccomando Ben, fai risolvere a loro le loro cose, tu fai solo quello che ti compete. Ok?"

"Va bene, tu smettila di preoccuparti!"

Provate a sommare l'ansia di conoscere i parenti del vostro fidanzato/a -di un altro paese e che non parlano la tua lingua- all'ansia di vedere la loro reazione quando farà coming out, sapendo che ha un figlio con una donna, con la quale non è mai realmente stato.

Non pensavo di poter superare la giornata.

Letizia bussò alla porta dei suoi genitori, accanto a lei suo marito.
Dietro io con Federico.

Mi prese la mano, me la strinse forte.

Gli rivolsi lo sguardo, deglutì.

"Stai calmo." Gli sussurrai avvicinando le labbra all'orecchio.

Lui semplicemente mi guardò con il sorriso all'angolo della bocca, mentre una signora non troppo anziana aprì la porta.

"Oma, er ist Benjamin."
Disse, dopo averla abbracciata.

Non avevo capito, ma ero quasi certo che avesse detto il mio nome, mi stava presentando.

La donna rimase un po' sconcertata, chiese qualcosa.

Solo più tardi Federico mi disse che gli chiese se fossi un amico, lui le disse che stavamo insieme.

Rimase un po' di tempo a guardarci.

Poi si avvicinò suo nonno, disse la stessa cosa di prima dopo aver abbracciato anche lui.

Io, che dapprima sorridevo imbambolato, stavo cominciando a spaventarmi.

Il nonno si girò verso la mamma di Federico, lei prontamente disse qualcosa, mi venne vicino e mi mise un braccio sulle spalle sorridendomi.

Mi girai a guardare Federico che sorrideva, poi improvvisamente mi ritrovai travolto dall'abbraccio di sua nonna, suo nonno semplicemente mi strinse la mano.

La stessa identica cosa si replicò con 4 zii e 3 cugini.

Io non avevo nemmeno detto ciao.

Neanche sapevo come si dicesse.

Più tardi mi ritrovai seduto sul divano davanti alla tv, Federico teneva il braccio dietro alla mia schiena e mi carezzava il bacino mentre ascoltava attentamente il telegiornale.

"Che dice?"
Chiesi indicando il giornalista.

Alzò le spalle.
"Si è perso un ragazzino, boh."

Misi una mano sulla sua sul mio bacino.

"Ma che gli ha detto tua mamma prima?"

Alludevo al discorso coi nonni e con tutti coloro che erano arrivati dopo.

Federico mi guardò, poi mi mise una mano tra i capelli, dovevano probabilmente essere fuori posto.

"Che sei come un figlio, e che mi hai dato più  amore di quanto sia riuscita a darmi lei in quasi 19 anni, e che mi hai restituito la felicità che la vita ha tentato di togliermi più volte."

Rimasi incantato a guardarlo sereno mentre lui continuava a giocherellare coi capelli.

"Sul serio?" Sussurrai quasi.

"Mhmh.."

Disse, poi mi mise la mano dietro al collo, fece forza sul bacino tirandomi più verso di lui e mi baciò, nonostante ci fosse sua cugina intenta a leggere un libro sulla poltrona e un bambino di circa 6 anni che giocava con i soldatini accanto a noi.

Avevo notato che sbirciassero, ma nessuno disse niente.

Non si può dire niente all'amore.

Ti dedico tutto. // fenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora