Allora?

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Non era stato tanto facile addormentarmi e non lo era stato nemmeno per lui.
Lo capivo, aveva una paura tremenda di perdere suo figlio.. ma non avrei permesso che accadesse, sicuramente Gesine aveva bisogno di maturare quella notizia e pensarci meglio, ero sicuro che non avrebbe fatto niente del genere.
Lei e Federico non si sopportavano, è vero, ma entrambi sapevano che Mathias aveva bisogno di entrambi i genitori e per di più ero assolutamente certo che Gesine sapesse quanto bene Federico volesse al suo bambino.

Non poteva andare così.

Quella mattina fu molto silenziosa.
Federico aveva fatto colazione senza dire una parola, Letizia non c'era, il padre di Federico lavorava al computer in salotto.

"Vuoi un altro biscotto?" Chiese mentre chiudeva il pacchetto.

"No, va bene così."
Risposi.

Furono le uniche battute che ci scambiammo.

Capivo che fosse abbastanza sconvolto è stressato, però perché trattava così anche me?

Lo vedevo smanettare sul cellulare mentre io ripiegavo il pigiama.

"con chi parli?" Gli chiesi.

"Nessuno.. sto solo su.. Instagram."

Annuii, non mi aveva comunque convinto.

"Ho una proposta."
Attirai la sua attenzione.

"Andiamo da Gesine, io prendo Mathias e lo porto a fare un giro, tu intanto parli con Gesine e vedete di arrivare ad una soluzione. Ci stai?"

Sembrò pensarci.

"Non credo sia.. forse si dovrei parlare con lei ma non credo che tu debba venire."
Aveva la testa bassa.

"Perché?"

Non rispose.

"Federico, mi puoi spiegare perché?"
Andai a sedermi accanto a lui.

Non ero nervoso ma forse utilizzai un tono acido.

"Ben tu non c'entri niente. Ok? Fammi risolvere le cose con lei non serve che mi stai addosso."
Si alzò e uscì.

Improvvisamente le parole di mia mamma mi rimbombavano nella mente:

"...mh, vabbè, mi fido di te. Però mi raccomando Ben, fai risolvere a loro le loro cose, tu fai solo quello che ti compete. Ok?"

E mai come quella volta mi resi conto di quanto avessi bisogno di lei nella mia vita.

Guardai dalla finestra Federico prendere la macchina e partire, non capivo come comportarmi. Non ce l'avevo certamente con lui, ma perlomeno avevo bisogno di non essere trattato così.

Quasi due ore dopo ritornò.

Entrò in camera silenzioso e tolse il giubbino appendendolo all'attaccapanni.

Si sedette sul letto proprio di fronte a me.

Mi mostrò un cioccolatino che aveva in tasca per poi passarmelo.

"Scusa" sussurrò, mentre si mordeva le labbra, io lo afferrai per poi sedermi composto.

Lo girai un po' tra le mie mani guardandolo, poi spostai lo sguardo su di lui.

"Allora?"

"Allora.." sbuffò "allora niente, era più morbida rispetto a ieri però continua a pensare fermamente che non permetterà che io condizioni il pensiero di Mathias. Non ha alcun senso."

Già, non aveva alcun senso.

"Mi auguro ti abbia fatto stare un po' con lui."
Gli dissi.

"Sì, sì."

Gli vibrò più volte il cellulare, visualizzò senza rispondere poi rimise il cellulare in tasca sotto i miei occhi curiosi.

"Ma chi è che continua a scriverti da stamattina?" Domandai.

Sospirò: "lei. Cioè in realtà le ho scritto io stamattina, volevo arrivare ad un punto d'accordo però poi l'ho raggiunta."

"Appunto, sei appena tornato, che altro vuole?"

Sentivo di starmi infuocando, non avrei mai ammesso però di essere geloso.

"Ribadirmi tutto."

"E cioè?"

Nessuna risposta.
Mi alzai dal letto.

"Federico mi stai facendo innervosire, davvero tanto, smettila di stare in silenzio e dimmi che cazzo vuole."

"Non vuole che lo veda in tua presenza, per questo stamattina sono andato da solo."
Confessò.

"Grande, veramente. Grandioso. Tu glielo permetti pure."
Mi alterai.

"Che cosa vuoi che faccia?"
Quasi urlò.

Scossi la testa, mi girai e uscii dalla stanza.

Ti dedico tutto. // fenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora