Che ne sai tu?

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Finalmente dopo più di un mese dall'incidente, Federico ritornò a casa.

Ero sollevato, innanzitutto perché lui era veramente arrivato al limite, non ne poteva più di stare lì, e poi perché finalmente passavo un po' più di tempo a casa senza avere la preoccupazione che si sentisse solo.
A casa sua aveva tutti i suoi comfort e sicuramente anche a lui avrebbe fatto piacere recuperare un minimo di intimità.

Nel tempo che era stato in ospedale avevo imparato tante cose di Federico: una per tutte che era geloso, era geloso di qualsiasi cosa.
Era geloso se messaggiavo quando ero accanto a lui.
Era geloso se postavo una foto su Instagram e qualcuno commentava.
Era geloso se andavo via mezz'ora prima dicendogli di avere delle cose da fare.
Era geloso anche delle infermiere!

Una volta un'infermiera abbastanza giovane venne a cambiargli la fasciatura, mi salutò chiamandomi per nome.

Io la conoscevo perché era sempre di turno di pomeriggio sul piano di Federico, mi copriva qualche volta se andavo via più tardi del previsto. Niente di più.

E poi non era così facile dimenticare uno che si chiama "Benjamin".

La guardò male per tutto il tempo e lanciava occhiatacce anche a me.

Quando andò via gli chiesi cosa avesse, e lui per tutta risposta mi disse:

"Che ne sa lei come ti chiami?"
Ed era pure nervoso.

"Gliel'ho detto io, ci vediamo tutti i giorni all'uscita!" Io gli dicevo solo quello che in realtà era.

"È per questo che ieri hai detto di avere delle cose da fare?" Chiese ancora.

Risi.
"Federico tutto ok? Non sto uscendo con l'infermiera, avevo solo da stampare la ricerca di storia dell'arte!"

Continuava a guardarmi male.
Mi sedetti sul suo lettino e gli feci il solletico, sembrava non andargli bene nemmeno quello.

"Federico lo sai che c'è una sola persona su questo ospedale che mi interessa, anzi non solo in questo ospedale, proprio sulla faccia della terra c'è una sola persona, e sei tu!"

Gli dissi.
Mi interessava solo lui, se non si fosse capito.

Il giorno successivo al ritorno a casa ovviamente non ritornò a scuola.
Io, Zambo, Yuri e Giovanni pensammo di fargli una sorpresa presentandoci a casa sua con qualche dolce, e così poco dopo le 4 eravamo da lui.

Non era ancora nel pieno delle forze ma si era ripreso abbastanza e ci regalò qualche ora di normalità.

Lui era seduto sulla sua poltroncina nella stanza, Zambo sulla sedia della scrivania, noi altri sul letto ma a me, ovviamente, non andava bene tutta quella di stanza tra di noi. Inutile dire che feci in modo di avvicinarmi a lui sedendomi prima sul bracciolo della poltrona, poi approfittando di un momento di attenzione su Zambo gli chiesi all'orecchio di alzarsi e sedersi sulle mie gambe.

Non se lo fece ripetere due volte.

"E voi due che si dice?" Chiese d'un tratto Giovanni.

Mi aspettavo una domanda del genere e soprattutto mi chiedevo perché ancora non arrivasse, ma Federico probabilmente no.

Arrossì tutto, lo guardai sorridendo perché mi aspettavo che spiegasse qualcosa lui.

"B-b-beh penso si noti. Cioè, stiamo, ecco, ci stiamo frequentando. No?"
Lasciò la palla a me.
In realtà mi stava implorando di toglierlo da quella situazione.

Sorrisi guardandolo in imbarazzo, poi rivolsi la mia attenzione a Giovanni.

"Ehm, si ci stiamo conoscendo un po'. Insomma credo che ormai sia abbastanza evidente che abbiamo un rapporto che va oltre l'amicizia!"

Yuri rideva sotto ai baffi.

"Che cazzo ridi?" Chiesi, fingendo di essermi innervosito.

"È inutile che ora fate così tanto i misteriosi, che vi scopate con gli occhi lo abbiamo capito più o meno la festa di Zambo!" Rispose.

Federico mi guardò imbarazzato.
"Non credergli, non se ne era mai accorto." Mi sussurrò, poi si sistemò meglio sulle mie gambe e portò un braccio dietro al mio collo cominciando ad accarezzarmi la nuca.

Non so come finimmo a parlare di ex, so solo che Giovanni iniziò a fare un elenco di tutte le persone che si era portato a letto e dovette prendere un quaderno per scriverle tutte o avrebbe perso di continuo il conto.

Quando alle 7 andarono via decisi di restare qualche altro minuto lì e ritornare più tardi, strappò dal quaderno la pagina che utilizzò Giovanni e cominciò a ridere guardandola.

Si sedette accanto a me sul letto:

"Guarda, ha scritto il nome di questa 3 volte.. mi sa che ha imbrogliato!" Scherzò accartocciando il foglio e lanciandolo verso il cestino.

"Anche se avesse imbrogliato direi che mi batte!" Commentai.

"Beh non ci vuole molto immagino."
Rispose lui stringendosi un po' a me.

"Che ne sai tu?" Corrugai la fronte.

Alzò le spalle:
"Ti piacciono i ragazzi!" Mi fece notare.

"Guarda che non lo sapevo prima di arrivare qui, ho avuto una ragazza in prima e in seconda superiore, ma sono stato sfigato: lo abbiamo fatto solo quando cominciammo a capire che in realtà stavamo insieme tanto per abitudine e volevamo aggiustare le cose. Non è accaduto più di due volte.
E poi ho avuto una cosina con una in classe mia lo scorso anno. Solo sesso direi."

Gli spiegai.
Mi ascoltò ma non disse niente.

"Tu?" Chiesi.

"Ehmmmm parliamo d'altro."

"Dai non ti credo che non te ne sei scopata una non fare il santo!" Affermai.

Sbuffò: "sì, ma non mi piace parlarne. Ho avuto una sola storia ed è stata molto complicata quindi non voglio parlarne con te."
Sembrava nervoso.

Io non capii.
La nostra era una sorta di relazione ancora non ufficiale, si, ma avevo il diritto di sapere delle cose sulle sue precedenti relazioni.

"E perché complicata?" Gli chiesi.

Roteò gli occhi.
"Un giorno ti racconto tutto. Non mi sembra il caso adesso, sono appena tornato a vivere! E a proposito di vivere, vorrei viverti un po' fuori dalle 4 mura, solo io e te. Che dici?"

Cambiò argomento.

Io sorrisi imbambolato e iniziai a baciarlo, mi scoppiava il cuore quando mi parlava così.

Quando tornai a casa quella sera ripensai al discorso ex e mi ricordai che in realtà non avevo mai visto sui social una sua foto con una sola ragazza che potesse sembrare la sua fidanzata, era solo e sempre con ragazze diverse.

Zambo mi salutò appena entrato in camera, io non lo sentii.
Ovviamente notò che qualcosa non andasse:

"Federico sta bene?"
Mi chiese preoccupato.

"Si sta bene, solo che.. non ti ha mai raccontato qualcosa sulle sue relazioni precedenti?"

"Relazioni?" Chiese sedendosi.

"Si, avrà avuto una ragazza?"
Cominciai a incuriosirmi.

Zambo sembrava leggermente a disagio.
"Ehm.. lui non ti ha detto niente?"

"Di cosa?" Mi insospettii.

Restò qualche minuto con la bocca socchiusa, riflettendo probabilmente.
"No no, voglio dire, non ti ha raccontato nulla delle storie che ha avuto?"

"No, non mi ha detto niente."
Risposi.
"Perché, dovrebbe?"
Domandai.

"Non lo so, lo dicevo perché, cioè, dovreste parlarne voi. A me Federico non ha mai raccontato delle sue ragazze, quindi se proprio hai bisogno di sapere qualcosa, chiedilo a lui!"

Rispose nervoso, poi aprì la porta e andò via.

Pensavo si fosse solo infastidito, non diedi molto peso ai suoi atteggiamenti.
E quel discorso finì lì, così come la mia curiosità di saperne di più.

E forse sbagliai già allora.

Ti dedico tutto. // fenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora