In quell'esatto momento sapevo bene in tutta sincerità cosa sarei andato a dire a Gesine.
Ci avevo pensato per tutto il tempo durante il viaggio ed ero arrivato ad una sola e unica conclusione: non le avrei sicuramente fatto un discorso su Federico, né su suo figlio, né sul modo in cui avrebbe dovuto educarlo.
Non le avrei fatto un discorso sull'omosessualità, sulla famiglia, sull'amore universale.Non sarebbero state certamente le mie parole a farle cambiare idea.
Era quella l'idea.
Non lo nego: avevo molta ansia, anzi, paura di poter peggiorare la situazione.
Tra me e me non facevo altro che ripetere:
"Andiamo Benjamin, sii per una volta coraggioso. Qui parliamo della tua storia d'amore. Parliamo della tua vita, della tua salute mentale, della tua felicità."
Ed è di me che le avrei parlato.
E quindi si, feci un lungo viaggio dall'Italia solo per quello: parlarle di me.
Ringraziai mio padre mentalmente per avermi pagato e soprattutto costretto a frequentare per due anni consecutivi il corso di inglese intensivo.. speravo che lei qualcosa ne capisse o avrei parlato a vuoto.
Mi invitò ad entrare cortesemente. Notai che in casa fosse sola, neanche il bambino c'era.
Più tardi mi spiegò fosse dal pediatra.
"Federico non sa che sono qui."
Fu la prima cosa che tenni a chiarire.Annuì incitandomi a spiegare il motivo della mia presenza mentre mi offriva una tisana.
Come anticipato, le parlai di me.
"L'unica cosa che sai di me è che mi chiamo Benjamin. Vorrei che tu mi conoscessi meglio. Quando ero bambino ho sempre desiderato fortemente avere una sorellina. Però, malgrado ciò, sono figlio unico. Sai perché? Perché ho avuto una grande sfortuna nella mia vita: nascere da due genitori che -purtroppo- non si sono mai veramente amati.
I loro continui litigi facevano si che l'atmosfera a casa non fosse mai tranquilla e, come puoi immaginare, ha molto influito su di me che ero un bambino.
Spesso avevo attacchi di panico, crisi respiratorie, pianti isterici. Ero un bambino abbastanza complicato e credo che sia stato questo a tenere insieme i miei genitori, fino a quando poi non hanno deciso definitivamente di separarsi, qualche anno fa. È stata la scelta migliore che potessero prendere e non solo per loro due ma anche per me. Sto molto meglio."Mi ascoltava attentamente e notavo gli interessasse.
"Mathias ha avuto la mia stessa sfortuna più o meno. Complicata certamente dal fatto che non vivete insieme e che Federico abita addirittura in un'altra nazione.. non voglio paragonare le due cose ma, nella sostanza.."
"Lo so."
Disse a sguardo basso, probabilmente si sentiva molto in colpa per la situazione in cui suo figlio stava crescendo."Mia madre ha ritrovato la serenità ora che sta con un altro uomo e io sono felice per lei. E fidati se ti dico che sarei stato più felice se avessero deciso di separarsi quando ero un bambino, piuttosto che fare finta che tutto fosse perfetto. I miei, figurati, hanno più dialogo adesso che prima."
Annuiva palesemente distratta, forse stava pensando al futuro di Mathias.
Per qualche minuto stette in silenzio, non rispose.
Guardai un po' in giro la casa: era molto accogliente, si notava che ci vivesse anche un bambino dai numerosi giochi in giro, tra cui anche la mia macchinina.. ma la cosa che mi fece soffermare a riflettere fu che ovunque c'erano foto della sua famiglia, sul caminetto, appese sui muri, sul mobile del televisore.
Ovunque e in tutte le dimensioni si potevano osservare ritratti della famiglia perfetta con suo padre e sua madre dietro, lei e suo fratello davanti, talvolta seduti, talvolta alzati.
Da qualche parte anche Mathias con loro.
Sembravano molto uniti.Forse era proprio il concetto di famiglia perfetta che la faceva ragionare così.
E dunque, notando che non aveva intenzione di rispondere, decisi di continuare io.
"Gesine, a te davvero disturba il fatto che Federico stia con me? O che in generale stia con un uomo?"
Mi guardò per pochi istanti.
Non riuscii a decifrarlo lì per lì, il suo sguardo.
Più tardi mi resi conto che non avrei mai potuto farlo, perché neanche lei sapeva come stava, neanche lei aveva idea di come sarebbe andato tutto, neanche lei sapeva cosa fosse la cosa migliore per Mathias, cosa fosse il meglio per lei.Le avevano sempre insegnato il valore della famiglia su ogni altra cosa, le avevano imposto un concetto di amore famigliare standard, e per lei non esisteva altro che "mamma, papà e figli."
Stava male nel sapere che suo figlio sarebbe cresciuto solo con la madre e non era pronta, forse, a vedere suo figlio crescere e rendersi conto di non essere stato cercato, di non avere un padre e una madre che si amassero e vivessero sotto lo stesso tetto.
Si decise a dire qualcosa, evidentemente con fatica:
"Non ho mai voluto credere che tra di noi fosse realmente finita. Non ho voluto farlo nemmeno dopo che, incinta, mi lasciò."
Una lacrima le rigò il viso, subito si affrettò ad asciugarla.
"Ciò non vuol dire che io sia innamorata di lui o che voglia rubarti il.... rubarti Federico. Voglio solo che mio figlio sia felice come da piccola lo sono stata io con una famiglia unita."
Sapevo che fosse quello il problema.
Si sfogò. Piangeva ormai, tentava invano di rimandare giù le lacrime guardando più in alto che potesse.
"Sei una brava madre Gesine. E Federico è un bravo padre, gli vuole molto bene nonostante passi poco tempo con lui."
Sorrise.
"Si.. lo so.. anche Mathi gliene vuole."
Mi sentii un po' meglio.
"E.. devi comunque considerare che mancano pochi mesi al diploma.. dopodiché lo vedrà anche più spesso."
Annuì, asciugandosi le lacrime.
Le presi una mano e la strinsi nelle mie.
"Gesine.. so che Federico sta soffrendo, che ha avuto una discussione con tuo padre e ha dovuto avvertire l'avvocato per vedere come risolvere la situazione nel minor tempo possibile. Io non voglio che lui soffra e neanche tu lo vuoi.. so che tieni a lui. Quindi per favore, metti fine a tutto questo.."
Respirò profondamente, ma ancora non rispose.
"Io non so se la nostra relazione durerà ancora per molto tempo, ma nel caso, ti prometto che Mathias non solo avrà una madre speciale e un padre fantastico, ma avrà anche uno ... zio? che gli vorrà un gran bene. Non sarà mai da solo."
Le sorrisi rassicurandola.
Tolse la mano dalle mie.
"Chiamo l'avvocato."
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Ti dedico tutto. // fenji
FanfictionNon sentirsi mai nel posto giusto e non avere nessuno su cui appoggiarsi tormentava Benjamin da tutta la vita. Benjamin Mascolo ha da poco compiuto 18 anni e si trasferisce insieme a sua madre a Modena. È di nuovo costretto a ricominciare da capo co...