Una persona speciale.

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Ammetto che ci rimasi di stucco quando Federico mi disse di trovarsi a Modena e di aver portato dietro suo figlio, ma non avevo comunque alcuna voglia di vederlo.

Ritornai a strimpellare la chitarra, passavo da una melodia all'altra, in totale confusione, così come il mio cervello.

Zambo entrò in camera tappandosi le orecchie.

"Ben! Smettila un attimo!"

"Che vuoi?" Chiesi.

"Farti vedere una foto."

Sbloccò il cellulare sedendosi sul mio letto.

"Beh in realtà.. volevo farti vedere varie cose."

Aveva un tono dolce.

"Mhmh" lasciai la chitarra sistemandomi meglio.

"Però.. per favore, ascolta tutto prima di interrompermi."

Mi guardò per una conferma, annuii con un cenno.

"Ti ho già detto che Federico ci ha parlato pochissimo di suo figlio, e quasi mai da vicino. Poche volte, talmente poche che posso fartele vedere tutte."

Non avevo voglia di ascoltare, ma lo avrei fatto per Zambo.

"Questo è un audio che ci ha mandato non appena nacque.. ora te lo faccio ascoltare."

Deglutii.

"Ragazzi è nato! Sono sconvolto, è uscito da.. è stato traumatico ma bellissimo! Pesa 3,4kg e.. ragaaaa non riesco a spiegarmi! È mio figlio!"

Si sentivano diverse voci sotto, la sua in primo piano. Sentivo dal tono fosse felicissimo e soprattutto emozionato.

Mi scappò un piccolo sorriso.

"E poi, dopo qualche ora ci ha mandato questa foto.."

Mi fece vedere la foto di un neonato con su una tutina azzurra.

Rimasi qualche secondo a guardarlo attentamente.

Buttava l'occhio ogni tanto su di me per vedere le mie reazioni.

Non avevo detto una parola.

"E poi.. a Pasqua ci ha inviato questa foto, ha il vestito da coniglietto, immagino tu abbia già visto questa foto, è attaccata al muro di casa sua."

Presi in mano il cellulare.
Sembrava Federico, erano maledettamente simili.

Feci un respiro profondo, gli ridiedi il cellulare.

"L'ultima foto che ci ha mandato.. è stata questa. È stato a settembre, credo che tu lo avessi già conosciuto, aveva compiuto un anno."

Sentivo gli occhi inumidirsi.

"Come è andato il viaggio?" Gli chiesi, non sapevo che altro dire.

"Male, ho vomitato per tutto il volo e sono tornato alle 4:30 a casa."

"Ah, capisco. Saresti potuto partire un po' prima magari."

"Resto più tempo possibile con i miei parenti quando posso. Fino a dicembre non ci andrò più e fa nulla, ho perso solo qualche ora di sonno."

Il cuore mi si stringeva nel petto.

"E.. oggi sua mamma ha postato questa foto."

Lasciò che prendessi il cellulare.

Erano in aereo: Federico indossava la felpa azzurra che gli avevo regalato, dormiva.
In braccio il bambino, anche lui addormentato, il ciuccio tra le labbra e le manine che tenevano strette in pugno la felpa.

Mi sentii una schifezza per aver odiato con tutto me stesso quel bambino.

Zambo interruppe i miei pensieri.

"È la prima foto che vediamo di loro due insieme."

Lo guardai incredulo, ma era vero.

Gli ridiedi il cellulare.

Si alzò dal letto.

"Ben.. se non hai visto ancora Instagram.. fallo."
Disse, poi lasciò la stanza.

Recuperai il cellulare tra le lenzuola.

Effettivamente Federico aveva postato una foto.

Lui e il bambino, belli come il sole, sorridenti, con dietro un paesaggio di case innevate, i nasini rossi dal freddo.

Sorrisi per un secondo.

Guardai la didascalia.

"Pronti per conoscere una persona speciale 🇮🇹 ✈️💕."

Rimasi forse per minuti interi a fissare la foto.

Federico non aveva mai parlato di suo figlio, nessuno lo sapeva.
Federico non aveva neanche mai parlato di me con nessuno.

Federico aveva postato una foto con suo figlio, insieme, pronti per conoscere una persona speciale, pronto per conoscere me.

E io lo avevo rifiutato ancora.

Ti dedico tutto. // fenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora