Mano nella mano.

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Girava e rigirava con la forchetta il cibo nel piatto davanti a lui.

Aveva lo sguardo perso, gli occhi spenti.

Non ero riuscito a farmi dire cosa si fossero detti, non mi rispondeva quando glielo chiedevo.

Mi sentivo dannatamente in colpa.

Suo padre aveva capito che ci fosse qualcosa di strano.

"Come sta Mathias?" Chiese.

Non rispondeva.

"Bene! Gli ho portato un regalo oggi."
Risposi al suo posto.

Annuì.

Letizia mi domandò coi gesti cosa avesse.

Alzai le spalle.
Effettivamente non lo sapevo.

"Vado in camera."

Disse, alzandosi.

Sospirai giustificandomi con lo sguardo davanti ai suoi genitori e lo seguii.

Si era buttato di peso sul letto, chiusi la porta alle mie spalle e mi avvicinai, dapprima sedendomi a guardarlo e ad accarezzargli il braccio, poi mi sdraiai accanto a lui.

Non dissi niente e non gli chiesi niente.

Sapevo che avesse bisogno solo che gli stessi accanto.

Non potei fare altro che coccolarlo per forse delle intere ore, solo in quel modo riuscii a farlo sciogliere e ad avere un dialogo con lui.

"Va meglio?" Chiesi in un sussurro mentre ancora gli passavo le dita tra i capelli.

Annuì.

"Sono stato troppo duro prima, non c'era motivo."
Riuscii a dirgli.

"Tranquillo."
Finse un sorriso.

"Amore, non mi va che stai così, dimmi che vi siete detti, fammi capire qualcosa.."

"Ho fatto quello che dovevo, Ben. Mi ha chiesto perché ti avessi portato qui e perché avessi fatto un regalo a Mathias, io ho risposto che è perché abbiamo una relazione e che sarebbe stato meglio abituarsi alla tua presenza perché ti avrei fatto entrare pian piano nella vita di nostro figlio. Tu vuoi entrare nella sua vita.. non è così?"

Chiese, come per confermare.

"È certo che voglio amore, sei il mio ragazzo, sei la mia vita, e lui è tuo figlio. Mi prenderò cura di lui come se fosse mio."

"già.. tu lo faresti.."
Si alzò improvvisamente mettendosi seduto, lo seguii.

"E lei?" Chiesi ancora.

"Lei.. lei è una stronza, non c'è altro da dire."

Prese il pacchetto di sigarette dalla scrivania e aprì la finestra accendendone una.

"Le ha dato fastidio?"

"Più che fastidio.. direi che è andata proprio male."

Buttò fuori il fumo.

"Vuole chiedere l'affidamento esclusivo. Non vuole che io lo veda."

Non mi aspettavo una decisone così drastica.

"Cosa? Ma per quale assurdo motivo? Ti manca poco per finire la scuola poi avresti anche più possibilità di stare insieme a lui, non può fare questo!"

Io mi alterai, lui continuava a guardare fuori.

"Può farlo invece. E la motivazione è che io non sarei idoneo a crescere un figlio o quantomeno a condividere l'affidamento con lei."

"Ma è pazza o cosa? Perché non saresti idoneo?"

Spalancai le braccia andandogli vicino.

Spense il mozzicone e mi guardò.

"Perché secondo lei non crescerebbe bene, secondo lei non sarebbe educativo per Mathias avere un padre che sta con una persona del suo stesso sesso."

Io ero basito.

"Ma stiamo scherzando, Federico? Cosa vuoi che importi ad un bambino di un anno e mezzo che suo padre ha un ragazzo e non una ragazza? E cosa vuoi che importi a un giudice, ma che motivazione è?"

Stavo veramente alzando troppo la voce.

Sbuffò, lui cercò di moderarsi.

"Beh non sarebbe sicuramente questa la motivazione. Dirà ovviamente che io non sono fisicamente presente nei momenti pilastro della sua vita perché non abito qui, che io e lei abbiamo un rapporto troppo litigioso e che io sono aggressivo e che le conseguenze si possono ripercuotere su nostro figlio."

Era arrabbiato, lo sentivo dal tono.

"Ma non è vero, non sei aggressivo!"

Si sedette di nuovo sul letto portando la testa tra le mani.

"In alcune occasioni lo sono stato con lei.."

Sussurrò.

Cambiava tutto.

"Federico che le hai fatto?"

Non rispose.

"Federico, per favore mi spieghi?"

"Niente Ben le ho più volte urlato contro. Non ho alzato le mani."

Si spiegò prima che io potessi chiederglielo.

Mi sedetti anche io, non sapendo più cosa dire.

"Ma perché non lo ha chiesto prima? Perché vuole farlo adesso?"

Ripresi a parlare qualche minuto più tardi.

"Perché lei ha un solo scopo nella vita, ed è quello di rendermi infelice e rovinarmi la vita come pensa che io abbia fatto con lei."

Stetti zitto ancora una volta.

Mi sembrava surreale, non poteva farlo.

Federico era innamorato di suo figlio, non avrebbe sopportato di non poterlo vedere almeno quando poteva.
Ero sicuro che stava cercando un modo risolvere tutto, senza però arrivarci.
Ero sicuro stesse pensando bene a cosa rinunciare per suo figlio, ed ero altrettanto sicuro che non avrebbe certamente rinunciato a me.

Lo stress psicologico che gli aveva provocato Gesine lo stava distruggendo.
Pian piano mi alzai dalla sedia per raggiungerlo sul letto, dapprima gli carezzai semplicemente la schiena, poi mi avvicinai poggiando la testa sulla sua spalla, poi ancora feci in modo da abbracciarlo, di stringerlo e fargli capire che c'ero anche io con lui.

"Fede, amore, devi stare tranquillo. Non devi risolvere tutto da solo, ci sono anche io con te; faremo tutto mano nella mano, te lo giuro, non succederà nulla di brutto."

Ti dedico tutto. // fenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora