Uno stupido imbambolato.

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Da quando ero a Modena non ero mai andato in palestra, un po' perché non avevo avuto tempo, un po' perché neanche sapevo dove trovarle.

Avevo deciso di non scrivere a Federico e di non rispondergli quando mi disse che il 31 mattina sarebbe partito.

Volevo pensare senza lasciare che mi influenzasse.

Quel pomeriggio sentivo il bisogno di sfogarmi correndo: misi le scarpe da ginnastica, le cuffie, uscii di casa e iniziai a correre senza alcuna meta.
L'unico obbiettivo era distrarmi e stancarmi.

Mi vibrò più volte il cellulare, approfittai del fatto che fossi vicino ad una panchina per riprendere fiato e controllare le notifiche.
Erano 3 messaggi da Federico, non avevo voglia di sapere cosa mi avesse scritto, sicuramente mi ricordava che se ne sarebbe andato il mattino successivo.

Bloccai lo schermo e ripresi a correre verso casa.

Feci velocemente una doccia calda.
Mi aveva fatto bene correre, mi sentivo un po' più leggero.

Ma sul cuore sempre lo stesso peso.

Ancora in accappatoio decisi di aprire i messaggi.

C'era un video.

Poi due messaggi:

F: sa salutare anche in italiano, ci ha messo un po' ma ha ripetuto il tuo nome

F: mi piacerebbe da morire fartelo conoscere, è la cosa più bella della mia vita. :)

Mi misi a sedere e aprii il video.

Il bambino era seduto sul tavolo della cucina, dietro di lui Federico lo teneva con una mano sulla pancia, con l'altra girava il video.

"Saluta, dai." Gli aveva detto, col sorriso stampato in faccia.

Il piccolo prima sorrise portando le mani agli occhi, poi con la sua voce dolce scosse la mano dicendo: "ciaooo!"

Federico aveva un sorriso che gli andava da un orecchio all'altro.
Gli voleva un gran bene.

Sorrisi a mia volta.

"Ciao?" Chiese mentre evitava che afferrasse il cellulare.

"Ciao Ben!" Esclamò il piccolo tra le sue braccia.

Rise e gli diede un bacino.

"Se vuoi ti aspettiamo a casa." Disse guardando lo schermo e chiuse il video.

Lo rividi più volte.
2, forse 3.

Mi sentivo un cretino per non averlo voluto conoscere quando lo aveva portato in Italia, mi sentivo un cretino per aver preso così male il fatto che avesse una creatura così tanto bella e dolce e averla considerata come un intruso: ero io l'intruso semmai. Avrei dovuto io farmi accettare da suo figlio e non io accettare lui.

Federico lo amava, il suo bambino era sangue del suo sangue.
Se volevo amare Federico avrei dovuto perlomeno conoscere suo figlio.

Mi vestii velocemente, presi il cappotto, il cellulare e andai a casa sua.

Notai che non ci fossero le macchine dei genitori, era probabilmente solo con il bimbo.

Bussai alla porta di casa.
Aprì, non si aspettava che ci andassi.

Sorrise di colpo.

"Ben!" Disse.

"Ben!" Sentii esclamare dall'interno.
Aveva probabilmente insegnato a ripetere il mio nome a Mathias.

Sorrisi, lui si girò a guardare e sorrise a sua volta.

Entrai e lo vidi seduto sul divano col telecomando in mano, credo lo stesse mangiando.

Tremavo, non riesco a spiegare quanta paura mi facesse, nonostante fosse la creatura più dolce del pianeta.

Biondo, gli stessi occhi azzurri del padre e il viso paffuto. Sorrideva mentre mi guardava, era la fotocopia di Federico.

Mi girai a guardare Federico, si mordeva le labbra, forse più ansioso di me.

Presi un bel respiro.

"Ciao!" Gli dissi, sedendomi accanto a lui.

Mi diede il telecomando, non so perché lo fece, ma io ringraziai e lo presi, poggiandolo dietro di me.

Gli presi una mano, non sembrava contrario al mio approccio con lui.
Lo presi in braccio e lo feci sedere sulle mie gambe.
Portò il ciuccio di plastica alla bocca, non so se fosse una forma di protezione.

Mi sentivo un po' più a mio agio.

"Che bella maglia che hai!" Gli dissi, mentre lui cominciava ad arrampicarsi sulla mia felpa.
Lo lasciai giocare, con la coda dell'occhio guardai Federico che nel frattempo si era appoggiato al muro, pensai ci stesse scattando delle foto.

Rise all'improvviso facendo cadere il ciuccio, non riuscii a prenderlo ma non sembrava interessargli.
Era più interessato al mio naso, lo toccava facendo versi strani.

Sorrisi, non mi faceva male.

Federico venne a sedersi sul divano, inutile dire che suo figlio volle andare da lui.
Sapeva già come prenderlo, come tenerlo in braccio, cosa gli piaceva che facesse.
Schioccò le dita provocando rumore, Mathias cominciò a giocare con la sua mano, ero totalmente innamorato di quella visione.

"Sono contento che tu sia passato."
Mi disse.

Poi lasciò che Mathias scendesse sul tappeto davanti al divano a giocare con le palline.
Si avvicinò un po' di più a me:

"Sai Ben.. è brutto da dire.. non è una cosa che ho deciso, anche io all'inizio non lo accettavo, ma mi è bastato guardarlo un solo secondo per capire che lo avrei amato alla follia e protetto da tutto e da tutti per sempre."

Mi sentii così piccolo di fronte a quel legame così forte.

Lanciai un occhiata al bambino, faceva versi strani mentre cercava di prendere con due mani tutte e tre le palline e non ci riusciva.

Sorrisi di nuovo involontariamente e ritornai a guardare Federico.

Non mi importava più che avesse un figlio, non mi importava più che non me lo avesse detto, nonostante tutto io lo amavo, lui mi amava e stavamo solo togliendo tempo a quel nostro amore.

E in un attimo cambiò tutto, ero sicuro di quello che volevo.

Lo tirai verso di me prendendogli la felpa e lo baciai, lui fece lo stesso.
Le nostre mani vagavano ovunque, tra i capelli, il collo, la schiena.

Mi era mancato, mi era mancato tantissimo.
Volevo stare tutta la sera lì con lui e dirgli che lo amavo, che lo amavo alla follia, che avrei amato suo figlio e che non mi interessava niente di nessuno.

Mi staccai solo un attimo per dirgli "ti amo" guardandolo negli occhi.
Rispose: "io ti amo di più, fidati."

E io mi fidavo, mi fidavo ciecamente di lui.

Avrei voluto riprendere a baciarlo ma sentì la macchina dei suoi genitori arrivare e si staccò velocemente sedendosi a terra col bambino.

Suo padre entrò con delle buste e mi salutò andando verso la cucina.

"È meglio se vado."
Dissi, mi abbassai per dare un bacio al bimbo tra i capelli, poi mi girai a controllare che non venisse suo padre e baciai Federico più volte sulle labbra.

"Ti amo tantissimo." Gli sussurrai alzandomi  e uscii da quella casa.

Nel tragitto notai una notifica da Instagram: Federico mi aveva taggato in una storia, c'ero io sul divano con Mathias sulle gambe che giocava con la mia felpa.

Dovevo ammetterlo, sembravo uno stupido imbambolato.

Scrisse una cosa in basso a destra:

"Voi due prima di tutti, prima di tutto."

Mi sentivo finalmente completo.

Ti dedico tutto. // fenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora