Non si sceglie.

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Solo due ore e mezza più tardi Federico staccò gli occhi dal computer per leggere un messaggio, e io ne approfittai per aprire whatsapp.
L'unico modo per sentire ancora quelli che consideravo i miei amici prima di arrivare a Modena era tramite il gruppo della classe, lo aprii giusto per avere conferma che almeno un po' di ricordassero di me.

"Sei stato rimosso."
Fu l'unica cosa che vidi.
Non lo avrei mai ammesso ma mi si frantumò il cuore. In mille pezzi.

"No vabbè grande, venerdì MO.MA. ci stai vero?" Chiese entusiasta in quello stesso istante Federico.
Non capii niente
"Ma che hai detto?" Domandai.
Rise.
"Festa scolastica di inizio anno, andiamo a ballare!" Cominciò a smanettare sul cellulare.

"Non lo so non mi hanno invitato" dissi, ed era vero.
"Ma che importa? Ci va chiunque. Ci divertiamo frate. Fidati."

E fidiamoci.

"Posso farti una domanda?" Chiesi, ma la
Stavo già facendo la domanda.
Non ho mai capito questa cosa.

"Si?"
Mi guardò curioso.

"Ma la tipa di mio fratello.. insomma di Zambo, quando torna dalla Spagna?"
"Ehm.. Flora? Direi verso dicembre. Perché?"
"No niente. Lo vedo un po' giù, immagino gli manchi."

Alzò le spalle "forse gli manca sentirsi amato, sentirsi in coppia. Non credo gli manchi lei. Non andavano più d'accordo da un po'."

La sera, quando tornai a casa, mamma e il suo tipo erano di nuovo fuori.
Zambo poltriva sul divano.
La mamma gli aveva chiesto di scongelare qualcosa e poi metterla nel forno, lui ovviamente aveva ascoltato, certo, ma lo aveva dimenticato 2 secondi dopo.
E così quando alle 9 di sera, stremato dopo un pomeriggio pieno di biologia tornai a casa super affamato, non c'era nulla da mangiare.

Per farsi perdonare pagò una pizza ad entrambi.
Era il minimo.

"Come ti trovi con Federico?" Mi chiese, di punto in bianco.
Io non avevo la forza né fisica né morale di iniziare nessun argomento.

Feci spallucce.

"Mah, direi bene. Non lo conosco molto bene.. è un po'.. strano?"

Bevve un sorso di birra.
"Strano?" Corrugò la fronte.

Posai l'ultimo pezzo di pizza nel cartone e pulii le mani con un fazzoletto di carta.

"Sì, cioè: non so se hai presente.. a volte sembra il più zarro dei zarri e subito dopo è il più romantico tra i professori di filosofia.
Un attimo prima è il più asociale della scuola e due secondi dopo l'anima della festa."

Sorrideva mentre parlavo di lui.

"Ti sembrerà strano è vero.. Federico è così. Però sappi che se ha un'idea, un ideale, una sua opinione.. beh sarà quella in qualsiasi occasione e farà di tutto per difenderla, sia che si trovi in una chiesa o che si trovi in un locale a luci rosse."

Rimasi stupito.

"È per questo che è mio amico, mio fratello, mio compagno di vita. E sono felice che anche tu stia bene con lui."

Mi sorrise, poi accartocciò il suo cartone e poggiò la sua birra nel lavandino.
Poi uscì fuori e si accese una sigaretta.

Involontariamente sorrisi.
In vita mia non avevo mai avuto un amico da considerare fratello.
In vita mia non avevo conosciuto mai così a fondo qualcuno come Zambo dimostrava di conoscere Federico.
In vita mia non avevo mai capito che gli amici ti capitano per caso e non te li puoi cercare, perché non è vero, gli amici non te li scegli, gli amici, quelli veri, ti capitano davanti e non sei tu a dover decidere se essi debbano far parte della tua vita, non sono loro, è qualcosa che non si sceglie.
Sono le situazioni, le coincidenze, la vita.

Tu puoi decidere solo quanto debbano entrare nella tua vita, se lasciarli al margine o farli entrare nel profondo.

E avevo sbagliato tutto nella vita.
Forse di veri amici il destino me ne aveva dati, e io non ero stato capace di farli entrare perché troppo impegnato a cercare qualcuno che mi sembrava più adatto.

Forse, allo stesso modo, stavo sbagliando anche con Federico.
Io avevo cercato di capire qualcosa di lui dal suo modo ordinato di scrivere, dal vuoto della sua camera, dai suoi strani atteggiamenti.. ma non mi ero ancora soffermato a chiedergli perché avesse quella cicatrice sul sopracciglio sinistro, perché ogni volta che sorrideva guardava prima in basso, perché sbadigliava chiudendo il pugno.
Forse serviva solo chiederlo per capire, per conoscerlo, per essere suo amico.

Lo avrei fatto, e se la vita mi stava fornendo l'occasione di avere qualcuno da considerare amico, non avrei certamente sprecato anche questa volta il mio tempo a guardare più in là.

Ti dedico tutto. // fenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora