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gionata sobbalzò, si guardò attorno e vide che affianco a lui gaia non c'era.
era tutto un sogno il suo, eccetto la cena.
aveva fumato un po'troppo quel giorno, e appena arrivato a casa cadde in un sonno.

erano le otto e mezzo del mattino, ed effettivamente gaia non era mai stata sveglia e l'incontro durante la notte non c'era stato.
forse lei era già partita per Roma, e lui, da lì a qualche ora sarebbe andato via anche lui per la Svizzera.

pensò di provare a scrivere a Gaia per vedersi se non era ancora partita, e così fece.

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buongiorno gaietta 💜

giorno gionyyyy

sei già partita per caso ?

affatto, il mio treno ha fatto ritardo e non sarà qui prima di tre ore :/

ah, bhe, allora ti va se ci vediamo ?

volentieri

tra dieci minuti sarò lì da te, fatti trovare fuori la stazione ❤

va benissimo, a tra poco ;)

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dopo qualche minuto Gionata arrivò, e la mora lo avvistò immediatamente.
salì in auto, lo salutò e partirono.

dove andiamo ? - chiese scrutando i suoi occhi marroni.

avevo pensato di andare a prendere qualcosa per fare colazione, e poi uscire o andare a casa mia -

non rifiuterò di certo, soprattutto se prendiamo un cornetto caldo - rise.

se vuoi possiamo fare colazione e dopo stare nell'idromassaggio a casa mia, l'acqua è caldissima - disse accendendo lo stereo e selezionando una canzone.

non ho il costume con me, non è fattibile la cosa -

poche chiacchiere, Valenti, poche chiacchiere - disse ridendo e cantando una sua canzone.

gionata andò nel negozio di Versace della galleria di Milano senza che lei lo sapesse, per comprarle un costume, e gaia nel panificio a prendere da mangiare per la colazione.

l'aspettò davanti l'auto, e tornarono verso casa.

prendi la busta che è ai tuoi piedi ed aprila - disse invitandola ad aprire il pacchetto.

come vuole, Boschetti, basta che non ci sia marijuana -

tranquilla, ce l'ho a casa quella se la vuoi - disse provocando una reazione disgustata della ragazza.

tu hai dei problemi molto seri, uno psichiatra farebbe bene - disse stupita.

bello, vero ? -

ma quando lo hai preso ? - chiese.

mentre tu eri al panificio, ho fatto del mio meglio per sbrigarmi - sorrise.

non posso accettarlo affatto un regalo così costoso, non pensarci giona -

Valenti, avevo detto poche di fare meno chiacchiere; dopo tanto meriti un regalo per tutto, e questo è davvero zero per ciò che meriti - posò la mano sulla sua e timorosamente la intrecciò.

grazie Sfe', è bellissimo questo costume, non immagino quanto lo hai pagato -

il valore del costume, non è proporzionale al tuo di valore, quindi fidati che non è nulla in confronto a te - strinse ancora la mano alla sua.

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