69.

238 12 1
                                    

gionata si svegliò di soprassalto, guardò l'ora e vide che erano le 3 del mattino.

ouh, amo - toccò leggermente la sua spalla un paio di volte.

mh, che c'è ? - disse assonnata.

vieni vicino a me, per favore ? -

gaia si voltò, ancora con gli occhi chiusi e si spostò accanto a lui cingendogli il collo con le braccia; lui posò una mano dietro la schiena, e con l'altra la cinse i fianchi.

la notte passò in fretta, e alle sette e mezzo suonò la sveglia; la mora accarezzò la sua guancia per poi alzarsi e sciacquarsi il viso.

gionny, svegliati, altrimenti l'aereo lo vedi dal cannocchiale - lo smosse un po' e poi gli accarezzò i capelli - vedi lì, c'è Veronica che ti vuole - continuò citando una delle ultime ragazza con cui era uscito.

Veronica, amore mio - si alzò di scatto sedendosi, mentre rideva come un matto.

sei molto simpatico, haha, guarda sto ridendo così tanto per il tuo carisma - sbuffò imitandolo.

dai, non offenderti, su - rise.

non dire “non offenderti”, se poi offendi - disse andando in bagno per sistemare.

ho capito dai, ti sei offesa - la guardò - dillo dai, che sei gelosa di me perché mi ami tanto - le tocco la pancia con le dita ridendo.

dillo dai che tu sei gelosa - lo imitò di nuovo - anche se non siamo fidanzati ufficialmente, sei mia; sei bellissima e gne gne -

ussh, abbiamo una ragazza arrabbiata e gelosa; però questa ragazza lo sa che è bellissima e che mi ama sotto sotto - le andò dietro mentre sistemava la stanza, poi la bloccò e la buttò sul materasso insieme a lui.

le avvicinò il volto con un braccio ed iniziò a riempierla di baci sulla guancia.

gelosa, dai ammettilo che in questo momento vorresti darmi un bacio anche tu -

si rovinerebbe il rossetto - rise.

sì, usa la scusa del rossetto, sei molto credibile - fece una linguaccia.

io non credo a quello che dicono, cazzo mene - si girò - e comunque, guarda che anche se non sono girata io ti vedo, idiota ! - continuò.

proprio perché mi vedi farò questa cosa, per fartela pagare amaramente, e farti pentire di essere nata ! -

mosse l'altro braccio e con la mano avvicinò il capo al suo, la guardò negli occhi per qualche secondo e poi prese a baciarla; e, tra un bacio e l'altro, sorrise.

dai, muoviti a prepararti che sei ancora con solo i pantaloni indosso e di questo passo l'aereo lo perdi ! - disse tirando per un braccio il ragazzo per farlo alzare.

dai, almeno c'è una bella visuale, non puoi lamentarti - si pavoneggiò - guarda che ragazzo figo che hai ! sono  fighissimo senza maglia, tutto vista tatuaggi; ma soprattutto ho gli addominali, e questo bel faccino - si sfregò il mento con sguardo fiero.

certo, hai ragione tu, ma adesso vatti a vestire -

va bene mammina, vado e torno - gli strizzò le guance.

_______________

eccomi, pronto e freschissimo - disse prendendo gli occhiali dal comodino.

bravo Houston, hai fatto in tempo -

mi accompagni in aereoporto, ti prego ? potrai venire perché entreremo in una zona privata, ed andrò sul mio jet privato - fece l'espressione da cucciolo.

era scontato che ti accompagnassi, altrimenti saresti andato a piedi - rise.

almeno ci possiamo salutare prima che vada a Miami e torni fra due lunghe, lunghissime settimane -

scesero in haul, pagò l'alloggio, ed uscirono velocemente dall'edificio per dirigersi in aereoporto.

una volta arrivati parcheggiarono l'auto, entrarono sulla pista dove c'era il jet ed il capitano caricò le valigie sull'aereo.

allora, ci vediamo tra due settimane, quando torno - chinò il capo, guardando le scarpe.

sì, ci rivedremo tra...due settimane - si morse il labbro.

ti chiamerò tutti i giorni, promesso - sorrise.

se mantieni la promessa ti do un Oscar consegnato da Obama in persona - fece una risata.

stavolta la promessa la mantengo, vedrai -

sarà a tuo vantaggio, Boschetti - fece una linguaccia.

Sfera, tra 2 minuti partiamo, sei pronto ? - si affacciò il pilota chiamando gionata.

sì, Filippo, arrivo, fammi salutare - fulminò con lo sguardo il capitano facendogli che non era il momento di richiami.

mi mancherai, e anche se non te l'ho ancora mai detto... - le alzò lo sguardo con la mano - io ti amo davvero - continuò sorridendo.

hai intenzione di farmi piangere, coglione ? - disse ridendo e asciugandosi la lacrima che le aveva rigato il viso - dai, però lo ammetto, anche tu mi mancherai; conto che quando tornerai andremo assieme a Milano e mag... - la interruppe.

smettila di parlare, e fatti dare un bacio, perché più ti guardo negli occhi più ne sento la mancanza di te - sorrise, l'avvicinò a lui prendendola per i fianchi e le diede un lungo bacio prima di andare.

gionata, tieni questo prima di andare - gli porse una scatola.

lui senza indugiare l'aprì, e trovò una collana con il suo nome ed una piccola chitarra elettrica come quella che aveva tatuata, con il bordo ricco di diamantini blu e la catenina attorcigliata.

cazzo ! avrai speso un bordello per questa collana - disse con l'espressione di un bambino che riceve le sue caramelle.

non importa quanto ho speso, volevo regalartela; volevo dartela al tuo compleanno, però ho deciso di portartela adesso -

scema, grazie, non me lo aspettavo - la indossò, poggiò la scatolina sul borsone e continuò a baciarla.

ci vediamo, idiota - rise.

dopo mesi, posso dirtelo; ciao amore - disse dandole ancora un altro bacio, per poi salire sul jet.

lui continuava a guardare la collana con lo sguardo illuminato, per poi spostare lo sguardo fuori dal finestrino a guardarla sorridendo.

la salutò con la mano dal finestrino, e subito dopo l'aereo prese volo.

______________

e niente, forse c'è un sentimento ricambiato per la prima volta.
I'm gonna cryin’ :')

𝐋𝐎𝐎𝐊𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora