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gionata parcheggiò la sua auto in garage, scesero e lui la fermò.

allora, tieni questa qui e mettila - gli porse la sua bandana rossa e lei la mise - dammi la mano, ti guido io - le prese la mano e l'altra la mise sulla spalla e la fece andare lentamente avanti fino a portarla dentro.

la fece sedere sul divano, prese il foglietto dove aveva scritto il suo "discorso" e le tolse la benda.

allora, non so da quanto non scrivo una lettera per qualcuno, quindi tralasciamo; non ricordo manco quando ho fatto l'ultima volta un compito per la scuola, però vabbè.
è da un po' che ci conosciamo, credo un anno e mezzo o forse qualcosa in più; diciamo che fisicamente mi sei piaciuta subito, come tutte le ragazze, però c'era qualcosa in più.
con il tempo ci siamo conosciuti un po', e con il tempo ho fatto qualche cazzata come mio solito; ci siamo presi e lasciati un po' di volte, però devo dire che nella nostra "pausa" mi è mancato averti accanto a me, romperti i coglioni ogni volta che ci vedevamo, scriverti sempre e commentati le foto, un po' tutto insomma; ho provato a ricostruire qualcosa da solo, ma non sono riuscito ad immaginarmi qualcun altro nel mio futuro, ti volevo e basta - disse con la sua voce un po' roca - vabè, inutile dire le solite stronzate che sei mia, sei bella e cose così, perché so che a te non piace tanto; la cosa che però sono sicuro di volerti dire è una sola: vuoi diventare ufficialmente la mia tipa ? - rise per l'imbarazzo contagiando anche lei.

ma che carino - lo abbracciò - comunque sì, voglio diventare la tua ragazza, tipa o come vuoi tu - gli lasciò un bacio sulla guancia per poi lasciargliene un paio sulle labbra.

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