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gionata si posizionò davanti la sua porta, ed appena aprì lasciò il cartello per terra e le prese il viso tra le mani e darle un bacio.

vai a fotterti, ti odio - disse tra un bacio e l'altro.

se mi odiassi, di certo non saresti qui a baciarmi - sorrise.

dai, muoviti che ho detto a Will che sono andata in discoteca e se mi vede qui uccide entrambi -

oh sì, scusami -

dobbiamo andare con l'auto di willy, altrimenti capisce che gli ho mentito - sventolò le chiavi - tutto ciò per te - continuò.

uff, che pallosa sei, andiamo - disse sbuffando per finta e poi ridendo con lei.

in auto parlarono e poi ascoltarono un po'di musica.

dove andiamo ? - chiese.

direzione spiagga Santa Marinella, poi in Hotel - la guardò prima che lei potesse replicare - ho già prenotato - continuò.

e se non ti avessi risposto e non fossi scesa da te ? -

ti conosco abbastanza per dirti che saresti venuta comunque - disse con ovvietà.

gne gne, come no - rispose facendo le smorfie.

guardami negli occhi - lei si voltò - mi diresti veramente no ? - la sfidò.

no, hai ragione, ho poca credibilità - risero.

lui si rimise alla guida ed ogni tanto voltava lo sguardo verso di lei che sistemava le sue foto sul cellulare.

arrivarono, parcheggiò e scesero sulla spiaggia di Santa Marinella, per poi sedersi a riva.

gio, secondo me dovresti parlare con Charlie, insomma, ci è rimasto parecchio male - lo guardò.

perché dovrei ? nemmeno mi ascolta, volevo provare a spiegargli che le cose dette su di lui erano per hype del nuovo pezzo; non posso farci nulla -

avresti dovuto dirglielo prima, ci è rimasto di schifo quando ha visto l'intervista, non pensavo piangesse -

ha pianto ? per me ? - chiese stupito.

sì, scemo, tu scherzi ma lui ha pianto seriamente, non ha voluto più cenare, né pranzare il giorno dopo e alla cena ha mangiato solo una fetta di pane -

non pensavo reagisse così, non piangerebbe mai per me -

ti sbagli, ci è rimasto veramente male, appena torna a Milano vai in studio senza preavviso e parlaci -

sai che non mi aprirà mai, giusto ? - rise - dai, vieni anche tu a Milano - continuò dandole un colpetto sulla spalla.

desterei sospetti dato che verrei senza motivo -

giusto, hai ragione; dici di essere venuta per andare da Lory, mi accordo con lui per tutto - sussultò.

vero, io devo veramente venire a Milano da Lory, quasi dimenticavo -

il problema è che io vado a Miami per 2 settimane, tu quando sali ? -

settimana prossima -

e che cazzo, madonna - sbuffò - vabbè dai, non pensiamoci, tanto questi giorni passano in fretta, e quando torno da Miami posso stare con te tutto il tempo - disse sottolineando "con te".

wow, come mai tutto questo serio “voler stare con me tutto il tempo” ? -

dai, cogliona, lo sai che io con te ci voglio stare seriamente - sorrise - il problema è che o degernero se discutiamo, o non riesco a mantenere una posizione; però adesso basta, con te voglio qualcosa seriamente - la attirò a sé per darle un bacio sulla tempia.

oddio amore mio, mi fai piangere, non puoi capire quanto ti amo - disse sarcasticamente fingendo un pianto di gioia.

anche io cuore mio, amore della mia vita - disse seguendola nell'imitazione - apparte gli scherzi, noi ci amiamo, a modo nostro, però sì - continuò.

hai detto una cosa logicamente sensata, mi emoziono davvero - risero insieme.

dopo qualche risata si fermarono a guardare il mare che si infrangeva verso le onde, nell'afa di aprile e poi salirono in auto.

figo qui il mare, no ? - chiese spezzando il silenzio.

oh, sì, qui è molto bello -

ti vedo pensierosa, tutto okay ? - disse guardandola per un secondo mentre guidava.

sì, insomma, pensavo a te - disse staccando gli occhi dal cell.

a me ? perché ? - chiese stupito.

per stasera, non mi aspettavo venissi, soprattutto con quel cartellone e sotto casa di Willy - guardò il mare - bho, anche per quello che hai fatto quando sei venuto e per quello che hai detto prima; è stato...non so, bello - gli diede un pugno sulla spalla.

soprattutto perché queste cose le ha fatte un fregno come me, non credi ? - rise mentre scendeva dall' auto e camminava per la Haul dell'hotel.

dopo qualche secondo, la signora gli diede le chiavi della stanza e cominciarono a salire.

non hai tutti i torti, non si può dire che tu non sia bello - rise a sua volta salendo.

mi sento molto lusingato, e su questo potrei dire la stessa ed identica cosa su di te - si passò una mano fra i capelli - insomma, sei molto bella anche tu - disse iniziando a chiudere la canna mentre camminava.

sennò non uscirei con Sfera Ebbasta - disse con fare da oca.

e, - rollò per bene la sua canna - non saresti la mia ragazza - continuò leccando la cartina per chiuderla e la accese.

da quando sono “la tua ragazza” ? non sapevo stessimo insieme - rise.

anche se non stiamo insieme ufficialmente, ciò non toglie il fatto che appartieni a me - sbuffò il fumo sul suo viso

Sfera Ebbasta ha detto che sono solo sua; oddei, sto diventando la fontana di Trevi tanto che piango - finse imitando una ragazzina.

quasi mi facevi strozzare con il fumo, damn - rise.

ragione in più per smettere di fumare, e poi anche tu potevi non sbuffarmi quella roba in faccia, puzzo come un topo di fogna ! -

invece ha un buonissimo odore, ma io sono di parte su questo - disse entrando e chiudendo la porta dietro di sé.

non mi hai risposto sul fatto che dovresti smettere con questa roba, sembra che stai fumando un pastello verde ! - disse togliendogli la canna dalle labbra e alzandosi.

uffa, ridammi il joint, per favore -

rivuoi il tuo pastello ? vieni a prenderlo, Sfera Ebbasta - disse guardando la canna ed iniziano a correre per il corridoio.

cogliona, dai vieni qua e smettila - sorrise facendo la faccia da cucciolo.

stavolta no - disse facendogli una smorfia.

corsero su e giù per l'hotel, ma gaia, stanca di correre, tornò in camera e chiuse la porta dietro di sé prima che il rosso entrasse, ma non ci riuscì.

le prese i fianchi e la bloccò con le spalle al muro mentre ridevano come matti.

adesso starai ferma - sussurrò - restituiscimi la canna che mi hai rubato - continuò.

si è consumata strada facendo ed il filtro è caduto chissà dove - disse tra una risata e l'altra.

bene bene, allora sconterai la tua pena - la prese in spalla e la poggiò sul letto.

non pensarci nemmeno a fare ciò che pensi - rispose impaurita.

oh, e invece sì, lo farò - si inginocchiò sul letto - ti farò il solletico, e non mi fermerai certamente - disse iniziando a farle il solletico.

smettila, per favore - disse prendendo i suoi polsi per fermarlo; lui perse l'equilibrio e cadde su di lei.

lui riuscì a liberarsi dalla presa della ragazza, poi le prese il viso tra le mani e le diede un dolce bacio sulle labbra.

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