19: Il Suo Nome è "Salvatore"

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Giovedì 25 luglio, 18:36, Colosseo

"No, rimanete lì, questa è una cosa fra me e Salvatore!" urlò Diddo a Tommy

"Una scelta saggia, Dido. Ho imbottito ogni possibile entrata di bombe, facendoli stare fuori eviterai di farli esplodere come pop corn. Ma mi dispiace, mi sarebbe piaciuto vedere i fuochi di artificio" disse Salvatore

"Esci allo scoperto, così la facciamo finita!"

"Non così in fretta. Il mio povero corpo si è fatto vecchio oramai, non potrei mai tenere testa ad un giovine per molto. No, preferisco starmene qui. Tanto tu sei un ragazzo sveglio, perchè non provi a trovarmi?"

"Oh no, siamo finiti monkaE" disse Tommy da fuori

"Non ho tempo per questi giochetti, e neanche tu. Fra non molto arriveranno i rinforzi, non ti conviene temporeggiare" disse Diddo

"Non ti preoccupare, Dido, mi basteranno 4 minuti per farti secco. Poi penserò alla tua truppa"

Diddo tirò fuori il suo revolver, e incominciò a vagare per le rovine.

Mentre si guardava intorno, venne colpito al piede da un proiettile.

Capendo la direzione da cui proveniva. si diresse verso quel punto, ma venne nuovamente colpito subito dopo, questa volta da una direzione diversa. Non sapendo cosa fare, si nascose dietro una roccia per riflettere

"Si muove velocemente! Come fa a colpirmi con questa precisione mentre corre in giro?"

Mentre Diddo pensava, venne ancora una volta colpito da un proiettile, questa volta alla spalla. Giudicando dal fatto che il colpo non fosse entrato molto in profondità, capì che Salvatore se ne stava appostato abbastanza lontano da lui.

Diddo fece un bel respiro, e si gettò verso le tribune, muovendosì più veloce che poteva nonstante le ferite. Appena salì sulle tribune vide una figura ferma ad alcuni metri da lui, ma non riuscì ad identificarla bene, a causa del fatto che non si era ancora abituato alla forte luce dei fari. Diddo si avvicinò quindi alla figura con cautela, puntandola con il revolver.

La figura rimase immobile, tanto da far credere a Diddo che si trattasse di un illusione ottica e facendogli abbassare la guardia. Quando si fù avvicinato abbastanza, la figura si mosse all'improvviso, tirando un calcio basso a Diddo, il quale lo fece cadere a terra.

"Finalmente ci troviamo faccia a faccia" disse Salvatore, gurdando Diddo dall'alto in basso

"S-Salvatore!" disse Diddo, mentre si trovava a terra dolorante per le ferite di prima

"Puoi arrenderti anche subito. Io conosco ogni tua mossa, non sei in grado di fare niente"

Diddo pensò di tirare un pugno nei genitali a Salvatore per prendere un po' di tempo e tornare in vantaggio, ma appena iniziò a smuovere il braccio, venne interrotto da Salvatore, che pestò a terra la sua mano.

"Allora non mi vuoi proprio ascoltare. Ti ho detto che ogni tua azione è inutile, non riuscirai mai a prendermi di sorpresa"

"Bastardo!"

Salvatore lasciò andare la mano di Diddo, il quale ne approfittò per sparare alcuni colpi con il revolver. Nonostante i due si trovassero a poco più di un metro di distanza, Salvatore riuscì senza fatica a schivare ogni singolo proiettile.

"La tua prossima frase sarà:'Ma cosa...Come ha fatto?!'"

"Ma cosa...Come ha fatto?!" disse Diddo fra sé e sé, per poi continuare "COSA?"

"Te l'ho detto, io so tutto di te, in ogni singolo dettaglio. Però...i giovani d'oggi non ascoltano davvero più eh?"

Diddo provò a sparare altri colpi, ma Salvatore continuò a schivare

"Sai, dovresti stare attento a contare quanti colpi ti rimangono" disse Salvatore

Diddo premette nuovamente il grilletto, solo per accorgersi che il tamburo era ormai vuoto. Salvatore tirò fuori la sua pistola e colpì Diddo al braccio sinistro, facendogli fuoriuscire un gemito di dolore

Quando Diddo riacquistò lucidità, vide che Salvatore era nuovamente scomparso. Si alzò lentamente, e si guardò in giro. Quando iniziò a camminare, calpestò un oggetto, ropendolo.

Diddo si chinò per vedere che cosa fosse, e notò che si trattava di uno specchio. Mentre lo guardava, vide riflessa una figura, che si trovava alle sue spalle e qualche tribuna più in alto.

Diddo fece cadere lo specchio, ma non fece in tempo a girarsi che un nuovo proiettile arrivò nella sua direzione, questa volta mancandogli di pochissimi centimetri la testa.

A quel punto, Diddo capì che c'era qualcosa che non andava. Si buttò dalle tribune e si nascose al di sotto di esse per riflettere.

"Com'è possibile? E' come se prevedesse le mie mosse. Mi impedisce di fare qualsiasi cosa, e sa esattamente quando e dove colpirmi, ma come fa? E quegli specchi...sono sicuro che li abbia messi lui, ma a cosa gli servono?"

Diddo pensò ancora a ciò che era successo per cercare degli indizi a riguardo, quando all'improvviso gli venne un'idea.

Egli uscì allo scoperto, zoppicando per le ferite, e si mise bene in vista al centro dell'arena.

Salvatore, nascosto, si preparò per sparare un nuovo colpo, ma sia lui che i membri della family che guardavano dall'esterno rimasero sbigottiti da quello che diddo stava facendo.

Diddo si stava puntando la pistola alla testa.

Le Cronache dei PepegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora