47: Verità

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27 agosto 2026, ore ???, luogo ???


"Ascolta, Diddo. So che sarà difficile da credere, ma io e te siamo la stessa persona, però nessuno dei due è Jordy. Jordy Pasquali è tecnicamente morto nell'ormai lontano 2015. Ti ricordi cos'è successo nel 2015, non è vero?" disse l'uomo

"2015?"

"Pensaci su, ci hai scritto pure un EP, possibile ti sia scordato di quello che è successo?"

"E cosa dovrebbe c'entrare quello con tutta questa storia?"

"Diddo, hai mai creduto nel sovrannaturale?"

"Eh? Ehm...no"

"Beh, dovresti, perché è proprio quello il motivo per cui ci troviamo in questa situazione"

L'uomo si alzò e iniziò a camminare avanti e indietro

"Diddo, quella notte d'ottobre, ormai undici anni fa, qualcosa è successo... Qualcosa che va oltre le nostre leggi della fisica e della natura... Vedi, esiste qualcos'altro oltre a ciò che possiamo vedere, toccare o misurare, un piano d'esistenza intrinseco al nostro, e che lo influenza in continuazione. Quello è ciò che descriviamo come 'sovrannaturale'. Lì, vivono creature in grado, se lo vogliono, di plasmare il nostro piano d'esistenza, e una di queste creature, undici anni fa, per motivi a me ignoti, ha approfittato del momento di massima debolezza di Jordy Pasquali per 'spezzarlo' in due"

Diddo iniziò a sudare freddo, molto più di prima

"Una metà sei te, e l'altra sono io. Se vuoi mi puoi chiamare 'Oddid', dato che è un nome a cui sei familiare"

"Tu...tu hai problemi, non stai bene in testa" disse Diddo, mentre lentamente cercava di avvicinarsi al tavolo dove stava prima seduto Oddid, sopra il quale erano appoggiati strumenti vari, fra i quali un coltellino.

"Ah, sarei io il matto? Dimmi, chi di noi due ha avuto la brillante idea di conquistare il mondo intero per il suo tornaconto?"

"Mio tornaconto!? Prima che arrivassi io questo pianeta era un nido di normies! Credo che anche tu possa vedere quante persone sono passate dalla mia parte appena mi sono fatto avanti. Ho rischiato la mia vita in continuazione per anni, solo per il bene del mondo!"

"E ti credi così carismatico da convincere centinaia di migliaia di persone a seguirti per qualcosa di così imbecille? Non è che forse li hai manipolati? Vabbè, inutile che provo a convincerti, dopotutto si dice che i pazzi non si rendano mai conto di esserlo"

Oddid si sedette nuovamente sul tavolino, questa volta proprio davanti al coltellino a cui Diddo cercava di arrivare. Quest'ultimo notò che l'orecchio destro di Oddid era ricoperto di cicatrici, esattamente come il suo

"L'hai notato? Nonostante il fatto che siamo separati, abbiamo mantenuto un qualche tipo di collegamento. Se uno dei due si fa male, anche l'altro subisce le stesse ferite. Quanto Taramasco ti ha sparato all'orecchio, anche il mio si è fatto a pezzi, e ho dovuto ricostruirlo. Eh, menomale che in quel momento ero in stato di morte apparente, altrimenti non sarei riuscito a continuare a far finta di essere svenuto"

"Pensi di convincermi così? Cosa mi dice che non ti sei distrutto l'orecchio apposta per supportare le tue stronzate? E poi non mi hai ancora detto il motivo per cui mi hai fatto fare quel sogno!"

 Oddid fu visibilmente irritato, quasi sul punto di scoppiare, ma riuscì a trattenersi.

"...Mhpf, non mi aspettavo che avresti capito. Dopotutto sei sempre lo stesso ragazzino di undici anni fa. Ora ascolta: esiste un modo per tornare ad essere una cosa sola, ed era quello lo scopo di quel macchinario. Per riunirci c'è bisogno del totale consenso e accettazione di entrambi, e la macchina serviva solamente a farti vivere quella simulazione, o forse 'sognare' sarebbe la parola più adatta, e convincerti a dimenticare il tuo stupido obbiettivo di conquista e il tuo attaccamento alla family, questi attaccamenti sono quello che m'impedisce di riunirmi a te... E stava andando tutto per il meglio, ma ti sei svegliato all'ultimo momento, mi chiedo come sia possibile..."

Diddo non ascoltò con particolare attenzione quello che Oddid aveva da dire, e si concentrò invece su come prendere il coltellino sul tavolo

"Ora, Diddo, devi stare particolarmente attento, perché il motivo per cui è estremamente importante riunirci è abbastanza complica-"

Diddo saltò addosso ad Oddid, buttandolo per terra, per poi rialzarsi velocemente e cercare il coltellino, ma quest'ultimo era scomparso. 

"Te l'ho detto, io e te siamo la stessa persona. Non avrai mica creduto che non avessi capito quello che volevi fare?" disse Oddid, mentre si alzava da terra e prendeva il coltellino che si era messo in tasca "Mettiti seduto, la mia spiegazione non è ancora finita"

Diddo, ancora confuso, decise di assecondare Oddid e di sedersi su una sedia lì vicino

"Ascolta, per quanto ne so io, l'universo funziona in maniera prevedibile. Conoscendo la posizione e lo stato di ogni particella nell'universo, è possibile prevedere il futuro, questa è la maniera in cui funzionavano anche gli occhiali di Sparviero, infatti è stato lui a spiegarmi questo. Ma il 'paranormale' non funziona con le stesse leggi, ed è quindi indipendente da questo 'destino', e quindi anche per le 'anomalie' nel nostro mondo, create da creature paranormali, compresi noi, vale la stessa cosa. E' abbastanza complicato, ma semplificando: quando si verificano questi tipi di 'anomalie' l'universo cerca di correggersi, altrimenti accadrebbero cose che vanno contro ogni logica, come per esempio un ragazzo di poco più di vent'anni che riesce a conquistare il mondo. Per questo abbiamo un forte desiderio di riunirci, correggendo quindi l'anomalia. E' una sorta di meccanismo automatico di sicurezza. Ma mentre io ho scoperto velocemente la verità, tu hai interpretato queste sensazioni in chissà quali maniere, e scommetto che è per questo che ti è venuto in mente di cambiare il mondo in qualcosa di più comodo per te, non è forse vero? Non è forse da quella notte d'autunno del 2015 che ti senti perennemente depresso, solo e inadeguato nonostante tutti questi anni? E non è forse da quella notte che hai iniziato ad avere questi pensieri di conquista? E non ti sembra forse strano che uno come te sia riuscito a conquistare il mondo, in così poco tempo, poi, e con tutte queste assurdità che si verificavano in torno a te, una dopo l'altra?  Dei ragazzi che a malapena ti conoscono su internet che sono improvvisamente disposti a rischiare tutto per seguirti, il governo di un paese che te lo passano senza condizioni e senza fare resistenza, un gruppetto di vecchi con occhiali super-tecnologici che combattono contro di te, l'intera città di Valley Hills, persino un'immensa fortuna di cui non ricordi nemmeno la provenienza. Mi sembrano un po'troppo assurde per essere coincidenze, non credi, Diddo?" disse Oddid

Il ragazzo non sapeva cosa pensare. Fra l'illusione di una vita normale e felice, e la assurda rivelazione di non essere Jordy, sembrava che il mondo gli stesse cadendo addosso. Diddo doveva riordinare le idee, per questo si concentrò nel cercare una via d'uscita, la priorità era scappare e tornare dalla Family.

La stanza non era molto grande, intorno ai 30/40 metri quadri, e avevo solo due porte, una dietro Oddid e una dietro di lui. Una di queste doveva essere per forza un'uscita, "Le possibilità sono 50/50",  pensò Diddo. 

A quel punto però notò che sul pavimento, proveniente dall'uscita dietro Oddid, c'era della sabbia.

 Ora sapeva dove andare.

Le Cronache dei PepegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora