50: Fuga

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Oddid non poté credere alle sue orecchie

"Voglio tornare ad essere una persona completa. Torniamo ad essere Jordy!" disse Diddo

Oddid sapeva che quasi sicuramente si trattava di uno stupido tentativo di Diddo di ingannarlo, per poi attaccarlo alla prima apertura, ma dopo ben dieci anni di attesa non poteva ignorare quest'opportunità. 

"...Sei sicuro? Moriremmo entrambi. Smetteremmo di esistere. Tutto quello che hai fatto negli ultimi 6 anni sarà stato inutile, te ne rendi conto? Sei davvero disposto a perdere tutto per il bene del mondo?"

"Come hai detto tu, se scomparissi, la Family avrebbe anche solo una piccola possibilità di cavarsela da questo conflitto, e non voglio vivere il resto dei miei giorni con questi sensi di oppressione, inadeguatezza e depressione. Me ne sono reso conto quando ti sei quasi fuso con me mentre ero in quella macchina, è da più di dieci anni che non mi sentivo così rilassato e in pace. Ritornare ad essere Jordy è la scelta migliore"

Oddid rimase in silenzio a pensare per alcuni secondi

"...Mi piacerebbe crederti, oh non sai quanto mi piacerebbe" disse ridacchiando "Ma capisci che è un po' difficile per me... Facciamo una cosa: spogliati, adesso, di tutto"

"C-come scusa?"

"Se sei sincero, allora non avrai nulla da nascondere. E poi non credo ci sia nulla di cui vergognarsi, siamo la stessa persona, e poi la 'fusione' durerà pochissimo e non dovremmo fare robe strane. Quindi credo tu possa farlo, non è vero?"

Ovviamente, Diddo era riluttante, ma alla fine accettò e iniziò a spogliarsi. Sotto i vestiti teneva nascosto un altro coperchio di alluminio arrotolato, che fu costretto a buttare a terra.

Quando ebbe finito, Oddid riaprì la porta.

"Esci"

Diddo uscì lentamente dalla stanza, coprendosi i genitali

"Togli le mani" disse Oddid 

Diddo seguì gli ordini, ma nella mano sinistra riuscì a tenere nascosto un altro coperchio di latta, questa volta piegato per formare una sorta di triangolo, ma sufficientemente appuntito e affilato da affondare nella carne.

Oddid era visibilmente nervoso, e molto velocemente fece un passo in avanti e afferrò Diddo per i polsi.

Immediatamente, le loro pelli a contatto iniziarono a mischiarsi in un materiale carnoso e spugnoso. Oddid non riuscì più a mantenere la sua compostezza, i suoi occhi iniziarono a lacrimare e dalla sua bocca uscì una sonora risata

"Ahahahahah! Ahahah! Allora è vero! E' vero! Non stavi mentendo quando dicevi che vuoi riunirti con me! E' fantastico! Se devo essere sincero, non speravo neanche più che mi avresti capito! Magnifico! Magnifico!! Finalmente, dopo tutti questi anni, torneremo ad essere Jordy! Non dovremmo più vivere sentendoci degli estranei! Anche se..." 

Oddid iniziò a parlare fra sé e sé sottovoce 

"Quando era addormentato...la fusione era molto più veloce...ma forse è una cosa normale...." tornò poi a urlare "Ma ché importa! Alla fine quello che conta è sta funzionando! Diddo, grazie! Grazie infinite! Tu non hai idea! Non hai idea di quanto aspettavo questo momen-"

Oddid notò il pezzo di alluminio affilato in mano a Diddo

"Ch-che cos-"

Non fece neanche in tempo a rendersi conto di cosa stava succedendo, che Diddo alzò il braccio sinistro, e si un pugnalò l'avambraccio destro, lasciando una ferita molto profonda, la quale si rifletté su Oddid. Questo fu abbastanza per far lasciare la presa a quest'ultimo, e immediatamente la sostanza spugnosa che li univa scomparì.

Prontamente, Diddo continuò a pugnalarsi, questa volta all'addome, per poi squarciarsi il fianco e la coscia sinistri, anche questa volta le ferite si aprirono anche nel corpo di Oddid, facendolo cadere a terra, mentre Diddo, già preparatosi mentalmente, riuscì a rimanere in piedi, se pur a fatica. Quest'ultimo si mosse più velocemente che poteva per tagliare i cavi che precedentemente lo collegavano alla macchina creata da Sparviero, e con essi legò Oddid, picchiandolo come poteva per farlo stare fermo e ignorando il dolore che si rifletteva su di lui.

"Che cazzo fai? Avevi detto che eri d'accordo con il tornare insieme! E la fusione stava pure avendo successo, vuol dire che non stavi mentendo!" disse Oddid

Diddo lo ignorò, si rivestì con dei vestiti tenuti in magazzino e provò ad aprire la porta ai piedi della quale si trovava della sabbia. Appena toccò la maniglia, però, si rese conto che quest'ultima era gelida. Nonostante questo, Diddo aprì comunque la porta, facendo entrare così una ventata di freddo glaciale. 

Scoprì così che il piccolo bunker dentro il quale si trovavano era nel mezzo di una landa di ghiaccio, nel bel mezzo di una fortissima tempesta di neve.

"D-dove cazzo siamo? Groenlandia? Nord Canada? No, non penso... Questo dev'essere...

...l'Antartide?! E come ci sono finiti qui la sabbia e i grilli? Non dirmi...che sono rimasti addosso ad Oddid e fra le provviste mentre venivamo qui?" pensò Diddo

Nonostante questo, l'uomo prese una giacca, la indossò e uscì dal bunker zoppicando.

"DOVE CAZZO VAI? SEI FERITO, E SIAMO A MIGLIAIA DI CHILOMETRI DI DISTANZA DALLA CIVILTA'! MORIRAI DI SICURO! PERCHE' PREFERISCI LA MORTE AL TORNARE JORDY? NON AZZARDARTI AD ANDARTENE! TORNA QUI! TI HO DETTO TORNA QUI! TORNA QUI, BASTARDO!" urlò Oddid con tutte le sue forze, strisciando fino all'ingresso  

Diddo, urlando, gli rispose

"Non mentivo quando dicevo di voler tornare Jordy! Anche adesso, quando ci stavamo fondendo, mi sono sentito finalmente in pace e tranquillità, nonostante la situazione! Ho sentito quello che ho sempre cercato di provare in questi undici, lunghi anni! Anche io, come te, non ne posso più di vivere in questo corpo!"

"E ALLORA PERCHE'?"

"Tu hai detto che se ci riunissimo, i ragazzi della Family avrebbero 'qualche possibilità' di cavarsela e tornare ad una vita normale, ma questo non mi basta! Anche se sopravvivessero e potessero tornare alle loro vite di tutti i giorni, tornerebbero solamente a vivere vite infelici e solitarie, incompresi dal resto del mondo, ma da quei normies di merda! Ma se ci sono io a guidarli, con la mia 'capacità' di riplasmare il destino mio e di chi mi circonda, non avranno mai nulla da temere! Li terrò al sicuro, e quando avrò concluso la conquista del mondo non ci sarà più nulla in grado di smuovere la loro felicità! Non capisci? DEVO farlo! Non importa quello che penso, è mio dovere in quanto loro amico, loro monarca e...

...loro Dio"

"Ch-che cosa?"

Diddo non parlò più, e scomparì in mezzo alla tempesta.

Le Cronache dei PepegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora