20: Rivalsa

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Giovedì 25 luglio, 18:38, Colosseo

Diddo era fermo in mezzo all'arena, con la pistola puntata alla tempia e la maglietta indossata in testa in maniera tale da coprirgli la faccia. Tutti i presenti erano sbigottiti da quel che stava succedendo.

"Cazzo fa monkaOMEGA" disse Ddafau

"E' impazzito monkaE" disse Tommy

Salvatore smise di prendere la mira e si mise ad aspettare

"Salvatore! Ho scoperto il tuo trucchetto!" disse Diddo, per poi continuare "Non so come tu faccia a prevedere le mie mosse, ma quando ho rotto quello specchio e mi sono girato è stata l'unica volta in cui non mi hai preso con un proiettile. Il fatto che fino a questo momento non mi hai ancora sparato vuol dire che ho ragione. Hai nascosto degli specchi in tutta l'arena, immagino, e ti servono a vedermi in faccia quando non puoi farlo direttamente, sbaglio?"

Salvatore rimase in silenzio

"Quando ho rotto lo specchio e ho girato la testa tu non hai più potuto vedermi in faccia, è per questo che mi hai mancato, perchè non sapevi come mi sarei mosso e hai dovuto mancare appositamente per non rischiare di uccidermi! Non ho idea di come tu possa predire i miei movimenti guardandomi in faccia. Ma anche quando riuscivi a prendermi non mi hai mai ucciso, mi hai solo colpito in punti non vitali per limitare i miei movimenti. Ti servo vivo, vero Salva? Se adesso mi ammazzassi, il tuo piano, qualsiasi esso sia, andrebbe in frantumi!"

Dopo diversi secondi di silenzio, Salvatore finalmente parlò

"Bravo. Sapevo che eri un ragazzo perspicace, ma non immaginavo fino a questo punto"

"Fatti vedere! Vieni qui e butta la pistola"

Ci fu il silenzio, tutti si misero ad aspettare la decisione di Salvatore.

Dopo svariati secondi di puro silenzio, dove la tensione non smetteva di crescere, Salvatore uscì dall'ombra, si mise a pochi metri di distanza da Diddo e buttò via la pistola. Anche Diddo fece la stessa cosa.

Il volto di Diddo era quasi interamente coperto dalla maglietta, fatta eccezione per gli occhi. Nessuno si sarebbe aspettato che una decisione così apparentemente ridicola l'avrebbe portato in vantaggio.

Diddo cominciò ad avvicinarsi a Salvatore e viceversa.

I due si ritrovarono faccia a faccia, a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro. Gli occhi di Diddo erano pieni di rabbia e fermezza, mentre quelli di Salvatore erano nascosti dagli occhiali, i quali brillavano a causa della luce dei riflettori. I membri della family, invece, scrutavano l'interno dell'arena come un ammasso di Diddo1 e Diddo2.

Dopo un periodo di stallo, Diddo tirò un pugno in faccia a Salvatore, riuscendo finalmente ad infliggere il primo colpo. Salvatore rispose quindi con un pugno nello stomaco, il quale fece piegare Diddo per il dolore, aggiuntosi a quello delle ferite precedenti. Intanto, i membri della family facevano il tifo

"SumSmash! SumSmash! SumSmash!"

Salvatore approfittò dell'occasione per cercare di strappare la maglietta a Diddo, il quale la afferrò prontamente tenendola ferma con tutta la forza che aveva, per poi tirare un calcio a Salvatore con l'intento di fargli mollare la presa e avere la possibilità di allontanarsi.

A quel punto Diddo sentì qualcosa tirare la maglietta, e si rese conto che Salvatore stava tenendo in mano un filo. Continuò a tirarlo fino a chè, infine, il tessuto si strappò.

Diddo si coprì immediatamente la faccia, ma ormai era troppo tardi, Savatore aveva già previsto i suoi prossimi movimenti. Iniziò quindi a correre verso Diddo e a colpirlo ripetutamente, fino a farlo cadere a terra. Senza che Salvatore se ne rendesse conto, però, Diddo era riuscito ad afferrare il revolver che aveva buttato a terra poco prima, e cercò di colpirlo negli stinchi con l'impugnatura della pistola, ma anche in quell'occasione Salvatore riuscì a prevedere la mossa per tempo e schivare, allontanandosi e nascondendosi nuovamente.

Salvatore si mise sopra una delle rocce ed osservò Diddo, girato di spalle, da uno degli specchi.

"Sù, forza, girati" sussurrò Salvatore fra sé e sé mentre osservava lo specchio con gli occhi sbarrati

"Non ne ho bisogno" disse Diddo, che si trovava dietro di lui, mentre appoggiava la pistola appena ricaricata sulla nuca di Salvatore

E' in quel momento che Salvatore si rese conto di esser stato ingannato.

"E ora è il momento delle risposte, Salvatore Iacopetta"

Le Cronache dei PepegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora