Capitolo 49

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Torno a casa in tarda serata. Marcos mi ha costretto a restare a cena da lui, e grazie al cielo, ci sono rimasta. Ho passato una serata bellissima. Riesce sempre a farmi ridere, anche solo guardandolo, e poi abbiamo parlato del più e del meno. Essendo venuta a piedi mi ha riaccompagnato all'Univerista, ho insistito per tornare da sola, ma alla fine ha vinto lui.
Entro in stanza e Roxy non c'è. Meglio così da una parte. Metto il telefono in carica e quando si accende mi accorgo che Jennifer mi ha risposto
-Scusa, ero a dei corsi. Dimmi-
Mi aspettavo qualche offesa o più freddezza, invece a quanto pare non se l'è presa più di tanto. Forse ha capito che quelle parole sono uscite dalla mia bocca senza volerlo.
-Domani mattina al bar, okay?-
Le risponde e blocco.
Mi fa piacere che ho risolto quasi con tutti. Henry è riuscito a perdonarmi, Marcos ha capito quanto è importante per me, e Jennifer, beh, farò di tutto per farmi perdonare. In teoria ne manca uno, Cameron. Mi ha fatto talmente arrabbiare che ora come ora non voglio pensare a lui, vorrei farci pace ma è giusto mettere prima gli altri, lui è un caso perso.
Vado in bagno per mettermi il pigiama e lavarmi.
"Non so, mi manca troppo. Anche se so che mi farebbe solo male un ragazzo del genere, ogni volta che lo guardo è come la prima volta" sento dire dalla stanza, è la voce di Roxy. Con chi sta parlando? E soprattutto, di chi sta parlando? Mi si gela il sangue quando penso alla risposta. Se stesse parlando di lui?
"Parlerò con lui, prenderemo una decisione. Spero che mi ami come una volta" continua a dire e capisco che sta parlando di Cameron. Mi prende un vuoto allo stomaco quando sento queste parole. A lei gli piace ancora quindi, e vuole riprovarci. E se Cameron, soprattutto ora che non stiamo più insieme e abbiamo litigato, cadesse di nuovo ai suoi piedi? .
Esco dal bagno.
"Ehi, non pensavo fossi qua" dice spaventata Roxy staccando il telefono
"Ero a mettermi il pigiama" le spiego e vorrei tanto chiederle di chi stava parlando.
Mi metto sul letto e prima di riuscire a dormire un sacco di paranoie iniziano a incasinarmi la testa.
"Cazzo arrivo" dico sentendo Roxy urlare.
Apro gli occhi e noto che sono le 3.30 del mattino.
"Che è successo?" Domando preoccupata e presa ancora dal sonno
"Il gruppo di Cameron si è messo nei casini, di nuovo. Devo andare" dice di frette mettendo le scarpe.
Come? In che senso si è messo nei casini? Devo andare a vedere.
"Vengo pure io" dico alzandomi
"No, non conviene che ti metti in mezzo a queste situazioni, rischi" mi informa
"Lo so bene, tranquilla" dico non riuscendo a trattenermi.
In solo due mesi che sono qua di queste situazioni ne ho viste anche troppe. So di cosa stiamo parlando.
Mi guarda confusa e faccio finta di nulla. Esco in pigiama mettendomi sopra una giacca di pelle, farà freddo a quest'ora. Indosso le scarpe, mi sistemo la coda e andiamo.
"Chi era al telefono?" Chiedo salendo in macchina
"Brian" mi dice
"Che ti ha detto?"
"Di correre al bar di Tayler" dice piena di ansia.
Io non sento tutta questa ansia, sarà che ci sono abituata a queste situazioni, tra Cameron e mio fratello, è davvero diventata routine.
In meno di 5 minuti siamo lì.
Le sirene della polizia illuminano il bar. Delle urla attirano la nostra attenzione. Ci avviciniamo e il gruppo di Cameron è tutto lì presente. Di fronte a loro ci sono altri ragazzi, anche loro pieni di ferite addosso. Noto la polizia che sta interrogando Marcos. Cosa ci fa lui qua? Non dovrebbe essere in mezzo a tutto questo casino. So che fa parte del gruppo, ma di solito sta fuori da queste situazioni.
"Che diavolo è successo?" Urla Roxy avvicinandosi a Cameron, ma da parte sua nessuna risposta. Ha lo sguardo perso, arrabbiato. Il suo viso è pieno di lividi e sangue, che scende fino a sporcargli la maglietta. Accanto a lui Henry, con le labbra gonfie e sanguinanti. E cosi, tutto il resto del gruppo. Cosa cazzo è successo?. 
Nessuno si è accorto di me. Mi sono nascosta dietro ad un albero, so che si incazzerebbero se mi vedessero qua, ma non posso fare finta di nulla.
"Marcos" lo chiamo dopo che ha finito di parlare con la polizia
"Chanel, cosa ci fai qua?" Si allarma
"Roxy ha saputo, e siamo venute qua" dico guardandomi intorno. La situazione è sempre la stessa, uguale alle altre volte. Polizia, ragazzi sanguinanti, soldi e urla.
"Non devi stare qua, vai per favore" dice preoccupato
"No che non me ne vado. Voglio sapere cosa è successo" dico incrociando le braccia al petto
"Solite cose, quelle per cui si mettono sempre nei casini" mi spiega
"E tu perché sei qua?" Gli chiedo arrabbiata
"Mi hanno messo in mezzo, hanno detto che io sono il loro capo gruppo, ecco perché la polizia mi stava interrogando" dice incazzato. Come possono aver fatto una cosa del genere? Buttare tutta la colpa su Marcos.
"Non ci credo, e tu li ritieni amici questi?" Urlo nervosa
"Tra di noi ci si pare così il culo, questa volta hanno buttato tutto su di me, la prossima volta lo faranno con qualcun altro" fa spallucce
"Non ci credo, Chanel Seyfried" dice una voce familiare. Mi giro e rimango bloccata per dei secondi.
"Andrew?" Spalanco gli occhi.
Lo spacciatore ed ex migliore amico di mio fratello. Cosa ci fa qua?
"Quindi fai parte anche tu di tutto questo?" Mi sorride quasi fiero di me
"Assolutamente no, cosa ci fai qua?" Domando ancora scioccata
"Beh, il tuo amichetto non ci da il denaro che ci spetta" dice indicando Marcos.
Adesso ho capito. Quell'altro gruppo di ragazzi che ho visto prima sono gli spacciatori, che vogliono essere pagati dal gruppo di Cameron, ma come sempre sono al verde e non possono dargli i soldi.
"Come fai a conoscerlo?" Mi chiede Marcos confuso
"Beh, io-" dico prima di essere interrotta
"Ero lo spacciatore di suo fratello. A proposito, come sta il grande Yuri? Ancora dentro?" Ride.
Sa benissimo che se è chiuso in quella cella è solo colpa sua che se ne è scappato a gambe levate quella sera.
"Sei solo un figlio di puttana" urlo attirando, senza volerlo, l'attenzione di tutti.
Noto lo sguardo di Cameron puntato su di me. I suoi occhi mostrano ancora più rabbia di prima.
"Che succede?" Dice un poliziotto guardando me, per poi puntare lo sguardo su Andrew
"Beh, nulla di che. Questa ragazzina è convinta di farmi paura, ma non sa che a trattarmi così rischia lei" Dice Andrew "Ti ricordo che ho contatti con tuo fratello, gli dispiacerebbe sapere che fai parte di tutto questo" dice guardandomi negli occhi con cattiveria. Non ci posso credere che lo farebbe sul serio. Fino a un mese fa mi portava in giro a fare shopping. Mi limito a stare zitta, non voglio mettermi nei casini per colpa sua, e so che se dovessi reagire a quello che sta dicendo, finirebbe male.
Lo supero con passo veloce.
"Perché sei qui?" Mi chiede Henry una volta che mi trovò davanti a loro
"Ho accompagnato Roxy" spiego, anche se in realtà sono venuta per vedere cosa succedeva
"Conosci Andrew?" Chiede Brian
"Purtroppo si, e prima che io lo riempia di botte è meglio che vada" dico facendo cenno a Roxy di andare
"Resto qua" dice tenendo il braccio di Cameron. Giuro glielo staccherei. Lui si fa tenere davanti a me, come niente fosse, ma d'altronde non gli è mai fregato nulla se io potevo soffrire per lui.
"Signorina dobbiamo portarla in questura per alcune domande" mi dice un poliziotto alle mie spalle.
Cosa? Perché io?.
"Non sono con loro" dico indicando il gruppo di Cameron
"Lo so, non riguardano loro infatti. È pregata di seguirmi" dice facendomi strada.
Lo sguardo di tutti è puntato su di me, nessuno dice una parola. Marcos cerca di chiedere spiegazioni ma gli faccio cenno di rimanere zitto.
Mi stupisce che Cameron non abbia detto nulla, non abbia iniziato ad offendermi o chiedermi perché ero lì, probabilmente era più preoccupato per Roxy.
"Entri dentro" dice indicandomi la macchina
"Non potete farmele qua?"
"Entri e basta" mi ordina il signore e così faccio.
Sono quasi le 5 e da venti minuti sono seduta su una sedia scomoda dentro una stanza.
"Eccomi" dice un poliziotto entrando.
Si siede di fronte a me sfogliando dei fogli.
"Lei conosce Andrew Chels, giusto?" Chiede dopo aver letto un foglio
"Si" dico confusa.
Non mi dire che mi hanno portata qua per lui.
"Quindi è a conoscenza del fatto che abbia la fedina penale sporca per il traffico di droga" continua il signore davanti a me
"Si, ma perché mi ha portato qua?" Chiedo non capendo cosa c'entro io
"Abbiamo bisogno di sapere alcune cose su di lui prima di metterlo dentro" mi informano.
In un modo o nell'altro devo sempre trovarmi in mezzo a queste situazioni.
"Innanzitutto, come fa a conoscerlo?" Mi domanda il poliziotto. E ora? Non posso dirgli che era lo spacciatore di mio fratello, scoprirebbero tutto su Yuri che si già è dentro, ma rischierebbe di starci ancora di più.
"Era conosciuto nel quartiere per vendere la droga ai ragazzi e poi metterli nei casini scappando senza farsi più vedere" spiego senza spiegare il dettaglio di Yuri
"Quindi lui scappava dopo aver venduto la droga?"
"Dopo aver preso i soldi si, e se non glieli davi ti minacciava" continuo a spiegare.
Non gli andrò a parare il culo dopo quello che ha fatto
"Quando prima ha parlato di tuo fratello, è sembrato che si conoscessero. È così?" Ed ecco la domanda che non avrei voluto sentire
"Si" Sussurro sapendo che non posso mentire, lo scoprirebbero
"Come?" Prende appunti
"Beh, mio fratello era un suo cliente" dico tutto d'un fiato. Mentire peggiorerebbe la situazione. So quello che faccio.
"Quindi, suo fratello fa parte del giro di Andrew?" Domanda il poliziotto con sguardo interessato
"Si, ed è già stato punito per questo" gli spiego
"È dentro?"
"Da un po' di settimane" rispondo con le lacrime agli occhi. Tutta questa situazione mi sta frastornando.
Restiamo altri minuti là dentro, e le domande sembrano non finire mai.
"Okay, può andare. Grazie" dice alzandosi e uscendo.
Accendo il telefono e mi accorgo di avere qualche chiamata persa da Allison e Marcos, ed un messaggio da Henry. Penserò a tutto dopo.
Alle 7 del mattino rientro nella stanza e sono davvero distrutta.
"Chanel, tutto bene?" Domanda Roxy appena mi vede
"Si" rispondo fredda e vado in bagno.
Mi lavo e mi tolgo il pigiama. Mi faccio una crocchia ordinata e vado in camera a prendere i vestiti. Anche se preferirei dormire devo andare a lezione. Metto dei legging e un maglione color cenere.
"Perché ti hanno portata li?" Mi chiede agitata
"Volevano sapere delle cose su Andrew" dico infilando le scarpe. Prima che faccia altre domande prendo l'occorrente ed esco salutandola.
Chiamo Allison.
"Ehi" risponde "Tutto okay?" Mi chiede. Lei come fa a saperlo?
"Diciamo, come lo sai?"
"Roxy è venuta da me in camera dicendomi che ti hanno portato in questura" dice preoccupata
"Non c'entro nulla io, dovevano farmi delle domande su una persona che conosco" le spiego. Restiamo un altro po al telefono e poi stacco. Vado da Matthew che non vedo da un po' di giorni.
"Amico mio" lo saluto abbracciandolo
"Ehi, come stai? Ti vedo stanca" dice osservandomi
"L'insonnia" dico facendo un sorriso finto
"Se vuoi uso delle pasticche apposta" mi spiega
"Grazie ma no" rido.
Parliamo un po' e facciamo colazione insieme, questo fine settimana andremo al cinema e non vedo l'ora.
Sono quasi le 8 e Matthew mi saluta.
Aspetto Jennifer che dovrebbe arrivare da un momento all'altro.
-Scusa ma mi sono svegliata tardi, facciamo a mensa?- dice il messaggio di Jennifer.
Le rispondo con un okay e blocco il telefono avviandomi a lezione.
Per fortuna l'interessante lezione di letteratura mi distrae dai pensieri.
Allison non fa altro che farmi domande e non ce la faccio più.
"Ti ho detto che va tutto bene, io non c'entro nulla" le spiego per l'ennesima volta
"Lo spero".
Mi avvio a mensa da sola, Allison aveva un impegno.
Quando arrivo dentro noto Jennifer in un tavolo e dopo aver preso il cibo vado da lei.
"Posso?" Le chiedo non dando per scontato la risposta visto ciò che è successo
"Si" mi sorride. Non sembra arrabbiata.
"Come stai?" Le chiedo subito
"Tutto okay, tu?" Dice mangiando
"Pure io" mento. In realtà direi che ogni giorno è sempre peggio qua.
"Di cosa volevi parlarmi?" Chiede
"Beh, voglio chiederti scusa per le mie parole alla festa. Ero ubriaca e non le pensavo davvero" cerco di giustificarmi
"Lo so che non eri in te, per questo non ti ho risposto male. Ma spero davvero che non le pensi, anche se io ed Henry abbiamo alti e bassi non ci faremo mai del male" mi spiega
"Certo, sono la prima che crede in voi. Mi dispiace per come mi sono comportata" ripeto di nuovo
"Tranquilla, fa nulla" appoggia la sua mano sulla mia come segno di perdono. Mi fa piacere mi abbia capita, è una ragazza matura. Ora sono tranquilla, ho risolto con tutti. Tranne che con lui, ma non posso sempre corrergli dietro, se gli interessa viene lui.
Quando abbiamo finito Jennifer va via di fretta per studiare e due minuti dopo esco pure io.
"Ehi" mi stoppa Henry che sta entrando con il suo gruppo
"Dimmi"
"Perché ieri ti hanno portata in questura? Devi dirmi qualcosa?" Domanda preoccupato come se avessi fatto un reato
"No. Dovevano farmi delle domande su Andrew" gli spiego
"Come fai a conoscerlo?" Chiede curioso
"Non è importante. Ma tranquilli, andrà presto dentro" Lo rassicuro
"Lo spero. Hai visto Jennifer?" Chiede guardandosi intorno
"È andata via ora, deve studiare" lo informo
"Ci hai fatto pace?"
"Certo" dico sorridendo
"Va bene, vado a mangiare. Non fare guai" dice stropicciandomi i capelli e io gli levo la mano. Odio quando me li scompigliano.
La mia vita qua è così monotona.
Mi sveglio, lezione, pranzo, studio o litigate, cena e letto. E se va tutto bene dormo fino alla mattina sennò ricevo chiamate perché qualcuno si è messo nei guai.
Vorrei trovarmi un lavoro. Non può continuare a mantenermi Yuri, soprattutto adesso che è dentro e non sta lavorando.
Nel pomeriggio così decido di andare in giro a cercare qualcosa da fare per guadagnare soldi.
Sono le 6 del pomeriggio, ed è quasi 3 ore che sono in giro a cercare. Sono entrata nei bar, tabacchini e negozi. Ma nessuno è alla ricerca di qualcuno da assumere. Perché deve essere tutto così difficile?
Torno all'Univerista quando passando davanti al bar di Tyler, noto che sta litigando con qualcuno. Mi fermo senza farmi vedere.
"Non puoi portare le tue puttane al lavoro, capisci? Questo bar già rischia di chiudere per la droga, se in più scoprono che è una tangenziale, non ci penseranno due secondi a metterci il lucchetto" Urla Tyler
"Tranquillo, mi licenzio. Da oggi non mi vedrai più" dice il ragazzo andando verso la macchina.
Tyler tira un calcio al muro e quando noto che si gira verso di me impallidisco. Mi guarda bene e quando capisce chi sono si avvicina. Merda, perché mi devo sempre mettere nei casini?.
"Che ci fai qua? Ti stavi godendo lo spettacolo?" Dice appoggiandosi al finestrino aperto
"Ho sentito urlare e mi sono preoccupata, tutto okay?" Chiedo facendo finta che mi freghi
"Non ti deve importare" dice strafottente. Ma perché nessuno in questa città conosce l'educazione?
"Ma cosa bevete per colazione tra tutti? L'acido? Cavolo" sbuffo. Sono stanca di questi comportamenti. Sono tutti uguali cavolo.
"Mi girano" dice appoggiandosi alla mia macchina e accendendosi una sigaretta. Certo, fai pure. "Allora? Cos'hai combinato per andare in questura?" Continua guardandomi. Mi sono scordata che anche lui era lì, d'altronde il bar è suo.
"Mi hanno portata li per delle domande su Andrew" sarà l'ennesima persona a cui lo ripeto
"Andrew Chels" scuote la testa
"Era qua per il denaro che non avevate vero?"
"Si, come fai a saperlo?" Mi guarda confuso
"Conosco voi, e soprattutto Andrew" faccio spallucce
"Sei una sua cliente?" Domanda
"Pff" rido "Purtroppo c'ho avuto a che fare per altre cose" dico
"Non ti facevo amica di uno spacciatore" ride squadrandomi
"Quante cose non sai di me caro Tyler" dico riaccendono il motore della macchina.
Il suo sguardo è puntato ancora su di me.
"Comunque se ti serve una mano al bar, ho bisogno di uno stipendio" lo saluto sorridendo e proseguo la strada per tornare all'Universita.

Ti odio ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora