Capitolo 33

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Sono le 2.00 di notte quando mi sveglio a causa del telefono che squilla.
È Cameron.
Perché diavolo mi sta chiamando a quest'ora? E soprattutto, con quale coraggio mi chiama dopo quello che è successo?.
Rispondo lo stesso preoccupata.
"Pronto" dico con voce leggera
"Chanel" sento dire dall'altra parte, ma mi accorgo subito che non è Cameron a parlare
"Chi sei?" chiedo
"Non è importante questo" risponde "Piuttosto, ti starai chiedono cosa sta facendo Cameron" ridacchia con voce strana. Mi si chiude lo stomaco a queste parole.
"Arriva al punto" dico ansiosa
"Volevo solo avvisarti che stasera non sei proprio nei suoi pensieri" continua a ridacchiare
"Che cazzo vuoi dire? Formula una frase e dimmi perché mi hai chiamata" dico respirando a fatica pensando a cosa mi sta per dire. Non sento più nulla e mi accorgo che il ragazzo ha staccato.
Presa dal panico chiamo Henry, anche se non risponderà e se lo farà sarà ubriaco.
"Pronto" risponde
"Henry, sei alla festa con Cameron?"
"Sono venuto via poco fa, Jennifer non sta bene" dice preoccupato
"Mi ha chiamato un ragazzo con il telefono di Cameron facendomi capire che molto probabilmente si sta facendo qualcuna" dico con voce tremante "Ti prego sii sincero se hai visto qualcosa" lo supplico.
"È stato con me tutto il tempo e non gliel'avrei mai permesso. Non so se adesso stia facendo il coglione, conoscendolo è probabile, so che oggi avete litigato e sai come reagisce alle vostre discussioni" .
Non so cosa dire. Nella testa ho solo la scena di Cameron che si sta sbattendo al muro qualche ragazza, e sento un misto di rabbia e tristezza salire.
"Chanel, ci sei?" domanda Henry
"Si, grazie. Ci vediamo" saluto e stacco.
Non voglio sapere altro, non ho le prove di ciò che sta sicuramente succedono, ma conosco bene Cameron e questo mi basta.
Pazzamente, decido di andare a vedere con i miei stessi occhi, tante cose non mi stanno bene, la mancanza di rispetto è la prima, e se lui lo sta facendo con me, è giusto che lo sappia. Mi faccio inviare l'indirizzo da Henry, metto le prime cose che trovo in camera e vado.
Sono le 2.35 e sono per strada, non è tanto lontano quanto mi aveva detto Cameron. In 10 minuti dovrei arrivare.
Sento la musica da lontano e capisco che sono arrivata quando inizio a vedere gente ubriaca da tutte le parti.
Scendo subito dalla macchina e attraverso il grande giardino per entrare nella villa. È pieno di gente e non so come farò a trovare Cameron, provo a chiamarlo ma non risponde, così mi immischio e in punta di piedi vedo se riesco a trovarlo.
"Scusa" sento dire quando mi ritrovo per terra "Vieni ti aiuto" dice un ragazzo prendendomi la mano e rialzandomi
"Tranquillo" sorrido falsamente e vado avanti
"Aspetta" mi ferma "Hai bisogno di qualcosa?" Chiede vedendomi in difficoltà
"Conosci Cameron?" domando
"Si, cerchi lui?" spalanca gli occhi
"Esatto, mica sai dirmi dov'è?"
"Beh devi fare la fila per divertiti con lui" mi fa l'occhiolino.
Sento un nodo alla gola che mi impedisce di parlare. Ho sempre di più la conferma che quello che sto pensando è vero.
"Dimmi dov'è" lo obbligo
"Fuori in giardino, ma sarà occupato a scoparsi qualcuna nel divanetto" ridacchia e prima di lanciargli qualcosa corro fuori.
Tra spinte e offese sorpasso la folla ed esco fuori. Mi guardo intorno sperando di non vedere la scena che sto immaginando da un'ora, ma purtroppo, alla scena di Cameron che sta palpando una ragazza, mi sento morire. Sento gli occhi bruciare, lo stomaco chiudersi e non riesco a dire nulla. Sono paralizzata. La voce di qualcuno mi riporta sulla terra.
"Oh cazzo" dice Henry quando vede cosa sta succedendo.
"Allora sei qui?" chiedo confusa con le poche forze che ho
"Sono tornato ora, ho accompagnato Jennifer all'Università" mi informa "Chanel, mi dispiace. Sono stato uno stupido a lasciarlo solo ma credimi -" lo interrompo
"Non è colpa tua, tranquillo" dico mentre sento le guance bagnarsi di lacrime. Le sue braccia mi avvolgono cercando di farmi tranquillizzare, ma quello che sto provando è inspiegabile, davvero. Mi stacco e la scena di Cameron addosso alla ragazza mi spezza il cuore. Non posso stare qui impalata. Ho una dignità che non mi farò buttar via da nessuno. Velocemente mi asciugo le lacrime e tirò fuori il peggio di me.
"Non fermarmi" dico ad Henry.
Con passo veloce mi avvicino a Cameron e la sua puttanella. Prendo prima lei afferrandola con violenza dai capelli e buttandola per terra, ignara di cosa sta succedendo e abbastanza ubriaca da non capirlo, le tiro un calcio sulla pancia e le sputo addosso. Dopodiché tocca a lui. Quando mi giro mi accorgo che non è ubriaco, questo mi ferisce ancora di più perché vuol dire che è cosciente di quello che ha fatto. Davanti agli occhi di tutti gli tiro uno schiaffo in piena faccia
"Fai schifo" urlo spingendolo "Non cambierai mai Cameron, rimarrai il solito deficiente che invece che affrontarli i problemi si butta nelle mutandine delle ragazze ubriache" lo spingo ancora. Il suo sguardo è impaurito, non se l'aspettava che fossi qui e che avessi visto tutto. Vorrebbe dire qualcosa ma sa che è inutile.
"Sappi solo che hai persona l'unica persona che ti amava nonostante quanto sei sbagliato, perché si Cameron, sei solo capace a fare una cazzata dopo l'altra, non crescerai mai, sarai sempre l'adolescente coglione che per stare meglio ha bisogno di scopare, ma sappi che nella vita non serve questo per andare avanti, rimarrai solo e depresso a vita. Questa è la fine che fanno i tipi come te" urlo sotto gli occhi di
tutti. Non voglio più sprecare tempo adesso. Lo guardo negli occhi per l'ultima volta e me ne vado.

Sono passate un po' di settimane da quella notte.
Cameron mi ha cercata varie volte, ha anche provato a giustificarsi ma non ne ho voluto sapere nulla.
Adesso mi sto impegnando a dare l'esame così andrò da Yuri, mi manca tanto.
Io e Matthew ci siamo concessi la famosa cena e sono stata molto bene, un amico come lui non si trova così facilmente.
Invece Ally è andata con Noah in vacanza per qualche giorno.
Henry mi è stato affianco e ha cercato di farmi distrarre per non pensare a quello che è successo, ma nonostante tutto mi manca.
Mi manca passare le giornate con lui, litigare, guardarci negli occhi, andare insieme a mangiare, condividere la quotidianità. Però quello che mi ha fatto è troppo.
Scaccio i pensieri e continuo a studiare per qualche minuto dopodiché esco un po' a prendere aria.
Incontro subito Matthew, facciamo due chicchere e poi lo lascio lavorare. Quando mi trovo fuori incrocio lo sguardo con Cameron, e anche se con difficoltà, lo distolgo subito. Vorrei andare lì e urlargli contro, prenderlo a schiaffi per quello che ha fatto, ma preferisco rimanere indifferente, non si merita nemmeno una mia parola. Continuo a camminare ma mi sento prendere da un braccio con forza, e quando impaurita mi giro, per la seconda volta i miei occhi rincontrano i suoi.

Ti odio ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora