Capitolo 57

576 11 7
                                    

Il viaggio è silenzioso e imbarazzante. Le cose da dire sarebbero tante, ma probabilmente nessuno dei due sa da dove e come cominciare.
"Hai idea di cosa poteva succedere se non arrivavo io?" Spunta Cameron riferendosi al ragazzo che mi stava palpando
"Si, ma preferisco non pensarci" dico guardando fuori dal finestrino. In realtà vorrei guardalo fisso negli occhi e dirgli tutto quello che penso, per poi finire tra le sue braccia, ma devo rispettare me stessa.
"Invece faresti bene a pensarci, perché non sempre ci sarò io a salvarti il culo" sputa acido. Sta scherzando?
"Nessuno ti ha chiesto di salvarmelo" dico arrabbiata. Ora fa pure quello a cui è toccato salvarmi, ma nessuno gliel'ha chiesto, e poi se gli dispiaceva così tanto poteva lasciarmi tra le braccia di quello.
"Ma è scontato che io lo faccia" ribatte guardando fisso la strada davanti a lui senza battere ciglio
"Beh, arrivati a questo punto non lo so, sai" dico non volendo. Ora si aprirà sicuramente una discussione e finiremo per litigare, come sempre, ma sinceramente non ho voglia.
"Smettila di dire stronzate, dovresti ritenerti fortunata ad essere trattata così da me, non l'ho mai fatto con nessun'altra" dice e sento i nervi salire. Ma cosa sta dicendo? Chi è lui il principe d'Inghilterra per parlare così? Io dovrei ritenermi fortunata ad essere trattata così da lui? Se si comporta così con me è solo perché io, a differenza di tutte le sue amiche, sono riuscita a tenergli testa e a fargli aprire gli occhi.
Faccio una risata a presa in giro dopo queste parole, e Cameron, probabilmente infastidito dal mio gesto, frena all'improvviso.
"Che cavolo fai?" Urlo quando quasi batto la testa sul finestrino
"Ridi eh? Ti fa divertire quello che dico?" Dice a denti stretti, guardandomi per la prima volta da quando siamo partiti e stringendo forte il volante anche se siamo fermi
"Senti, evitiamo litigate e ripartiamo per favore" dico calma sapendo che se stiamo un altro po qui fermi finisce ad urla e offese pesanti, e non voglio che succeda
"No, puoi scordartelo. Non riparto fino a che non mi spieghi che ti ha fatto tanto ridere di quella frase" dice togliendosi la cintura. Guardarlo negli occhi mi fa un effetto così strano. Starei ore a fissarlo senza dire nulla.
"Mi è uscita spontanea" mi giustifico per non allungare e peggiore la situazione
"Qual è il tuo problema? Non ti va giù che tra noi sia finita?" Sputa con cattiveria. Sa quanto mi fanno star male queste parole. Mi limito a non rispondere o potrei scoppiare.
"Rispondi, non ti va bene che ora me la faccio con altre ragazze?" Continua a dire, e ogni volta è un colpo al cuore
"Smettila" dico con voce tremolante. Sta toccando il mio punto debole, e lui stesso sa qual è. E sinceramente non capisco perché mi sta facendo questo. Io a differenza sua ci sto davvero male.
"O per caso ti spaventa il fatto che Roxy sia rientrata nella mia vita?" Dice sempre con la stessa cattiveria. A questa frase non posso fare a meno di girarmi verso di lui e tirargli un bello schiaffo sul viso. Si sta divertendo a farmi soffrire, e non capisco per quale motivo, questa è stata la botta finale, per me se ne può andare affanculo. Apro lo sportello della macchina e scendo. Non voglio stare un secondo in più qua dentro con lui. Perché cavolo ho detto a Henry che accettavo di tornarci?. Mi sento le guance calde e gli occhi bagnati. Una scia di rabbia e tristezza mi avvolge.
"Torna subito qua" urla Cameron scendendo dalla macchina, e non ricevendo nessuna risposta mi viene dietro
"Chanel" mi prende per un braccio e mi gira verso di lui
"Non mi toccare, non mi parlare mai più, non farti più vedere. Sparisci dalla mia cazzo di vita" urlo dandogli una spinta con tutte le forze che ho, e continuo a camminare, ma le sue forti mani mi riafferrano il braccio una seconda volta
"Cosa non capisci della frase spar-" sto per urlare quando un suo bacio mi interrompe. Le sue labbra a contatto con le mie, dopo così tanto tempo, fanno un effetto così strano quanto fantastico. Tutto intorno sparisce, ci siamo solo io e lui. Le mie labbra restano appoggiate alle sue fino a che non mi ricordo come mi ha trattata fino a poco prima.
"Ti diverti a farmi soffrire e poi mi baci?" Dico staccandomi dal bacio, anche se con fatica, e guardandolo male, anche se avrei voluto continuare a baciarlo. È stato così bello, per un momento mi sono sentita di nuovo viva, nonostante tutto.
"È che mi fai incazzare" dice cercando di mantenere la calma "E sai come divento quando mi incazzo" continua dopo un po'
"Si ma sei tu che mi provochi" ribatto "E sai come divento quando qualcuno mi provoca" ripeto la sua stessa frase
"Il pensiero che quel deficiente poteva violentarti o mettere la sua faccia in mezzo alle tue gambe, mi ha mandato in bestia. Quando ho sentito che eri ad una festa con Marcos, ho come avvertito un allarme dentro di me, e il mio sesto senso non sbaglia mai, ho messo l'orgoglio da parte e sono venuto. E menomale che l'ho fatto" dice guardandomi negli occhi con quello sguardo affascinante quanto pericoloso
"E ti sembra un buon motivo per farmi soffrire? Sai quanto ci sto male su questa cosa, e tu ti ci diverti?" Urlo fregandomene delle sue scenette da ragazzo bravo, fino a pochi minuti fa non si è fatto problemi a trattarmi come un animale, come non se li è fatti quando mi ha messo le corna quella sera o quando dopo una settimana che ci siamo lasciati si portava Roxy ovunque, pure a letto.
"Sono state frasi dettate dalla rabbia, sai come sono fatto cazzo" cerca di spiegarmi
"Certo, dettate dalla rabbia" sbuffo " Il tuo problema è che sei sempre preso dalla rabbia o dall'acool quando sbagli qualcosa, non ammetti mai i tuoi fottuti errori, sei un ragazzo senza palle, le tiri fuori solo quando devi fare il duro con quelli più fragili, ma ti dirò una cosa, io per quanto fragile, non te la darò mai vinta. Non mi vedrai mai cadere a terra per te" dico acida a pochi centimetri dalla sua faccia. Se pensa di fare lo stronzo con me, ha sbagliato. Per quanto posso amarlo, pure io so essere stronza, e anche più di lui.
Resta impassibile a queste parole. Il suo sguardo è diventato cupo e noto una certa tristezza nel suo volto. Forse ho esagerato con le parole, ma dopo quello che mi ha fatto passare, se lo merita. Lui di come sono stata io in questo mese non se ne è mai fregato, piuttosto si preoccupava di portarsi a letto Roxy, la sua amata ex, mentre io come una cogliona passavo le giornate a pensare a lui.
"Ora capisci come ci si sente?" Dico con quel filo di voce spezzata. Tutto questo mi fa così male. Avrei voluto parlarci e chiarirci, trovare una soluzione, positiva o negativa, a tutto questo. Ma noi non possiamo parlare come due persone normali. Dobbiamo sempre finire a rinfacciarci tutto e a farci del male, a urlarci in faccia come due matti, fino a che non ci feriamo a vicenda.
"Si, purtroppo" sussurra con voce roca "E sai una cosa? Hai ragione. Sono un ragazzo senza palle, non ammetterò mai le stronzate che faccio, sono una persona di merda perché me la prendo con i più deboli, e non potrò mai fare a meno di combinare casini, ma questo non vuol dire che pure io, infondo, nascosto da qualche parte, non abbia alcun sentimento. O per lo meno, pensavo fosse così fino a che non ti ho incontrata" dice con gli occhi lucidi "Forse non mi scuserò mai, ma ti ringrazio, perché stasera grazie alle tue parole ho capito che io non merito di avere nessuno al mio fianco, perché porto solo a far soffrire la gente, anche quando non voglio. Mi merito di stare solo e ti ringrazio per avermelo fatto capire" conclude con dolore negli occhi. Mi sento un peso nello stomaco dopo queste sue parole. Anche se non ha tutti i torti, vederlo così e sentirgli dire queste cose mi fa male. Io lo amo e non voglio farlo soffrire, ma pure io quando mi incazzo so essere stronza, davvero tanto. E lui stasera ha fatto uscire quel lato di me.
Si dirige verso la macchina e tira un cazzotto al finestrino per poi salire. Mette in moto la macchina e per un secondo penso che mi lasci qui.
"Sali" dice fissando la strada dopo aver fatto quei pochi metri che ci si separavano dalla macchina. Apro lo sportello e mi metto a sedere. Il viaggio continua con lo stesso silenzio con cui si era partiti, ma questa volta nell'aria c'è tristezza e rabbia.
Non posso credere che sia andata a finire così, per l'ennesima volta. Mi ero promessa di parlarci civilmente, ma con lui è impossibile, tira fuori il peggio delle persone, ti impedisce di dire le cose con calma.
In questo momento sono ferita, per la millesima volta, dalle sue parole e lui, molto probabilmente, dalle mie. E questo ci porta a far prevalere l'orgoglio e nascondere i nostri veri sentimenti.
Cameron guida impassibile, il suo sguardo è perso nel vuoto e la potenza con cui stringe il volante fa diventare le sue nocche quasi bianche. Accelera ogni metro sempre di più, arrivando a 170 km/h.
"Puoi rallentare?" Chiedo cercando di restare calma. Non vorrei schiantarmi contro un'altra macchina perché lui è nervoso. Non ricevo nessuna risposta, se non un'altra accelerata, come per dispetto.
Faccio un grosso sospiro per mantenere la calma, ma quando noto che si sta avvicinando ai 180 km/h, la mia pazienza è quasi al limite.
"Cameron cazzo, non sei in una fottuta pista. Rallenta" dico con tono più alto di prima, ma continua a non rispondere alle mie parole. Altri 2 minuti e scoppio. La velocità mi mette ansia, e il pensiero che Cameron è incazzato e che non sa quello che fa mi preoccupa ancora di più. Non so come comportarmi, più gli dico di rallentare più va veloce. Decido di restare zitta, o qui finisce con un incidente. Ho capito che più parlo più si incazza, e più si incazza più aumenta la velocità.
Dopo qualche minuto sento il suono delle sirene di una pattuglia, e quando mi accorgo che stanno inseguendo noi, inizio a sudare.
Ci sorpassano alla nostra stessa velocità, e una volta che la loro macchina è affiancata alla nostra, ci fanno cenno di fermarsi, ma Cameron rimane indifferente a tutto ciò. Ora lo ammazzo.
"Hanno detto di fermarci, accosta" cerco di dire con calma, pure se è difficile mantenerla. Punta lo sguardo verso la macchina della polizia e facendo un sorriso pericoloso accelera. È impazzito, è decisamente impazzito.
Dove diamine è Henry? Siamo partiti insieme.
Non so cosa cavolo fare. Ma devo fermare questa situazione, subito.
La macchina della polizia ci raggiunge e ce la ritroviamo di nuovo accanto, ma quando capiscono che Cameron non ha intenzione di rallentare, aumentano la velocità superandoci e bloccandoci la strada davanti piazzandosi con la macchina di fronte a noi. Una frenata improvvisa mi fa battere la testa nell'angolo della macchina.
"Cazzo" dico mettendomi subito la mano nella fronte quando sento un dolore fortissimo. La guardo e c'è del sangue. Porca troia. La polizia scende subito dalla macchina e viene verso la nostra. Aprono lo sportello di Cameron e lo prendo per un braccio portandolo fuori dall'auto. La botta che ho preso alla testa mi sta impedendo di ragionare, e intorno a me vedo tutto sfuocato. Tanto che, qualche secondo dopo, perdo i sensi e cado in un buio profondo.

Ti odio ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora