Capitolo 61

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In men che non si dica mi ritrovo Henry in camera, e grazie a lui la giornata procede bene.
Parliamo, scherziamo, ci confidiamo, e devo dire che nonostante ci si conosce da un po' questo lato così bello di lui non l'avevo mai conosciuto.
Mi parla della sua famiglia, della sua vita prima di finire qui a Washington, dei suoi momenti più brutti... di tutto, e rimango affascinata dalla sua forza. Mi ha raccontato che fin da piccolo è stato lui l'uomo di casa visto che suo padre si era trovato un'altra donna e non si era fatto più vedere. Ha una sorella a cui tiene più della sua vita, e ogni giorno gli manda un po' di soldi per portare avanti lei e sua mamma. Mi ha pure confidato che non ha mai avuto una fidanzata stabile, sempre una cosa veloce e poi via, Jennifer è la prima ragazza con cui sta costruendo qualcosa di normale, ed è per questo che spesso si trova in difficoltà, perché non ha esperienze. Ha conosciuto Cameron qualche anno fa perché pure lui era entrato in un brutto giro a causa della droga, ed è così che si sono incontrati, e da lì sono sempre stati amici.
"Se prima ti stimavo adesso ti adoro davvero per la persona che sei" dico dopo che mi ha raccontato un po' della sua vita
"Mi vedi sempre menefreghista, solare e positivo, ma in realtà è tutta una corazza" mi spiega
"Lo so, l'ho sempre saputo, ecco perché ci ho sempre tenuto a conoscerti nonostante il gruppo in cui ti sei ritrovato" dico facendo riferimento al brutto giro in cui è
"Comunque adesso basta, ho parlato pure troppo" ride
"Fallo più spesso, sei affascinate quando lo fai" gli sorrido e mi avvolge in un abbraccio intenso
"Ti voglio bene" aggiungo.
Sono le 9 e inizio a sentire la stanchezza. Henry è andato via e di Cameron nessuna traccia. Vorrei chiamarlo ma faccio ancora fatica a far finta di nulla. Da quando sono tornata non c'è traccia nemmeno di Roxy, non è mai tornata in camera ma la sua roba è tutta qui, pure le chiavi della macchina. Meglio sola che mal accompagnata.
Decido di dormire in modo da togliermi i pensieri dalla testa e per recuperare il sonno che ho perso in questi giorni. Così qualche minuto, e il sonno si impossessa di me.
Mi alzo di scatto quando sento delle urla.
Mi ritrovo davanti Roxy piena di graffi e lacrime che le scendono dal viso. Si tiene la testa tra le mani e ogni tanto tira un urlo di paura, come se qualcosa l'avesse traumatizzata. Resto bloccata per qualche secondo impaurita, ma quando ritorno con i piedi in terra mi alzo e le vado incontro.
"Roxy, che ti succede?" Le chiedo sedendomi accanto a lei nel letto. È piena di graffi e ha gli occhi di un rosso pauroso. Non mi risponde e fissa un punto della camera mentre trema.
Non so cosa fare.
"Roxy guardarmi" le prendo con delicatezza il viso tra le mani e la faccio girare verso di me
"A-a-iutami" dice tra un respiro e un altro
"Sono qui, tranquilla. Fai respiri profondi e dimmi che succede" cerco di calmarla pure se penso di essere più in ansia di lei
"Sca-ppa" sussurra poi. Rimango confusa. Prima mi dice di aiutarla e poi di scappare?
"No, non vado da nessuna parte, resto qui con te. Calmati però per favore" le dico accarezzandole i capelli. Smette di tremare ma il suo sguardo fisso verso il muro della camera mi inquieta. È terrorizzata da qualcosa, lo capisco dai suoi occhi e dal suo respiro, provai le stesse sensazioni quando Liam provó a violentarmi. Rimango bloccata a questo pensiero.
"Ti hanno violentata?" Le chiedo capendo subito. Appena le faccio questa domanda inizia a piangere più forte e il suo respiro si fa più affannoso.
Capisco che l'hanno violentata, ecco da cosa deriva la paura e i graffi che ha addosso. Dovrei chiamare qualcuno forse.
"Sta-nno arr-ivando" singhiozza impaurita.
Non riesco a capire, mi sta salendo il panico.
"Cosa intendi?"
"L-loro sono 3, voglio-no vvv-iolentarmi fino ad ucc-idemri" prova a dire e ricomincia a tremare.
Non posso stare in questa situazione. Chiamo Cameron e gli dico di venire.
A quanto ho capito dei ragazzi la vogliono uccidere e stanno venendo qua per farlo. Prendo il telefono per chiamare Cameron ma dopo uno squillo stacco a causa della porta che bussa. Mi impalo. Se sono loro?. Mi giro verso Roxy e mi fa cenno di no con la testa. Iniziò ad avere giramenti di testa, ma cerco di essere forte. Prendo Roxy e le sussurrò di nascondersi bene mentre io li affronterò. All'inizio non vuole ma quando sente che i pugni nella porta sono più forti si alza e scappa in bagno. Rimango sola in camera, con 3 ragazzi fuori dalla porta che vogliono far del male alla mia coinquilina. Non so come ho fatto a non sentirmi male ancora. Mi faccio forza e vado verso la porta, ma prima di aprire afferro la piccola boccetta di spray al peperoncino che comprai dopo qualche giorno che Liam mi violentó. Anche se non avrei mai pensato di usarla per una situazione così.
Faccio un grosso sospiro e apro la porta.
Tre figure maschili mi fissano.
Sono alti e muscolosi, pieni di tatuaggi e con la faccia da assassini. Non mostrano armi ma sicuramente le hanno nascoste da qualche parte.
"È questa la stanza di Roxy?" Chiede uno con voce roca
"No" dico determinata pure se dentro sto tremando dall'ansia
"È sicura? Perché la segreteria ci ha indicato questo numero" dice un altro di loro capendo che sto dicendo una bugia
"Non è qui in questo momento, non entra in camera da un po' di giorni" dico continuando a cercare di essere tranquilla
"Ci hai già mentito una volta signorina, la seconda non ci caschiamo" dice il più grosso e dandomi una spinta entrano. Mi ritrovo in terra, ha una forza incredibile quel uomo. Mi alzo pian piano cercando non cadere in terra, sto perdendo l'equilibrio a causa del mal di testa che ho.
"Tieni ferma lei" dice uno di loro indicando me. Il ragazzo si avvicina a me e con una mano mi prende un polso e con l'altra mi tiene tappata la bocca. Gli altri due stanno cercando ovunque rovesciando tutta la stanza. Sbianco quando uno dei due si accorge della porta del bagno.
"Controllo qui" dice e apre la porta.
Chiudo gli occhi d'istinto. Sento un rumore forte e non ho il coraggio di aprire gli occhi, fino a quando non sento che l'uomo mi lascia il polso e la bocca. I due uomini sono a terra, e rimango scioccata quando mi accorgo che è stata Roxy a buttarceli, lanciandogli la sedia del bagno addosso. L'altro che teneva me gli va in contro e quando capisco che non sarebbe riuscita a buttare a terra pure lui agisco io. Tirò fuori lo spray che avevo preso e vado incontro alla bestia, e non so con quale coraggio inizio a spruzzarlo senza una logica. Ne approfitto  dello stordimento degli altri due e faccio lo stesso, spruzzandoglielo negli occhi.
"Ammazza quella puttana" urla uno di loro al loro amico impegnato a fare del male a Roxy.
L'uomo lascia la mia compagna e si avvicina verso di me, tenendo stretto il collettino nella sua mano. Mi sento bloccata, non riesco a muovere un dito. Mi afferra per il collo e mi sbatte in terra. La botta mi fa quasi perdere i sensi. Mi tira su la maglietta e avvicina il coltello al mio corpo per lasciarmi dei segni. Chiudo gli occhi ma quando dopo qualche secondo non sento nessun dolore li riapro. L'uomo è a terra, e nel suo collo ci sono un paio di forbici. Roxy l'ha ucciso. Ha ucciso un uomo nella mia stanza. Mi sto sentendo male. Non riesco a muovermi, sono scioccata. Finiremo dentro per questo.
Ne approfittiamo per scappare e per fortuna ci riusciamo. Corriamo senza mai fermarci, come se ci stessero inseguendo.
Quando arriviamo all'entrata del nostro dormitorio rimaniamo scioccate. La guardia notturna è legata ad una sedia con un nastro sulla bocca. Ecco come sono entrati i bastardi, mi sembrava strano che la segreteria gli avesse dato informazioni. Lo sleghiamo e cercando di non fargli male gli togliamo quel nastro nero dalla bocca.
"Dove sono quei bastardi?" Urla la guardia estraendo una pistola da un cassetto
"In camera nostra, la 201" dico con un filo di voce. Devo ancora riprendermi.
"Voi state bene? Vi hanno fatto qualcosa?" Domanda la guarda digitando il numero della polizia e squadrandoci
"Hanno violentato la mia amica prima di venire qui" dico con voce tremolante
"Okay, andate fuori tra qualche minuto arriva un'ambulanza" ci informa la guardia per poi correre verso le stanze. Non riesco a credere che tutto questo sta succedendo davvero.
Mi giro verso Roxy e vedo che ha ricominciato a tremare.
"Andrà tutto bene, andiamo fuori" l'abbraccio e la porto nel cortile.
C'è un buio inquietate e un silenzio angosciante.
Faccio sedere la mia compagna su una panchina e cerco di farla resistere fino all'arrivo dell'ambulanza.
Mi sembra tutto un sogno. Non posso davvero credere che tutto questo sia successo davvero. Non so nemmeno dove ho trovato il coraggio di tirare fuori quello spray, ma probabilmente il mio corpo ha agito da solo capendo che dovevo farlo se non volevamo finire male. Non avrei mai pensato di assistere a situazioni del genere qui, eppure ogni giorno mi accorgo di quanto stanno  riniziando a far parte della mia quotidianità. Ho deciso di venire qui per incominciare una nuova vita, per distrarmi dai probelmi e per scordarmi del passato, ma in realtà lo sto rivivendo. Sono cresciuta con il suono della sirena della polizia fisso nelle mie orecchie, con risse violente sotto gli occhi, e con giornate intere passate dentro un carcere a trovare la mia famiglia. Ero completamente sola. Avrei voluto archiviare tutto questo venendo qua, ma in realtà sto rivivendo quello che ho vissuto fino a pochi anni fa.
"Gg-razie" sussurra all'improvviso
"Non devi. Voglio solo che appena starai meglio mi spiegherai come hai fatto a cacciarti in questo casino" le accarezzò i capelli "Ora stai tranquilla" la cerco di calmare prima che le venga un attacco di panico.
Quel silenzio angosciante viene sostituito da una forte sirena che rimbomba in tutta l'Università. È la pattuglia. Con una frenata da professionista la macchina si ferma e da lì scendono due uomini armati. Appena ci vedono si avvicinano.
"Ragazze, che ci fate qui?" Brontola uno di loro
"La guardia ci ha detto di aspettare qua l'ambulanza" l'informo
"Dov'è adesso?" Chiedono con tono serio
"È dentro, stanza 201. Passate da lì" gli dico indicando l'ingresso del nostro dormitorio e così iniziano a correre.
"Chanel" dice con voce tremolante Roxy
"Dimmi"
"Hh-o ucciso un u-uuomo" balbetta per poi iniziare a piangere
"Rox-" sto per dire
"Io finirò dentro per questo" mi interrompe e fissa il vuoto sbiancando
"Senti, andrà tutto bene, non l'hai fatto apposta, è stata autodifesa, quegli uomini volevano ucciderti" cerco di tranquillizzarla pure se la situazione è davvero grave
"Sono un mostro" urla in preda ad un pianto isterico "Sono un mostro" ripete. Capisco che nulla può farla calmare, spero solo arrivi l'ambulanza il prima possibile o potrebbe finire male.
Dopo qualche minuto un'altra sirena rimbomba in tutta l'Universita, questa volta è l'ambulanza.
Due infermieri scendono dal furgoncino e corrono verso di noi. Gli spiego cosa è successo e portano dentro Roxy per farle un controllo.
"Sicura di stare bene?" Mi chiede un'infermiera
"Si" mento sorridendo . L'ultima cosa che voglio ora è finire di nuovo all'ospedale.
Mi giro verso l'ingresso del dormitorio e faccio un respiro di solievo quando vedo che l'hanno presi. Li mettono dentro la macchina e chiudono lo sportello. Ne manca uno. L'uomo che ha ucciso Roxy. E ora? Se ne saranno accorti e verranno a farmi delle domande. Come faccio? Sbianco e sudo dall'ansia. Non riesco a credere che mi sono cacciata in questo casino. Se non dirò lo verità sarò complice di un omicidio è finirò dentro, ma se dico quello che è davvero successo Roxy ci finirà per colpa mia.
Dopo aver chiuso la macchina i due uomini si avvicinano verso la panchina dove sono. Non sono mai stata così spaventata. Il mio futuro e quello della mia inquilina era nelle mie mani.

Ti odio ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora