| 11° capιтolo |

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In poco tempo arrivò il giorno dopo ed io, con il solito gruppo, eravamo seduti nel nostro solito posto in mensa.
Stavo addentando una mela, quando...

Freddo, qualcosa di freddo accompagnato da un suono mi cadde sulla testa facendomi ritrovare con i capelli zuppi di qualcosa di liquido ed appiccicoso.

Mi girai e mi alzai con la bocca spalancata cercando di mantenere la rabbia trovandomi davanti ad una Brooke trionfante che mi guardava con superiorità.
«Mi dispiace, non l'ho fatto di proposito» disse lei fingendosi dispiaciuta per poi mettersi a ridere, «Spero ti piaccia il té al limone, quello alla pesca l'avevano finito» continuò ridendo alla grande.

Strinsi i pugni, osservando la gente in mensa tutta girata verso noi due.
Mi allontanai dal tavolo, ignorando tutti gli sguardi che sembravano seguire ogni mio movimento e corsi via dalla mensa prima di uccidere qualcuno.

Andai velocemente verso il mio armadietto prendendo la mia sacca per poi dirigermi verso il bagno.

Mi assicurai non ci fosse nessuno nei bagni, poi chiusi la porta e tolsi la Desert Eagle e la felpa, per poi nascondere la prima con la seconda.

Cercai di alzare i capelli appiccicati alle spalle ma si erano incastrati con qualcosa, la mia collana.
Tolsi delicatamente la collana, cercando di fare attenzione alla cosa più importante che avevo e la poggiai al sicuro sul lavandino dove non potesse cadere.

Iniziai a strizzare i capelli, quando sentii la porta del bagno aprirsi e comparire Brooke sulla soglia di essa.

Alzai gli occhi al cielo per poi abbassarmi vicino alla sacca per cercare una spazzola che ricordavo aver messo all'interno.

«Leila, volevo scusarmi con te, forse ho esagerato» disse lei lasciandomi incredula; «E pensi anche che possa crederci?» risposi seccata continuando a cercare la spazzola.

"Dove si è cacciata?" pensai impaziente di riportare alla normalità lo stato dei miei capelli.

«Vedi, mi piace molto Steven, già da un po', e vederlo così infuriato per questa storia mi ha davvero imbarazzata» continuò lei facendomi spalancare gli occhi.

"Steven che considera la mia esistenza? Non poteva trovare una scusa migliore?" pensai trovando finalmente la spazzola ed alzandomi finalmente puntando il mio sguardo dritto nel suo.

«Senti, sono stufa, esci da questo bagno, ne ho abbastanza di te per oggi» risposi seccata vedendola poi uscire dal bagno senza dire un'altra parola.

_________________________

Ci misi un po' per liberare i capelli dai nodi che si erano creati, ed anche se ancora appiccicosi, i miei capelli tornarono accettabili per lo meno.

Arrivò la fine delle lezioni facoltative mie e del gruppo, e ci stavamo incamminando verso il parcheggio quando una voce mi richiamò facendo fermare me ed il gruppo.
Peggy apparse poco distante da me appena mi girai e mi stava venendo incontro.

«Leila, ecco io...» iniziò a dire col fiatone appena mi raggiunse; tossì un po' per poi continuare, «Io volevo scusarmi per ciò che é successo ieri in mensa» disse visibilmente dispiaciuta, «Non volevo dire qualcosa che ti urtasse, davvero» continuò con lo stesso sguardo.

Senza voler ricordare maggiormente ciò che successe il giorno prima per non stare male nuovamente le risposi come farebbe Leila.

«Non fa nulla Peggy, è solo un argomento delicato per me, mi dispiace aver fatto quella scenata in mensa» dissi con un sorriso amaro.

«Ehi ragazzina, ti vuoi muovere, ti stiamo tutti aspettando» si intromise Matthew col suo solito tono arrogante avvicinandosi a noi; «Mi dispiace, possiamo andare» risposi solo andando verso Chloe, Kinley e Steven ma venni fermata da Peggy che mi prese per un braccio.

«Aspetta Leila, la tua collana...» disse lei, rimasi confusa, così chiesi spiegazioni; «Collana? Cos'ha che non va?» chiesi perplessa.

«"Ha" che è sparita, dove hai messo quella roba che porti sempre al collo?» si intromise Matthew con mancanza di tatto; «Cosa?» dissi sbiancando e con tono bassissimo, portandomi una mano al collo dove non sentii la presenza della collana.

Con sguardo atterrito pensai a dove potesse essere e quando ci arrivai, a passo spedito mi diressi verso la colpevole ignorando la voce dei ragazzi che mi chiamavano.

Qualche giorno fa chiesi a Pin delle informazioni su Brooke Lewis per saperne di più su di lei, ma non vi trovai nulla di inerente al caso.

La cosa che mi serviva al momento però, era ciò che veniva detto della sua routine all'università: finiti i corsi, Brooke andava sempre davanti alla biblioteca per incontrare il suo ragazzo, o almeno... uno dei tanti.

Ed è proprio lì che mi diressi, la trovai sola con il telefono in mano e sguardo annoiato.
Quando sentì i passi alzò lo sguardo rivolgendomi un ghigno come se avesse capito perché fossi lì.

Strinsi i pugni e con passo spedito andai verso di lei carica di rabbia afferrandole con forza il polso dopo averla raggiunta.

«Brutta puttana, dimmi immediatamente dov'è la mia collana» le urlai contro, così forte che richiamò l'attenzione dei curiosi che iniziarono a radunarsi intorno a noi; «Uhh, la micia ha tirato fuori gli artigli, ma dicendomelo così, non riavrai di certo la tua collana, verginella» rispose lei per nulla spaventata.

Strinsi la presa sul suo braccio continuando a parlare, «Ridammela» dissi a bassa voce abbassando la testa e stringendo i denti; «Come? Non ti ho sentito, e potresti togliere la mano dal braccio?» rispose lei con tono di sfida.

«Ti ho detto...» risposi io alzando man mano il tono, «Ridammela!» urlai guardandola dritta negli occhi con sguardo carico di rabbia.

Non ebbi il tempo di godermi il suo sguardo finalmente impaurito che le mie mani agirono da sole, dandole una spinta così forte che cadde per terra.

«Cosa sta succedendo ragazze?» urlò il professor Moore venendo verso di noi.
Ormai i pochi studenti di prima si erano moltiplicati, incluso Pin che era uscito dalla biblioteca non so in quale momento della conversazione.

«Va bene, ecco la collana» disse spaventata prendendola dalla tasca e lanciandomela per poi alzarsi da terra, «Tu sei pazza» disse ancora spaventata allontanandosi dal corridoio con un ragazzo che probabilmente era quello che stava aspettando.

Mi allontanai anch'io, raggiunta poi da Pin che mi affiancò.

«Sei pazza?! Comportarsi così, ora cosa penseranno di te le persone qui?!» mi disse indignato Pin; «Sai quanto vale questa collana per me! Come potevo fare la ragazza dolce diabetica?!» urlai rimettendomi la collana, felice di riaverla con me.

«Lo sai, ne va della tua copertura» sussurrò lui al mio orecchio per non farsi sentire dalla poca gente che scorreva nel corridoio; «Se si tratta di questa collana, andasse anche a fare in culo la copertura» dissi a bassa voce, con la collana tra le mani, uscendo dalle porte principali dell'università.

Venni subito accerchiata dal gruppo di Chloe e Peggy che sembravano confusi ed anche un po' infuriati della perdita di tempo che avevo causato; «Mi spieghi che ti è preso? Correre così verso la scuola!» disse Matthew irritato.

Guardai alla mia destra dov'era Pin, ma sembrava essersene già andato così girai di nuovo il mio sguardo verso i ragazzi che aspettavano una risposta da parte mia.

«Mi dispiace ragazzi, ora è meglio che andiamo, si è fatto tardi» risposi a testa bassa, non potevo correre altri rischi infuriandomi anche con loro per cui finii lì la conversazione e mi diressi insieme a loro dove la macchina di Paul ci stava aspettando chissà da quanto.

Che pessima giornata

~°~

Le cose si mettono male per Hailey, più sguardi su di lei vogliono dire più pericolo di essere scoperta, e lei ne ha guadagnati fin troppi con questa giornata.

Cosa succederà al rientro a scuola?
Hailey riuscirà ugualmente a proseguire il suo caso?

Lo scoprirete solo leggendolo.
Qui è la vostra autrice, con l'undicesimo capitolo.
Spero vi piaccia!

In No Time [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora