| 16° capιтolo |

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Il suono delle lancette dell'orologio era l'unica cosa a emettere vibrazioni nella stanza, io non sapevo cosa dire, Matthew neanche, Chloe e Steven invece, aspettavano impazientemente una risposta.
Fui colta di sorpresa, fottutamente colta di sorpresa, e la cosa mi irritava non poco.

«Allora? Vuoi rispondere?» mi richiamò Chloe incrociando le braccia al petto; «Avevo dimenticato il portafogli, siamo venuti a prenderlo sapendo foste qui» rispose Matthew apparentemente molto calmo.

Chloe riportò le braccia ai fianchi e fece un mezzo sorrisetto, «Voi due che ci fate ancora insieme?» chiese curiosa e divertita.

Noi ci guardammo negli occhi, poi iniziai a parlare io prendendo la prima scusa venuta in mente, «Mi ero persa, poi... ho reincontrato Matt che si è offerto di accompagnarmi» dissi un po' titubante.

"Un'agente sottocopertura che non sa recitare, questo è il colmo" pensai seccata dalla situazione.

«Sembrate essere più intimi voi due» affermò lei con sguardo attento, «Inoltre, potevi chiedere di accompagnarti a quel ragazzo di Venerdì, quando sei uscita per la seconda volta dall'università» dedusse lei.

"Pin caro, se il tuo intento era di non farti notare, hai fallito" divagai nei miei pensieri mentre cercavo velocemente una risposta.

«Non potevo, avevo il telefono scarico» dissi ancora, lei non era ancora convinta ma non le diedi il tempo di rispondere che continuai, «Si è fatto tardi! Dobbiamo andare!» la presi per un braccio ed uscii da quella casa, anche se con un po' di fatica dato che Chloe non collaborava: continuava a dire cose come "Ma il film", "Ehi, non ho salutato Steven!".

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I giorni passarono in fretta, in quel tempo legai di più con Matt.
Cosa molto strana dato che sembrava non sopportarmi inizialmente.

Cosa ancor più strana era che da quel giorno non mi chiese più spiegazioni per il mio strano comportamento.

Ma era meglio così, non volevo essere costretta a fidarmi di qualcuno per mantenere segreta la mia identità.

Potevamo quasi considerarci amici... Senza contare che era tutta una "recita" come quella a fine anno.

C'era solo una piccola differenza, io non stavo interpretando la parte dell'albero, ed avevo così tante battute che avrei potuto rovinare tutto da un momento all'altro.

Arrivò poi sabato, il fatidico giorno, la fatidica serata a casa di Trevis Howard.

Ero così ansia, e non per i soliti motivi da ragazzina come "cosa mi metto?" "oh mio Dio, e se qualcuno mettesse il mio stesso vestito?!".

No, ciò di cui avevo paura era di un possibile attacco del colpevole della minaccia, essere finalmente faccia a faccia con la persona che mi stava facendo passare tutto quello.

Grazie a ciò, oltre alla paura provavo anche felicità.

Felicità, perché finito il caso sarei finalmente tornata a Washington, non avrei più passato del tempo con tutta quella gente che in quel momento pensavo avesse più cranio che cervello.

Felicità che avrei avuto un compenso per questo caso, o che avrei rivisto Ryan.

Come al solito,i miei pensieri furono interrotti da qualcosa, e quel qualcosa in quel momento era la vibrazione del mio cellulare.

Lo presi velocemente e vedendo chi mi stava chiamando, rimasi sorpresa.

«Peggy?» chiesi confusa alla ragazza, mi sorprese il suo gesto; «Ehi Leila! Ciao!» rispose lei che sembrava molto entusiasta; «Come mai sei così di buon umore?» chiesi con tono di curiosità.

«Come perché? Stasera ci sarà la festa a casa di Trevis, no?» rispose lei in modo ovvio, «Mhh, sì. Allora... Perché mi hai chiamata?» chiesi mettendomi comoda sul letto.

«Ho capito molto su di te, e so per certo che verrai con due pezzi di stoffa, quindi pensavo di venire a casa Anderson ed aiutarti a trovare un vestito!» disse con gioia.

Spalancai gli occhi, gettando un occhio sulle armi messe sul comò in bella vista.
«Emh, va... bene, quando verrai?» chiesi guardando l'ora.
«Perché perdere tempo? Ovviamente sono già qui!» continuò lei ridendo.

Mi feci prendere dal panico mi alzai dal letto velocemente cercando di nascondere più cose possibili, «Wow, davvero... Incredi~ Ahia!» mentre stavo rispondendo sbattei la testa su una mensola per sbaglio dopo aver preso alcuni documenti per il caso che erano caduti.
«Tutto bene?» chiese lei preoccupata.

Sapevo si stesse avvicinando alla stanza, quindi continuai a nascondere tutto, «Tranquilla, nulla di grave, ora chiudo dato che sei arr...» la porta di spalancò mostrandomi una Peggy felice con una valigia a mano alla sua destra.

Lanciai il telefono sul letto, «Peggy, ciao!» recitai entusiasta cercando di non far sembrare avessi il fiato corto; «Ehi Leila! Come sono felice di vederti!» disse felice, io sorrisi, sorriso che poi scomparì dopo aver visto un raccoglitore appariscente con probabilmente qualche documento compromettente.

Fortunatamente si distrasse un momento ed io ne approfittai per prenderlo velocemente e lanciarlo dentro l'armadio.

Riportò lo sguardo verso di me, con ancora un sorriso abbagliante in volto, «Iniziamo allora! Vediamo cos'hai nell'armadio!» affermò lei avvicinandosi.

"Oh andiamo! Mondo, perché ce l'hai con me oggi? " pensai con un sospiro per poi mettermi davanti all'oggetto in questione per non permetterle di aprirlo.

«Perché non... vediamo cos'hai portato tu?» dissi facendo una risata.
Tra virgolette, molte virgolette.

Peggy sorrise, e si avvicinò alla valigia, la aprì e si rigirò infine verso di me, «Iniziamo!» disse infine.

~°~°~°~°~°~°~

Alla fine, sembra tutto risolto con Chloe e Steven, ma Matthew si sta avvicinando sempre più alla nostra protagonista.

Peggy sembra star facendo lo stesso, perché tutti ad un tratto vogliono essere suoi amici?
È una coincidenza?
O avranno dei doppi fini?
Succederà qualcosa alla festa in questione?

Lo scoprirete solo leggendolo.
Qui è la vostra autrice, con il sedicesimo capitolo.
Spero vi piaccia!

In No Time [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora