Ci fu un attimo di silenzio che sembrò l'eternità.
La situazione era sempre la stessa, me e Luke distesi per terra, schiacciati dal peso di due dei complici del piano di Paul e Matt che non sapeva minimamente cosa fare.«Lasciate prima che mi presenti, col mio vero nome, non quello falso con cui mi sono finto l'autista degli Anderson» iniziò mettendo una mano in tasca e rilassando lo sguardo, come se si trovasse in una situazione da nulla.
«Il mio vero nome è Carlos Ramirez e sono il fratello di Aron, la causa principale di tutto questo» continuò alzando la voce.
Il nome inizialmente mi sembrava familiare, ma non c'era tempo per pensarci, vista la situazione.
«Ventitre anni fa, mio fratello lavorava per Wade White, avvocato di San Francisco» disse iniziando a camminare a passo lento per l'area.
Mi si gelò il sangue al suono di quel nome in quell'esatto momento, ricordai chi fosse Aron Ramirez e che tutta questa storia c'entrava con la mia famiglia adottiva.
Aron era un amico di famiglia, il segretario del mio primo padre adottivo, spesso veniva da noi per qualche festa o per questioni di lavoro per mio padre.
Per gli occhi di una bambina di 8 anni non sembravano in brutto rapporto e non capivo che collegamento ci fosse con il caso.
«Ovviamente però mio fratello non poteva avere un lieto fine secondo i White, quindi Wade decise di licenziarlo senza alcuna ragione valida» continuò con fare beffardo.
Conoscevo parzialmente la situazione e sapevo che quanto stava dicendo era falso.
«Ti sbagli, Wade non ha licenziato a caso» affermai muovendomi un po' così da riuscire a guardare meglio il colpevole che inizialmente sembrava non mi stesse ascoltando; «E tu cosa ne sai?!» chiese alzando la voce girandosi di scatto verso di me.
«Aron aveva ricevuto una proposta di lavoro da un'agenzia che avrebbe realizzato il suo sogno» continuai riaffiorando i ricordi di quella conversazione ascoltata per sbaglio, «Stai mentendo!» continuò, ora stava proprio urlando.
«Aron però arrivò tardi perché un altro a cui avevano proposto il lavoro arrivò prima di lui, prendendosi il posto» dissi ancora; subito dopo mi interruppe uno sparo, uno sparo che mi causò un tremendo dolore, quasi insopportabile.
Carlos mi aveva sparata, sparata per non sentire la verità e non sentirsi in colpa per ciò che aveva fatto, cosa che pensavo di aver già dedotto.
Il colpevole respirò affannosamente prima di ricominciare a parlare, «Aron... rimase senza lavoro, cadde in depressione...» disse guardando il vuoto.
«Ehi, miss so tutto io, indovina cosa successe dopo qualche mese?» mi chiese con tono da psicopatico, «Te lo dico io, si suicidò» continuò con voce acida e ridacchiando.
«Non potevo perdonare i White, quindi dopo qualche anno mi decisi e li feci fuori. Non dimenticherò mai le loro facce sorprese di avere davanti il fratello della loro vittima» disse con una risata sprezzante.
«Prima che la polizia potesse prendermi scappai, non era ancora finita la mia vendetta» disse soltanto, continuava ad andare in giro portando la sua pistola da una mano all'altra.
«La gente sparlava e sparlava della morte di mio fratello, non riuscivo a perdonarlo, così nel corso del tempo iniziai ad ucciderli tutti, uno ad uno» continuò rialzando la voce poco a poco.
«Poi andai da Paul, il vero maggiordomo e autista degli Anderson e presi il suo posto per far sì che anche loro, che sparlavano con gli altri, subissero la sofferenza che ho sofferto io» continuò ancora.
«E quale modo migliore per farlo se non portandogli via la loro amata primogenita» disse guardando una parete della casa di Donaldina Cameron.
Girò poi lo sguardo verso Matt per la seconda volta, fissandolo in silenzio, «Matthew Stewart, giusto?» chiese, anche sapendo già la risposta, poi sorrise ed iniziò a fare una risata perfida.
«Povera piccola Shannon, vittima dei peccati dei suoi genitori» disse poi guardandolo negli occhi con un ghigno.
Matt spalancò gli occhi scettico a ciò che stava per dire ed il dolore della mia ferita da proiettile si faceva più doloroso, stavo per perdere conoscenza.
«C-Cosa intendi?» iniziò lui balbettando e mostrando iniziale insicurezza, «Ma come, non ci sei ancora arrivato?» chiese con le mani in tasca dandoci le spalle per fissare i dettagli di quel cortile, «Ho ucciso io Shannon, Matthew» rivelò poi con voce maniacale lasciando tutti sorpresi.
Non so bene cosa successe dopo, vidi solo di svista Matt guardare verso il basso con sguardo spento.
Il dolore mi costrinse poi a chiudere gli occhi.
Subito dopo ci fu uno sparo, seguito infine da un elicottero che mi sollevò da terra e mi portò via di lì.
La mia avventura a San Francisco era finalmente finita.
~°~
Ed eccoci con l'ultimo capitolo della mia prima storia di cui sono davvero fiera!
Questo capitolo inoltre è stato pubblicato dopo aver raggiunto le 50,000 letture, una cosa incredibile per una come me, vi ringrazio tanto!
Sembra che la storia sia giunta al termine, chissà cosa verrà detto nell'epilogo.
Tranquilli, per questione di coerenza allo scrivere in prima persona, la protagonista non è morta, non allarmatevi!
Chi avrebbe mai detto che Paul, o meglio dire, Carlos Ramirez, avesse fatto tutto questo per la morte del suo fratello.
Quindi cosa verrà detto nell'epilogo?
Chi ha sparato quel colpo?
Quali saranno le storie dietro il movente che ha portato i complici a seguire il piano di Carlos?Lo scoprirete solo leggendolo.
Qui è la vostra autrice con il cinquantunesimo ed ultimo capitolo della storia.
Spero vi piaccia!Vi ricordo che in questi giorni sto correggendo alcune cose nei capitoli precedenti a questo e che potreste trovare qualcosa di incoerente a causa di ciò.
Vi ricordo anche che ho aperto un account Instagram per varie cose riguardanti questa storia ed altre future, fateci un salto!
La storia è quasi finita, resta solo pubblicarne l'epilogo.
Spero arriverete fino alla fine!Finisco col dire, scusatemi per il capitolo corto ed in ritardo, è un capitolo fatto per le sole spiegazioni, per di più importanti per questo ho anche pensato di farvi aspettare un po'.
Con questo... passo e chiudo!
@Giulia.thhh
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In No Time [Completa]
Mystery / ThrillerUna persona, Hailey White. Una persona che conoscono tutti e nessuno. Una persona che incute timore, e che allo stesso tempo porta curiosità. Una persona che ha affrontato e che affronta ogni giorno cose che non vorremmo mai provare. Ma lei affronta...