| 15° capιтolo |

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Stavamo camminando da un po', in silenzio, a quanto pare l'atmosfera si era spenta.
Poi Matt si fermò di colpo e mi ritrovai a sbattere contro la sua schiena.

«Il mio povero naso, ma che hai al posto della schiena?» chiesi massaggiandomelo; «Cosa? Dovevo dirti "Ehi, mi sto fermando quindi cortesemente rallenta il passo così da non venirmi addosso"?» rispose lui ironico.

«Comunque siamo arrivati, quella è casa di Steven» continuò indicando una casa apparentemente comune, senza troppo sfarzo, racchiusa da una recinzione.

«Non li vedo, secondo te sono dentro?» gli chiesi goffamente tenendo basso il tono di voce; «Non penso, Steven non chiude mai il cancelletto quando è in casa, ed ora è chiuso» mi rispose lui probabilmente confuso dalla situazione dato che eravamo nascosti in una stradina come se fossimo criminali.

«Beh, potrebbero averlo chiuso i suoi genitori» affermai come se fosse scontato; «Vive da solo, i suoi genitori lavorano fuori da San Francisco» continuò lui con lo sguardo di uno che la sapeva lunga su di lui.

«Allora, ora che siamo qui, cosa vuoi...» lo interruppi intimandolo di fare silenzio ma lui continuò a parlare così gli tappai la bocca con la mano.

Sentii una risata, che sembrava proprio essere quella di Chloe ma non ebbi il tempo di capire da dove provenisse la voce che sentii la mia mano più umida.

Realizzai solo allora cosa stava succedendo, Matt mi aveva leccato la mano.

«Che schifo! Cosa sei, un cane?» dissi io disgustata scuotendo la mano per aria; «Devo ammetterlo, è stato divertente» affermò lui mettendosi a ridere.

Subito dopo alla sua risata si sovrappose quella di Chloe che ci passò di fianco subito dopo.
Non notandoci fortunatamente.

Mi alzai, cercando di seguirli di soppiatto cercando di non farmi notare, ma non prima di aver pulito la mano strofinandola su Matt, «Andiamo! Dovevi per forza pulirti addosso a me?» si lamentò lui, ma non lo ascoltai e continuai a seguire i due non prestando attenzione a Matt che continuava a lamentarsi.

Chloe e Steven si fermarono vicino ad una gelateria, permettendoci di fermarci, e ci nascondemmo in una strada vicina.

«Metti caso tu abbia delle malattie? Potresti avermele trasmesse!» affermò lui provocandomi per l'ennesima volta quel giorno, alzai gli occhi al cielo e continuammo a seguirli dato che si stavano allontanando dalla gelateria.

"Chissà perché continua a seguirmi come un cagnolino " pensai mentre camminavamo distanti da loro in modo da non farci scoprire.

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Li stavamo seguendo da un po', Matt continuava a farmi da spalla per ragioni a me sconosciute ed i due fidanzatini si erano fermati nuovamente.

«Mi spieghi perché li stiamo seguendo?» chiese lui curioso di sapere il motivo di tutto ciò; io deviai la domanda, «Tu stesso mi hai dato della stalker inizialmente, cosa ti lamenti?» risposi continuando a tenere d'occhio i due.

«Allora lo ammetti!» continuò lui vittorioso; «Come dici te, ora meglio andare, si stanno muovendo» lo interruppi io iniziando a camminare.

Passò ancora del tempo ed ancora una volta i due si fermarono obbligando anche noi due a fermarci.

«Per quanto ancora dovremo seguirli?» rispose Matt stanco di pedinare un suo amico probabilmente; «Se vuoi puoi anche andartene, sai?» risposi io concentrata a non perdere di vista i due.

«Poi chi baderebbe ad una ragazzina come te? Potresti perderti» mi provocò, cosa a cui non risposi e dopo aver roteato gli occhi continuai a camminare.

Si fermarono infine in una pizzeria, dove passarono molto tempo, e nel mentre, cercai di risolvere i miei dubbi su alcune cose con Matt.

«Ehi...» attirai io la sua attenzione per poi continuare, «Perché ti comporti con me sempre come se non mi sopportassi?» chiesi stufa del suo atteggiamento, anche se in quelle ultime ore sembrava essere migliorato.

Mi guardò confuso, poi sospirò e rispose dicendo «Beh... inizialmente sì, non ti sopportavo molto»; alzai gli occhi al cielo, poi lui continuò, «Voglio dire, eri troppo dolce e sembravi molto finta» disse con uno sguardo di disgusto.

A quelle parole mi paralizzai, pensando molte, troppe cose in un singolo secondo, «Però ora come ora... mi incuriosisci» continuò sorridendo lievemente.

Molte altre cose da chiedergli mi vennero in mente ma...
Non sembrava intenzionato a continuare la conversazione, infatti prese il telefono in mano ignorandomi.

Poco dopo mi arrivò un messaggio, ed al trovare un numero sconosciuto inarcai un sopracciglio...

" Tic Tac, Tic Tac, il tempo scorre velocemente, e resta sempre meno tempo alla morte di Chloe, cosa farai, mia cara agente? " spalancai gli occhi, iniziando a mangiarmi le unghie dal nervoso.

Matt si girò verso di me, notando la mia preoccupazione, «Ehi, che succede, Leila?» disse, ma non gli risposi, mi alzai di scatto andando verso la pizzeria.

Guardai attraverso i vetri ma non riuscii a vederli allora tornai da Matt che continuava a farmi domande inutili per me in quel momento e mi diressi verso casa di Steven cercando di ricordarmi la strada e consultando Matt qualche volta.

Arrivammo in poco tempo e notai il cancelletto aperto.

Senza neanche preoccuparmi di ciò che stesse dicendo Matt mi avvicinai alla casa e spalancai la porta.

Per poi dirigermi a passo svelto verso il salotto dove si sentiva il televisore.

Però non ebbi il tempo di prendere la pistola che avevo nascosta tra i vestiti che notai i due rilassati sul divano a guardarsi un film tranquillamente.

Chloe e Steven, notando il baccano si girarono verso di me e Matt che sembrava avermi seguita, restando sorpresi, «Leila? Matt? Cosa ci fate qui?» chiese Chloe confusa.

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Un inseguimento carico di varie emozioni e ciliegina sulla torta, un messaggio misterioso da quello che sembra essere il colpevole.

Cosa faranno ora i due?
Come spiegheranno l'accaduto?
Chi potrà mai essere questo misterioso colpevole che continua a tormentare la nostra protagonista dai primi capitoli?

Lo scoprirete solo leggendolo.
Qui è la vostra autrice, con il quindicesimo capitolo.
Spero vi piaccia!

In No Time [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora