Aiuto

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Dopo aver ringraziato Austin e avergli promesso che avrei portato tutti i miei amici a cena al suo ristorante esco da casa sua. Prima di mettere in moto l'auto però faccio una chiamata
"Ciao" parla in tono piato e freddo, lo capisco quel messaggio è arrivato a tutti lui compreso
"È da molto che non ci si sente" tento di alleggerire la tensione ma dall'altra parte sento solo uno sbuffo irritato
"Cosa vuoi Kyra?"
"Ho bisogno del tuo aiuto Stefan" lo supplico con la voce, avevo imparato che con un po' di impegno ogni persona è facilmente manipolabile, sembra cattivo come concetto ma adesso dovevo imparare a giocare.
"Ci vediamo tra dieci minuti davanti a casa mia" dice arreso ed io incasso la mia vittoria sorridente prima di attaccare e partire. Stefan era sempre stato rispettoso e giusto nei miei confronti, gli volevo bene perché mi aveva aperto gli occhi e aiutata. So anche ciò che lui prova per me anche se non lo ha detto esplicitamente ma io sto con Lewis e non lo lascerei per nessuno al mondo. Mi fermo davanti alla villa prima di allungarmi sul posto del passeggero e prendere una birra. Mi poggio sullo sportello sorseggiando la mia birra per rilassarmi.
"Ma chi si vede Kyra Williams ancora da queste parti" mi volto incrociando gli occhi scuri di un ragazza robusto, lo riconosco è lo stesso che ha rimproverato Stefan per avermi portato lì, è il capo della sua squadra. I capelli cortissimi gli fanno risaltare gli zigomi e i lineamenti definiti. Gli occhi grandi e castani brillano sotto la luce del sole, le labbra carnose sono piegate in un ghigno divertito. È alto e muscoloso riuscirebbe a spezzarmi ad occhi chiusi.
"Tu sei?"
"Charley Jefferson piacere" riconosco subito il cognome ed un sorriso mi sorge spontaneo lui è il mio nemico
"Cosa fai qui?" Si fa improvvisamente serio
"Vengo per bruciarti casa" dico seria annuendo e la sua faccia sembra leggermente spaventata così io scoppio a ridere
"Scherzo aspetto Stefan"
"Non avrai informazioni da lui lo sai?"
"Non le voglio lo sai? Giocare secondo le regole è più divertente"
"In amore e in guerra non ci sono regole"
"Beh evidentemente non mi conosci ne nell'uno ne nell'altro campo" sorrido e quando vedo Stefan scendere velocemente le scale mi raddrizzo raggiungendolo sorridente, lo abbraccio ma lui non ricambia nonostante ciò lo stringo a me il più forte possibile. Mi guarda male prima di salire al posto del passeggero in macchina
"Ci si vede Jefferson"
"In battaglia Williams" Mi volto mentre sto accendendo la macchina in modo
"O in amore chi lo sa" gli faccio l'occhiolino prima di partire divertita. Il viaggio trascorre in silenzio, tento di fare conversazione ma le uniche risposte che guadagno sono delle occhiatacce ed il silenzio più assoluto. Improvvisamente noto la somiglianza con il suo gemello.
"Siete proprio uguali" Sbuffo infastidita, il ghigno pervertito che gli si dipinge in volto è la prima reazione che ricevo.
"È un modo per dirmi che mi ami?" Alzo gli occhi al cielo, ovviamente il livello di presunzione pure è uguale
"Chi ti dice che amo tuo fratello?"
"Ma perfavore" parcheggio la macchina davanti al ristornate di Austin e lui si guarda, indossa dei jeans neri ed una felpa bianca con le convers. Io jeans neri e maglione tre volte più grande. Di certo non è l'abbigliamento per questo ristorante ma è ora di cena sono affamata e non ho soldi.
"Sappi che dividiamo il conto"
"Non paghiamo" lo informo prima di lanciare le chiavi ad un autista. Saliamo velocemente le scale. Dietro la reception riconosco subito lo stesso signore dell'altra volta.
"Signorina Williams è qui con un ospite? Mi fa piacere! Le liberiamo subito un tavolo"
"Ti ringrazio molto" sorride e annuisce prima di parlare con un cameriere che in pochi minuti torna da noi e ci fa superare tutta la fila di persone in abito elegante. La gente ci guarda male ma ne io ne Stefan gli diamo troppo peso, si da il caso che nessuno mai mi vedrà con un vestito. Ci sediamo ad un tavolo accanto alle finestre e ci lasciano subito i menu.
"Perché ti trattano come una Reggina?"
"Perché lo sono non vedi la corona?" Scuoto la coda di cavallo spettinata e lui ride, finalmente. Dopo aver fatto i nostri ordini ci guardiamo, come se ognuno di noi avesse paura di giocare le proprie carte, come un gioco d'azzardo ed entrambi volevamo vincere, in fondo fin da quel messaggio mi ero immischiata in un bel casino, ma pur sempre un gioco, ho voluto la bici meglio iniziare a pedalare.
"Devo trovare una squadra"
"Oh questa è bella vuoi che ti aiuti a creare una squadra per batterci" ride amaro, sbatto la mano sul tavolo infuriata, perché non capiva, il mio intento non è battere tutti loro ma battere la famiglia fantasma in modo da liberarli, io con quelle informazioni non ci farei nulla se non distruggerle.
"Tu sai che non gioco sporco solo che non so da dove iniziare" con le dita inizia a tormentarsi il labbro soprappensiero, mi concentro sul suo anello Argento e con una scritta che non riesco a leggere, eppure l'ho già visto da qualche parte.
"Ok" si arrende poi lascando ricadere il braccio sul tavolo.
"Davvero bene dove si comincia?"
"Dalla cena. Ho una fame" su tocca la pancia come un bambino che chiede la pappa ed io sorrido.

White rose ~broken soul~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora