Ritorno alle origini

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Alle quattro decido di tornare alla macchina, il mio ladro ed il mio ingegnere lì troverò altrove. Ero stanca, una giornata iniziata con un messaggio che mi chiedeva di creare una squadra di criminali è finita con una pistola puntata in fronte. Gli altri mi avevano chiamata centinaia di volte ma li conoscevo, erano furiosi, porbbaimmte già mi credevano colpevole di questa cazzata. Mio zio probabilmente mi avrebbe tirato un ceffone che mi sarei ricordata, nessuno di loro però avrebbe minimante sospettato che l'avrei fatto, ne tantomeno che avrei vinto. Ma io vincerò ad ogni costo, perché mio padre lo vorrebbe, perché salverò vite innocenti e Perché tutta questa merda deve finire. Ciò che ho visto oggi mi ha fatto capire che non c'è mai un fondo, si può cadere sempre più in basso all'infinito, io dovevo trovare un posto dove aggrapparmi o non sarei più risalita. La mia quadra sarebbe stata la mia corda mi dispiaceva per loro ma era così. Mentre sto raggiungendo l'auto sento una voce imprecare così mi nascondo dietro un albero. Una ragazza dai capelli bianchi sta scassinando la mia auto. Peccato non è la sua giornata, si è messa contro la persona sbagliata e nel momento sbagliato. La raggiungo da dietro mentre le sta aprendo lo sportello e premo la pistola alla sua testa
"Fossi in te non lo farei" la sento sbuffare come un bambino che è stato beccato a mangiare la cioccolata. Si volta guardandomi male, i capelli ossigenati e lisci le arrivano a sfiorare appena le spalle, ha un cappello nero in tinta con il piercing al naso laterale, ha anche il piercing ai denti argento: lo smile. Indossa una felpa nera che le arriva appena sotto il sedere, delle parigine nere fin sopra il ginocchio e degli stivaletti con un po' di tacco.
"Siete una noia voi ricchi" metto a posto la pistola capendo che non è affatto pericolosa sembra davvero una bambina
"Quanti anni hai?"
"Sedici ma che ti importa?"
"Sei piccola cosa fai qui?"
"Aspetto che mia madre finisca di lavorare ti soddisfa come risposta?" Ride amara e mi basta per capire quanto in realtà abbia bisogno di piangere, è una risata triste e tagliente che mi mette compassione.
"Sei da sola?"
"Con uno dei miei fratelli grandi, l'altro sta a casa a badare agli altri quattro piccoli" parla come se realmente non fosse la sua vita, sembra non importargliene nulla
"Vuoi guadagnare dei soldi per la tua famiglia?" Sono una persona orrenda, le sto per rovinare la vita, ma la sua famiglia ne ha davvero bisogno evidentemente, però perché deve essere lei a sacrificarsi. Sono costretta a mordermi la lingua per non rimangiarmi quelle parole.
"Tu puoi aiutarmi?"
"Mi chiamo Kyra Williams"
"Mio fratello dice spesso questo cognome lo pagano per spacciare credo" una vita di merda ed io sto per fare lo stesso con lei.
"Era la mia famiglia ma mi hanno mandato via. Ora vivo con altri come te, che ne hanno bisogno e voglio battere gente che tiene in pugno tua madre e tuo fratello. Potrai andartene quando vuoi. Ma ho bisogno di una ladra dalla mia parte" mi guarda leggermente accigliata sembra rifletterci,
più il tempo passa più i miei sensi di colpa aumentano
"Sono la migliore qui a rubare questo è vero. Chi mi assicura che non mi accadrà nulla?"
"Io, ti proteggo con la vita se devo" è alta come me, lo sguardo troppo cresciuto per una della sua età, il viso grintoso è il fisico di una ragazzina eppure sembra davvero la mia miglior scelta fin ora. Mi lascia il suo numero di cellaulre
"Io sono Grace"
"Grace è pericoloso ti avverto, potrebbe accadere qualsiasi cosa, sono compiti difficili..."
"Ho sedici anni non dieci. Poi diciamocelo la vita è già difficile che differenza fa?" Mi sorride prima di andarsene senza aggiungere altro. Salgo in macchina e parto velocissima verso casa. Sto aprendo le porte quando è ormai l'alba. Raggiungo la mia stanza in punta di piedi, dopo essermi messa il pigiama non posso dormire. Cerco una casa con il mio computer, ci passo abbastanza tempo perché il sole si alzi fuori poi una via attira la mia attenzione. Una parte di Washington che conosco troppo bene, la mia via, il mio civico e con lui il mio passato. La casa è stata buttata giù e ricostruita noto ed ora è in vendita. Mi slavo il numero dell'agente immobiliare che chiamerò domani mattina. Tutto è iniziato lì quale posto migliore per farla finita. Dopo aver chiesto le tende mi rifugio sotto il piumone e mi addormento in davvero poco tempo.
*********
Mi risveglio sentendomi accarezzare i capelli, apro lentamente gli occhi ma noto che non c'è più il sole, dovevo aver dormito parecchio tuttavia non potevo prolungarmi, dovevo chiamare l'agente immobiliare e domani andare a firmare il contratto, andare in banca e sbloccare il mio conto ereditario poi prendere tutta la mia roba da qui.
"Sento il rumore delle rotelle nella tua testa" mi bacia delicatamente una tempia ed ogni pensier scompare, come la tensione dei miei nervi
"Ciao" mi volto verso di lui che si sdraia con la fronte contro la mia, intreccio le gambe alle sue e mi sporgo per baciarlo, non ci pensa due volte prima di baciarmi di nuovo, mi sembra di respirare di nuovo, avevo davvero preso in considerazione l'idea di lasciarlo, dovevo essere impazzita. Lui voleva me e tutte le altre potevano andare benissimo a fanculo.
"Dove sei stata tutta la notte?" Domanda improvvisamente serio
"Perché?"
"Sei tornata alle sei ti ho sentita ma non volevo disturbarti" gli sorrido allungandomi e stampandogli un altro bacio, forse non era così duro e arrogante come credeva.
"A creare la mia squadra" si mette seduto sul letto con i piedi a terra, sapevo non sarebbe stato d'accordo, si afferra il viso tra le mani poggiando le braccia sulle ginocchia. Non voglio che si arrabbi non me avrebbe il diritto, non dopo ciò che ha fatto ma so che potrebbe infuriarsi. Lo abbraccio da dietro stringendogli le braccia attorno al bacino, lui mi accarezza le mani voltandosi leggermente.

White rose ~broken soul~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora