Un assassino, mi serve un assassino, lo avrei tenuto in panchina per sua sfortuna ma per proteggere i miei avrei dovuto farlo. Mi avvio così nel seminterrato della locanda dove si tengono le lotte clandestine, sapevo che qui stasera ci sarebbe stato il più bravo di queste parti, ne serviva uno all'altezza di Lewis ed era dannatamente impossibile. Pregavo silenziosamente mentre vedevo persone non molto promettenti azzannasti tra di loro. Non siamo poi tanto diversi dagli animali, il loro istinto di sopravvivenza li spinge ad uccidersi persino tra di loro. Anche se noi abbiamo la capacità di ragionare siamo in grado solo di reagire agli istinti e questo era tremendamente deludente. Pregai che Dio mi aiutasse a salvare più persone possibili doveva portarmi ora un assassino, non certo una richiesta normale ma di certo necessaria. Poco dopo lo trovai mentre scattava sul ring sembrava un ghepardo, tanto veloce che il suo avversario faceva fatica a vederlo, tirava pugni che giuro avrei potuto sentirne il rumore in tutto quel chiasso, aveva gli occhi pieni di una rabbia cieca e forse repressa per troppo tempo. Il petto nudo e con qualche tatuaggio grondava sudore per i muscoli definiti, aveva la mascella squadrata e gli occhi più neri che avessi mai visto, i capelli biondi leggermente lunghi sembravano brillare con la luce del sole. Vinse in così poco tempo che mi sembò di non averlo ammirato abbastanza. Lewis era il re della foresta ma di certo lui sembrava un degno avversario. Per arrivare al suo camerino ci misi almeno mezz'ora, tra spintoni e imprechi intorno a me. Senza nemmeno bussare apro la porta, lo trovo con un asciugamano legato intorno alla vita circondato da donne mezze nude, oltre a lui un altro ragazzo.
"Sloggiate" sibilo alle prostitute che escono senza farselo ripetere due volte, l'altro uomo si è alzato, è mingherlino e evidentemente strafatto
"Che vuoi troia? Questo posto è privato"
"Ho detto fuori" parlo calma, lui prova ad afferrarmi ma scatto immediatamente, gli rigiro il polso lui si distrae così io gli tiro un cazzotto in faccia ed una ginocchiata in pancia prima di spingerlo a terra fuori dalla porta
"Prova a toccarmi ancora e ti spezzo le ossa" sorrido prima di chiudermi la porta alle spalle. Sobbalzo quando trovo una pistola poggiatami alla fronte
"Gli Williams non mi stanno simpatici" Sbuffo, perché il mio nome deve precedermi, mi devo sempre inventare modi nuovi per convincerli. Però come ha fatto a riconoscermi. Lo fisso negli occhi e lui fa lo stesso, sembra che qualcosa gli stia bruciando dentro, mentre faccio in modo di farmi venire le lacrime agli occhi il suo sguardo sembra cambiare, colgo il momento di distrazione, gli spingo il polso in modo da piegarlo e con forza lo faccio scontrare al mio ginocchio la pistola cade ed io la raccolgo, tolgo le cariche e gliela rilancio. Mi guarda male, più truce che mai, mi afferra le spalle sbattendomi al muro, ad un millimetro dalle mie labbra si ferma guardandomi, come a volermi analizzare a fondo
"Potrei batterti a mani nude" sibila sulla mia bocca, gli premo la canna della pistola in pancia e sorrido
"Sicuro?" Si allontana di qualche passo sbuffando e si appoggia al tavolo dietro di lui incrociando le braccia al petto
"Cosa vuoi? Non combatterò per voi"
"Hanno già il loro combattente punto numero uno, punto numero due mi hanno cacciato di casa e sto creando una nuova squadra per La Rosa e vorrei che tu fossi il mio assassino. Oltre che poi sarai una delle persone più importanti del mondo quando vinceremo, sarai ricco e potrai fare di quei soldi ciò che vuoi. Una sola regola si sta ai miei ordini" Alza un sopracciglio divertito, prima che un sorriso faccia spuntare due tenere fossette sul suo viso.
"Sei sicura di te"
"Come?" Domando confusa
"Hai detto quando vinceremo" pensavo si riferisse che dicesse stare ai miei ordini ma questo sembra non infastidirlo per niente, anzi sembra divertirlo, stare agli ordini di una donna solitamente non va giù a molti uomini, ma tanto non si discute.
"Certo non posso permettermi di perdere ho fatto una promessa ed io mantengo tutte le mie promesse. Allora ci stai?" Prende un pezzo di carta ed una penna dietro di lui prima di passarmi il foglietto con il suo numero
"Ian Stein"
"Kyra Williams"
"Come se non lo sapessi" si alza avvicinandosi pericolosamente a me, alzo lo sguardo fissandolo senza problemi
"Furia le mie regole sono che non ti innamorerai di me" per poco non gli scoppio a ridere in faccia
"Biondo le mie regole sono che ho un ragazzo e mi dispiace ma è un leone. Ci si vede"
Era perfetto, avevo il mio assassino, la mia esca, la mia spia, mi servivano un ladro ed un distrattore, Quindi qualcuna disposta ad andare a letto con tutti. Esco di lì riprendendo aria, guardo l'orario e sono le tre meno un quarto devo muovermi. Mi guardo intorno aguzzando la vista, passo in rassegna ogni ragazza mezza nuda che mi passa davanti agli occhi, alcune troppo prostitute, altre troppo stupide, altre ancora parlano troppo e non piacerebbero ad un uomo, troppo tossiche e avanti così per un'ora almeno, poi noto in lontananza una ragazza con i pantaloncini in pelle e sotto delle calze a rete, tacco venti, giacca di pelle a coprirle il seno nudo e null'altro sotto. Non ha molto trucco ad eccezione per un rossetto rosso scuro, i capelli mori fanno risaltare i suoi occhi azzurri che anche da lontano sembrano brillare. Ha una sigaretta in bocca mentre un ragazzo gli si avvicina, lei inizialmente lo guarda sbattendo le ciglia, lo bacia, si lascia toccare appena però prova ad aprirle i pantaloncini gli blocca il polso e potrei giurare di vedere il dolore negli occhi del ragazzo mentre lei sibila qualcosa che non sento, lui si allontana praticamente di corsa e lei torna a fumare le sua sigaretta. Lei è la mia ragazza. Mi avvicino a passo svelto guadagnandomi una sua occhiaccia, mi guarda davvero come se fossi una puttana.
"Mi dispiace che ti abbia tradito" dice seria come se lo credesse davvero
"Sono qui per te"
"Uhm non mi piacciono le donne scusa" lo dice mentre schiaccia la cicca sotto alla scarpa nera. Mi guarda come se stesse pensando qualcosa ma resta seria nel frattempo.
"Assomigli a qualcuno che conoscevo" mi indica il viso fissandomi intensamente negli occhi, sembra trafiggermi con lo sguardo fino ad arrivare alla mia anima, come se stesse cercando qualcosa, viene interrotta da me di certo non permetto ad una sconosciuta di leggermi dentro.
"Kyra Williams"
"Ah ora tutto si spiega. Tuo fratello è un Figo da paura siamo stati insieme ogni tanto"
"Cugino e non sto con lui ma contro di lui. Ho bisogno di una seduttrice che sappia distrarre abbastanza a lungo le mie vittime e chi meglio di una donna bella come te" ero seria, davvero molto bella, quella bellezza un po' tossica e dannata, quelle alla quale di avvicini quando cerchi una sfida, nessun'uomo rifiuta una sfida.
"Così puttana vuoi dire" Alzo un sopracciglio confusa
"No intendevo una bella ragazza, non volevo offenderti" cerco di essere gentile ma lei sbuffa ridendo gli occhi
"Cosa avrò in cambio?"
"Cosa vuoi?" Tutti hanno qualcosa da chiedere
"Una casa dove vivere ora viaggio da un letto ad un altro e tutti i guadagni che ho aiutato a fruttare" mi allunga la mano ed io la stringo senza pensarci due volte, di certo non erano i soldi il mio problema.
"Dammi tre giorni e avrai la tua casa" dico mentre le passo il telefono
"Violet Cook" mi sorride prima di allontanarsi verso un auto.
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White rose ~broken soul~
Storie d'amoreWhite rose parte due: consiglio vivamente di leggere il primo libro per capire il filo logico ******** Kyra si è sempre sentita fuori posto e di certo non è una casualità. Dopo aver scoperto i segreti che le avevano nascosto le bugie che le avevano...